Fedele alla linea

Pubblicato a settembre dai tipi di Becco Giallo, un editore italiano specializzato nel fumetto d’impegno civile, Fedele alla linea. Il mondo raccontato dal graphic journalism, è una raccolta di rep...

Pubblicato a settembre dai tipi di Becco Giallo, un editore italiano specializzato nel fumetto d’impegno civile, Fedele alla linea. Il mondo raccontato dal graphic journalism, è una raccolta di reportage appartenenti al genere del graphic journalism che l’artista di Ravenna Gianluca Costantini (n. 1971) ha pubblicato negli ultimi 12 anni, sparsi nelle pagine di importanti riviste italiane ed estere.

Si va dalle “cartoline” poco turistiche realizzate per commentare l’attualità sul settimanale “Internazionale”, a veri e propri reportage come quello dal grande impatto emotivo intitolato “L’ultimo desiderio di Mazzini” dedicato alla figura del rivoluzionario che ha fatto l’Italia e pubblicato sul supplemento culturale “la Lettura” del “Corriere della Sera”, a “La storia di Cheikh Mansour e altre mitologie del Caucaso” commissionatogli da “Le Monde Diplomatique”. Mentre balloon e didascalie – molti realizzati a cura di Elettra Stamboulis, scrittrice ed autrice per fumetti – ci raccontano, spesso battute provocatorie, aneddoti scomodi relativi importanti fatti storici o d’attualità politica, le immagini create da Costantini aggiungono dettagli che enfatizzano il coinvolgimento grazie ad un uso molto consapevole del disegno. Appartengono a quella forma di arte (piu’ popolare), il fumetto, che serve a fare cultura e comunicazione e che tanto piace alla narrativa contemporanea. E’ stata la sua “linea pulita” che ricorda “gli amati comics” – come ha scritto nell’introduzione generale al volume il giornalista e conduttore radiofonico Luigi Spinola – che l’ha fatto disegnare per le pagine dei giornali, e per cui è stato accostato non di rado al genio statunitense del graphic journalism Joe Sacco.

Oggi, i reportage a fumetti di Costantini – che insegna Arte del Fumetto all’Accademia di Belle Arti di Bologna e da un anno anche a Macerata – raccontando con modalità estetiche e tecniche diverse la realtà, per creare empatia. Molte racchiudono l’energia del rosso, altre la calma del blu. In “8 km la storia di Zaher” ha usato pastelli, pennarelli e china nera; “La storia di Cheikh Mansour e altre mitologie del caucaso”, invece, è stata realizzata utilizzando pastelli, pennarelli, ecoline su fotografie stampate su carta.

C’è una tecnica di disegno che preferisci utilizzare, e perché?

No, non c’è. La tecnica si adatta alla storia. Tutto dipende da quello. Nel caso del graphic journalism dipende anche dalla velocità con cui il fumetto deve essere realizzato, spesso ci sono pochi giorni per prepararlo.

Quando ti piace disegnare? Sei un nottambulo oppure…

Io disegno tutto il giorno, ma non la notte. Lavorare di notte è un lato romantico e bohémien pochi se lo posso permettere. Io lavoro in diretta con altre persone, e il mondo di notte, quasi tutto, dorme.

La tua bio dice che collabori attivamente con Ai Weiwei. Raccontaci di piu!

Io e Ai Weiwei abbiamo gli stessi obiettivi, i diritti umani. Siamo in contatto tramite twitter e ci siamo incontrati di persona. Condivide sempre i miei disegni su twitter, quando si parla di migrazioni, soprattutto. C’è una stima reciproca e il sogno di realizzare un libro a fumetti sulla sua vita.

Come e perché è nata l’idea di pubblicare Fedele alla linea?
Dopo tanti anni di lavoro, e moltissime pubblicazioni, era ora di fare il punto. Soprattutto per capire il percorso che avevo fatto in questi anni. Non solo per me stesso ma anche per gli altri, per i miei lettori. Le pubblicazioni erano così varie e complicate che avevano bisogno di un ordine. Questo ordine è stato possibile grazie ai consigli di Elettra Stamboulis, Daniele Barbieri, Luigi Spinola e di Leonardo Guardigli (il grafico che ha curato l’edizione). Credo che questo sia un libro che fa capire cosa si può fare con questo linguaggio.

Chi ha scelto il titolo della raccolta, e perché?

Il titolo è stato scelto e consigliato da Elettra Stamboulis che ha curato anche i brevi testi delle introduzioni ai singoli fumetti. Queste introduzioni sono fondamentali per far sì che le storie siano attuali e leggibili anche dopo molti anni. Il titolo, anche se può sembrare, non è un rimando al gruppo CCCP, ma un gioco di parole tra la linea disegnata e quella etica.

In piu’ di un reportage racconti le città con lo sguardo di un cronista che si fa portavoce del malcontento dei suoi abitanti. C’è un luogo che consideri particolarmente significativo per la tua esperienza di disegnatore?

Il luogo più importante è Istanbul, la mia città adottiva. Ha plasmato il mio immaginario. Ho realizzato molte storie su di essa e anche un libro un po’ di anni fa, “L’ammaestratore di Istanbul”. E’ questo: https://www.gianlucacostantini.com/the-turtle-tamer-of-istanbul/

Qual è la storia che vorresti disegnare, ma non ci sei ancora riuscito, e perchè?

Le storie sono tantissime… la storia incrociata di Hermann Hesse e Anne Frank. Le “Lettere dello Yale” di Burroughs e Ginsberg… Un libro con Francesca Mannocchi sulla Libia e altri mille… l’unico motivo per cui non ci sono ancora riuscito è solo il tempo… ma un po’ alla vota…

“Everything is art. Everything is political.” c’è scritto sul tuo sito web. Ci credi ancora?
E’ una frase di Ai Weiwei, e io ci credo molto. Non c’è nulla di spento, anzi…

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