Pop cornSalvatore Caiata, la nuova rockstar del calcio

Chi lo ha detto che non ci sono più le rockstar? E chi lo ha detto che per essere una rockstar devi per forza bruciare un basso o una chitarra sul palco? Ci sono molti modi, per dirla à la Afterhou...

Chi lo ha detto che non ci sono più le rockstar? E chi lo ha detto che per essere una rockstar devi per forza bruciare un basso o una chitarra sul palco? Ci sono molti modi, per dirla à la Afterhours, di essere una rockstar. Prendete il calcio, ad esempio. In un tempo in cui la tecnologia sta prendendo il sopravvento, mettendo un po’ troppo in disparte il cuore ed i sentimenti, farsi travolgere dalle emozioni che ogni maledetta domenica attraversano il prato verde e gli spalti è diventata una sorta di resistenza al freddo calcolo di uno schermo su cui rivedere l’azione e determinare se sarà da rigore o no. C’è un calcio cosiddetto “minore” che non ha tecnologie e ribalta mediatica, eppure vive e respira nelle nostre provincie e fa battere mani e cuori. E’ il calcio della serie D, quello che abita nell’Italia interiore e che ha come teatro campi non sempre verdi e splendenti come quelli che vediamo in TV. In questa geografia calcistica delle emozioni, per nulla confusa, c’è una città che sta vivendo un “magic moment”: Potenza.

Prima in classifica, campione d’inverno, migliore difesa, migliore attacco, con dalla sua il capocannoniere del girone, Carlos França. Un piccolo miracolo che vuole diventare grande, il cui artefice è il protagonista di questa storia molto rock: Salvatore Caiata. Poco più che quarantenne, potentino, dopo le superori se n’è andato a studiare a Siena, dove si è laureato, costruendo pezzo dopo pezzo la sua vita da adulto. Anni di lavoro, di sacrifici e di impegno lo hanno formato, rendendolo pronto per la vita dei grandi. Tosto, direbbe lui. Come spesso succede, l’origine diventa la meta. Caiata, che non ha mai dimenticato la sue radici, dopo una lunga stagione vissuta nella città delle diciassette contrade, decide di tornare nella sua città, Potenza, per far risorgere la squadra di calcio che ha visto, nel suo passato, la serie B e diversi campioni. Va detto in premessa che, come in qualsiasi altra città di provincia, il calcio a Potenza non è solo uno sporto e che va ben oltre la mera metafora dell’esistenza umana. Per questo la scelta di prendere in mano, o per mano, la squadra della propria città, mettendo in campo importanti investimenti, non è certo semplice o banale. Ma è stato proprio il suo essere rock a dare all’ambiente lo shock necessario per farlo risvegliare dal torpore e del pessimismo che l’attanagliava. Come un urlo dal palco, una schitarrata energetica, un rullante impazzito che suona la sveglia. La sua dichiarazione, dopo la prima partita del suo Potenza, è già entrata nella top ten dei video virali del 2017.

Andate a cercarla, vi renderete conto di cosa stiamo parlando. Magari troverete anche altro, tipo la telecronaca in diretta di un gol del suo Potenza. E sì, perché c’è anche un “effetto Caiata” anche sui media locali che trasmettono in diretta, con tanto di acquisto dei diritti, ogni partita dei leoni potentini. Da quella intervista in poi solo una sconfitta e due pareggi, con numeri da far girare la testa. Lo stile da rockstar ce l’ha davvero. Capelli un po’ lunghi, occhiali da sole che ne aumentano “il carisma ed il sintomatico mistero”, ed un outfit che è diventato, partita dopo partita, un rito scaramantico. La personalità non gli difetta, così come il coraggio. Nel giro di poche partite è diventato idolo della città, personaggio amato da molti tifosi, icona di una fantastica rigenerazione sociale che non ha precedenti.

Ogni sua intervista, ogni volta che partecipa alle conferenze stampa, mostra tutta la sua passionalità e l’amore per i colori rossoblù. Ormai abbondano meme e gif con le sue tante espressioni, e chiunque lo incontra gli chiede un selfie per ricordo da postare subito su Facebook e Instagram. C’è anche una canzone che lo accompagna, da quando è tornato in città. Se mi lasci non vale, la hit che ha reso celebre Julio Iglesias e che risuona ogni domenica nello stadio Viviani. E’ il suo porta fortuna, dicono i più informati, ma certamente è diventato il tormentone della cavalcata vittoriosa dei suoi calciatori. Con i suo taglio à la George Best, il quinto Beatles, e quello sguardo che sa vedere oltre, potrebbe tranquillamente diventare un attore o un frontman di una band di successo. Un giornale locale lo ha anche candidato, tra altri, a personaggio lucano dell’anno. Chiaramente è già in testa, con un largo vantaggio.

Te ne accorgi subito che Salvatore Caiata ha dentro un fuoco speciale che lo distingue dagli altri. Come una vera rockstar, non ha solo fascino e personalità, ma una carica interiore diversa, unica, inimitabile. Quale sarà il futuro del campionato del Potenza nessuno può immaginarlo. Però una cosa è certa: grazie a lui una storia è già cambiata.

Ora non gli resta altro che renderla unica e memorabile.

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