E se i vicoli e le piazze di Catania e di Palermo ci nascondessero piu’ tesori di cio’ che ci raccontano le guide turistiche classiche? Street art in Sicilia. Guida ai luoghi e alle opere è un racconto inedito dell’isola che non trascura, ma anzi si sofferma, su un capitolo importante della storia dell’espressione artistica urbana contemporanea in Sicilia: i graffiti e la street art.
Lontano dal costituire una semplice raccolta di immagini fotografiche delle opere a Palermo e nelle principali città della Sicilia, il volume pubblicato nel 2017 da Dario Flaccovio Editore, e realizzato da Mauro Filippi, Marco Mondino e Luisa Tuttolomondo, ricostruisce con buona ricchezza di dettagli la presenza di questa forma di espressione urbana in Sicilia oggi. Mappando con rigore i luoghi, gli autori e persino le tecniche (rullo, pennello, spray, stencil, poster o tecnica mista, proprio come si fa con l’arte contemporanea) di ogni singolo intervento indagato.
La street art diventa con questa guida uno strumento per provare a riattraversare, per esempio, Palermo, la capitale della cultura nel 2018, “rileggendola”, per usare una espressione del libro. Il volume ci racconta come sui muri del capoluogo siciliano si sono alternati e stratificati gli interventi di Jef Aerosol, C215, Momo, Sten Lex, Ozmo e NemO’s, solo per fare alcuni esempi, a volte con operazioni molto sofisticate e rifinite, fatte di riscritture, cancellazioni e scontri.
Dalle sue pagine giungono racconti a volte disarmanti che parlano di emergenze sociali, sventramenti dei centri storici e questioni di speculazione edilizia. Ma soprattutto, si racconta l’incontro fra la street art e le comunità locali e il territorio.
Come per esempio il caso dell’artista austriaco Uwe Jaentsch che è arrivato a Palermo nel 1999, e da quel momento è rimasto legato ai luoghi della città. In particolare a Piazza Garraffello facendone il proprio laboratorio a e realizzando interventi artistici appartenenti al piu’ ampio fenomeno dell’arte urbana. A piazza Garraffello, nel cuore del mercato della Vucciria – che piu’ di altre parti della città mostra ancora le ferite inflitte dai bombardamenti alla città durante la Seconda guerra mondiale – Uwe ha realizzato opere che propongono una critica verso lo stato di degrado e abbandono in cui versa la pizza.
A Palermo e nelle principali città della Sicilia, accanto alle esperienze di street art spontanea, convivono modi e forme diverse di espressione urbana, partecipata e anche commissionata. Come, del resto, in ogni altra parte del mondo – ci spiega il libro – facendoci così riflettere sui processi di rigenerazione urbana che questi interventi possono innescare.Nei vicoli del centro storico gli interventi di Uwe sono stati affiancati piu’ di recente da quelli di Bibbito (Reggio Emilia), Ema Jons (Como), Hopnn (Chiaravalle), C215 (Francia) e molti altri, fra i quali i siciliani.
Se le fanzine – riviste underground autoprodotte spesso artigianalmente diventate oggetti di culto fra gli appassionati – sono strumenti ormai sensibilmente ridotti, i blog e le pagine web dedicate rappresentano oggi il mezzo principale per diffondere le immagini delle opere. Su un punto insiste questo volume: il web (+ la fotografia) rappresentano una sorta di estensione dello spazio urbano, uno dei principali luoghi di fruizione della street art che, dato il carattere effimero delle opere in strada, riveste un importante ruolo di documentazione e conservazione dell’immensa quantità di materiale visuale che negli anni è stato prodotto.
Le fotografie delle opere, accompagnate dagli hashtag, viaggiano sulla rete mostrando scorci di città inediti e rendendo gli interventi fruibili non solo alla cerchia di artisti che li ha realizzati. In Italia, tra le pagine web più attive, ci sono GORGO e Urban Lives. E’ possibile documentarsi sugli interventi più recenti anche attraverso gli account social Street Art Palermo e Street Art Catania, e sul sito Street Art Factory una piattaforma attraverso la quale è possibile consultare online la mappa aggiornata delle opere urbane e filtrarle secondo diversi criteri (area, anno di realizzazione, stato di conservazione e livello di accessibilità).
Senza dimenticare l’importante lavoro di molti street artist siciliani come Rosk & Loste, VladyArt, Chrome Surgery, Gue, Poki, Luprete e I Mangiatori di Patate, Street Art in Sicilia ci racconta anche l’opera di artisti come NemO’s, Collettivo FX, Julieta XLF che hanno percorso quasi tutta la Sicilia e lasciato tracce in diversi luoghi. Dei reggiani del Collettivo FX avevo già scritto in questo blog, a proposito degli interventi realizzati all’interno di alcuni capannoni abbandonati delle ex Officine Meccaniche Reggiane. E che adesso sono stati raccolti in un libro da un tipo che si fa chiamare Bombaretti (e c’ha un profilo su Instagram che è davvero bello (@bombarettistreet) se vi piace la street art).
Street art in Sicilia è una guida inedita dell’isola che racconta un viaggio all’interno di un movimento globale dalla forza dirompente.