ilGraffioLa rivolta dei proprietari di casa

Giorgio Spaziani Testa è il presidente di Confedilizia, l’organizzazione storica dei proprietari di casa. E mentre la legge di bilancio sta percorrendo l’ultimo miglio in Parlamento sceglie di to...

Giorgio Spaziani Testa è il presidente di Confedilizia, l’organizzazione storica dei proprietari di casa. E mentre la legge di bilancio sta percorrendo l’ultimo miglio in Parlamento sceglie di togliersi con noi qualche sassolino dalla scarpa.

Il vostro giudizio sulla manovra economica è insufficiente?

Sì perché il provvedimento non aggredisce adeguatamente il tema della crisi dell’immobiliare. E non lo fa soprattutto attraverso una proposta lanciata da noi ma che trequarti del Parlamento aveva supportato, cioè almeno l’avvio nel settore degli immobili commerciali, i negozi e gli uffici, della cedolare secca sugli affitti. Ovvero, quella tassazione sostitutiva che consentirebbe di rendere più conveniente l’investimento su questo tipo di immobili, investimento che ha perso ogni tipo di redditività per via del cumulo fra tassazione patrimoniale, Imu e Tasi, e tassazione reddituale, Irpef e relative addizionali. Perciò, il giudizio resta negativo, nonostante ci siano misure per la proprietà immobiliare, come ad esempio gli interventi di conferma delle agevolazioni per le ristrutturazioni energetiche e antisismiche. Questo però non basta a far sì che il nostro voto sia positivo.

Ma per voi la ripresa c’è o no?

Come dice l’Istat, la ripresa è in atto ma solo in un settore non è partita: proprio quello immobiliare. Alla ripresa dell’Italia, che pure non è esaltante, manchiamo noi, insomma. Molto accade perché siamo stati colpiti e continuiamo ad esserlo da una tassazione di tipo patrimoniale che raggiunge i 21 miliardi con Imu e Tasi, che, sommati al resto dell’imposizione fiscale, arriva a 50 miliardi. Fino a che ci sarà questo macigno, il comparto immobiliare non potrà tornare a dare sviluppo, occupazione e crescita, cose che invece aveva sempre fatto.

La campagna elettorale di fatto è già iniziata. Cosa chiedete ai partiti?

La nostra principale richiesta è quella di capire che l’immobiliare dà sviluppo al Paese attraverso le mille attività che ne fanno parte e sono collegate. Quando tutta la politica capirà questo concetto sarà già un passo avanti. Per ora non lo ha ancora fatto e si limita solo a misure di dettaglio. Poi, chiediamo che venga quantomeno ridotta fortemente la tassazione di tipo patrimoniale sugli immobili diversi dalla prima casa, per far sì che riparta il mercato degli investimenti e possano tornare sul mercato immobili che attualmente non hanno né mercato di compravendita né di affitto abitativo e non. Pertanto bisogna intervenire con misure fiscali e anche con misure di liberalizzazione, ad esempio per negozi e uffici, dove ci sono ancora obblighi contrattuali di 12 o 18 anni, senza modifica del canone, in una fase in cui nel mondo ogni anno cambia tutto con una velocità impressionante. Eppoi, interventi per dare più garanzie ai proprietari, e quindi ai potenziali investitori, pure internazionali, al momento della conclusione dei contratti di locazione.

Se le faccio il nome di Mario Monti che cosa le viene in mente?

L’atto peggiore che sia stato mai compiuto negli ultimi decenni verso il settore immobiliare, perché con quella manovra del 2011 la tassazione è stata portata da 9 a 25 miliardi, e di tipo patrimoniale, cioè slegata da qualsiasi redditività, mortificando così la forma di risparmio principale e tradizionale degli italiani e facendo danni all’intera economia. Poi dopo Monti altri non hanno corretto la situazione ma a partire da lì sono stati versati dai proprietari circa 140 miliardi di imposte patrimoniali. E se questo ha portato benefici come si riproponeva il famoso decreto ‘SalvaItalia’, lo dicono chiaramente i numeri attuali della nostra economia.

E se invece le faccio il nome di Massimo D’Alema?

Mi fa pensare a tutta quell’area che ancora si sofferma sulla necessità di inserire modalità di tassazione della prima casa, magari per redditi alti o per immobili di un certo tipo, dimenticando che il vero problema non è questo bensì quello di sottrarre a tassazione ciò che non produce reddito. Purtroppo questo è un concetto che non alberga in molti.

Una piaga tutta italiana è quella delle occupazioni illegali…

I dati sono quelli diffusi recentemente dal capo della Polizia e sono sconcertanti poiché parlano di migliaia di occupazioni abusive in Italia. E sono dati parziali: le nostre associazioni territoriali ci segnalano quotidianamente piccole occupazioni illegali di singoli appartamenti, non censite. Situazione pertanto disastrosa, con una legislazione che non garantisce a sufficienza i proprietari, come del resto il sistema giudiziario. Insomma, bisogna rivedere nettamente la stessa filosofia del rapporto con questo tipo di attività illegali. E ahinoi la legislazione ancora non si muove, anzi si è mossa in peggio col decreto sicurezza varato dal governo. Per fortuna, la giurisprudenza comincia a fare qualcosa, ovvero i giudici del Tribunale di Roma hanno di recente stabilito che lo Stato deve risarcire il proprietario per un’occupazione a cui non è stato posto termine da parte delle forze di polizia. La beffa però è che a pagare siano i contribuenti, speriamo che perlomeno si tratti di un monito alla politica per cambiare strada.

Ma nel 2017 in Italia la proprietà privata è garantita?

Solo sulla carta. Per due motivi sostanziali: l’eccesso di tassazione, il che è un esproprio non tecnicamente ma in modo surrettizio, e la mancata garanzia sulla liberazione degli immobili e i suoi tempi. La Costituzione perciò è disattesa e dovrebbero essere varate norme diverse, così come ci vorrebbe una mentalità diversa in molti.

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