Ipse DixitI Leoni di Seby.

Non crediate che vi stia raccontando un fatto di cronaca. Vi sto raccontando una favola, una favola moderna. C’era una volta… una piccola cittadina addormentata nelle brume della Pianura Padana....

Non crediate che vi stia raccontando un fatto di cronaca. Vi sto raccontando una favola, una favola moderna.

C’era una volta… una piccola cittadina addormentata nelle brume della Pianura Padana. Circa settemila abitanti, che oggi si conoscono quasi tutti l’un l’altro.

Una storia antica. Pare che al tempo del neolitico qui ci fosse un lago oggi scomparso, il mitico lago Gerundo. Qui vissero Celti, Etruschi, Romani, Insubri, Cenomani, Germani, Goti, Ungari. Questo piccolo borgo era tanto bello che per conquistarlo si batterono qui i Visconti, i Dogi di Venezia, gli Sforza, gli Spagnoli e gli Austriaci. E non potè mancare Napoleone, imperatore dei Francesi.

Avete indovinato? Si.. è Soncino. Non era poi così difficile da indovinare, è uno dei comuni più belli d’Italia, un museo a cielo aperto.

In questa piccola città, come in tanti altri comuni italiani, vivono nascosti nella penombra due brutti mostriciattoli. Entrano a volte nelle case e disturbano i bambini, che poi diventano adolescenti e quindi adulti senza riuscire a liberarsi di loro.

Si chiamano Autismo e Sindrome di Asperger.

Ma a Soncino abita anche un giovane Cavaliere. Un Cavaliere senza paura che combatte i due mostriciattoli con l’aiuto di un grande e potente amico, un leone.

Lasciamo la favola e torniamo alla realtà, che si discosta comunque dalla narrazione favolistica solo di poco.

A Soncino abita con la sua famiglia un bambino di dieci anni. Si chiama Sebastiano, per gli amici Seby. Sebastiano è un ragazzo autistico ed ha grosse difficoltà a comunicare come facciamo noi, per il tramite della parola.

Ma da circa due anni Seby ha trovato una via per comunicare con il mondo, quello che per lui è il mondo esterno.

La sua parola è il tratto artistico, le sue vocali sono i colori, le sue consonanti sono le forme. Seby ha iniziato a dipingere. Con il carboncino e con le tempere.

Dipinge il suo animale preferito, con i pennelli e con le mani. Dipinge il leone. Un animale forte, un animale maestoso, un animale che non arretra di sicuro davanti ai due malefici avversari, Autismo e Sindrome di Asperger.

Una specie di totem protettore, un soggetto che si anima nel ritratto risucchiando gli stati d’animo di Seby, dalla tristezza alla felicità.

Il talento di Seby non è passato inosservato. Intorno a lui ed alla sua famiglia si sono stretti e mobilitati i suoi insegnanti (Regina Belloni in primis), artisti di fama come Luca Bray e Demis Martinelli e, doverosamente, le Istituzioni.

Con in testa Regione Lombardia per il tramite del proprio Assessorato alla Cultura guidato proprio da una concittadina di Seby, Cristina Cappellini.

E’ quindi decollato il progetto Guardami della Fondazione San Domenico diretta da Giuseppe Strada, un percorso che racconta come i ragazzi affetti da autismo entrano in contatto con il mondo dell’arte.

L’iniziativa ha ricevuto il convinto patrocinio della Regione Lombardia che negli ultimi anni ha decisamente puntato fondi e sforzi sull’arteterapia, ritenuta dal Pirellone terapia ed importante strumento di valorizzazione delle persone affette da alcune patologie, come l’autismo. (cit Cappellini).

Bene, soldi ben spesi, ottimamente investiti.

La favola non ha ancora il suo lieto fine.

La favola non ha ancora il suo lieto fine. Seby ed il suo leone combattono la propria battaglia personale ogni giorno, mentre la ricerca scientifica cerca pervicacemente il bandolo della matassa.

Ogni aiuto è gradito e benedetto.

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