Dunque, dopo Lazio-Sassuolo il giudice sportivo ha deciso di chiudere per due turni la curva Nord della Lazio per cori razzisti. Ancora una volta gli ultrà biancocelesti si sarebbero macchiati del ...
Dunque, dopo Lazio-Sassuolo il giudice sportivo ha deciso di chiudere per due turni la curva Nord della Lazio per cori razzisti. Ancora una volta gli ultrà biancocelesti si sarebbero macchiati del famigerato bu bu nei confronti di due giocatori di colori della squadra emiliana.Fateci capire: chi scrive c’era e sinceramente non li ha sentiti. Quindi, perché hanno ragione sempre chi sostiene di averli sentiti? Di sicuro erano di più i fischi dell’intero stadio Olimpico, rivolti alla squadra ospite, fischi che hanno coperto gli eventuali bu bu, che certamente non era possibile distinguere da un settore all’altro. E ancora, il verdetto questa volta si sarebbe basato sulla segnalazione degli stessi giocatori colpiti dagli ululati. Il riscontro c’è stato? E se c’è stato, ancora non è chiaro perché non si considera alla stessa stregua un insulto verso un giocatore bianco, che evidenzia il presunto fattaccio, e si squalifica pure in questo caso? Bu bu no, ma figlio di … sì? Se si lascia da parte il politicamente corretto, le incongruenze del sistema attuale sono tante. Per esempio, per quale motivo non vengono considerate le offese contro i familiari? Eppure, se ci si riflette un attimo, potrebbero essere pure allo stesso modo molto gravi. Sia chiaro, la condanna verso chi è autore di cori discriminatori non è in discussione. Ma l’interpretazione e l’applicazione della normativa correlata invece fanno acqua da tante parti.