Dopo SkuolaLa nuova ‘droga’ dei teenager? I giga dello smartphone

È sotto gli occhi di tutti che, specialmente tragli adolescenti, l'uso smodato di Internet (e di tutto quello che gli ruota attorno) sia un fenomeno che negli ultimi anni - complice l'avvento degli...

È sotto gli occhi di tutti che, specialmente tragli adolescenti, l’uso smodato di Internet (e di tutto quello che gli ruota attorno) sia un fenomeno che negli ultimi anni – complice l’avvento degli smartphone, ipertecnologici e sempre connessi – si è esteso notevolmente. Un aspetto che, però, non si affronta quasi mai riguarda gli effetti generati da una presenza costante su chat, social network, sul web in generale. Perché, proprio come le altre droghe, a parole tutti si dicono in grado di staccarsene come e quando vogliono. All’atto pratico, però, le cose si complicano. Si crea, anche nei confronti della tecnologia, una sorta di dipendenza. Che sfocia in comportamenti estremi (talvolta pericolosi). Ovvio che questa è una provocazione. Ma i dati emersi da una recentissima ricerca condotta da Skuola.net, Università di Roma ‘Sapienza’ e Università Cattolica di Milano per conto della Polizia di Stato – che ha intercettato quasi 7mila giovani tra gli 11 e i 25 anni – deve far pensare. Se in meno di un decennio – dall’avvento dei primi smartphone in poi – siamo arrivati alla preoccupante situazione fotografata dall’indagine, cosa succederà tra altri dieci anni? Con questi ritmi di crescita difficile essere ottimisti.

Ansia da notifica: il teenager medio controlla lo schermo del telefono ogni 3 minuti

Connessi a ogni ora del giorno

In media, infatti, circa la metà degli studenti – siamo attorno al 45% – passa su Internet almeno 5-6 ore al giorno. Con la stessa intensità sia durante la settimana (quando dovrebbero essere più impegnati) che nel week-end. Con picchi ancora più alti tra chi ha meno di 19 anni. E i risultati di questa attività si vedono eccome: potrebbe essere un caso ma i più attivi sono anche quelli che stentano negli studi, raggiungendo a fatica la sufficienza. Forse perché il loro pensiero è sempre concentrato su quello che sta succedendo online. Basta prendere una giornata tipo per capirlo: in base all’analisi, si stima che l’utente medio controlli tra le 10 e le 20 volte all’ora lo schermo del proprio dispositivo, in pratica fino a un check ogni 3 minuti, per vedere se gli sono arrivate – sullo smartphone o sul computer – nuove notifiche.

Giga-addicted: 1 adolescente su 3 quando esaurisce il traffico dati entra nel panico

Senza Rete non ci so stare

Inoltre, quando manca la connessione alla Rete, 1 intervistato su 5 dice di sentirsi a disagio, quasi in ansia. Ancora peggio quando il digital divide non dipende dall’assenza di segnale ma dall’esaurimento del traffico dati sul telefono: 1 su 3, quando finisce i gigabyte previsti dal proprio piano tariffario, entra nel panico dichiarando di attendere con trepidazione il momento in cui si rinnoverà l’offerta e riceverà di nuovo il ‘pieno’ di giga; magari agganciandosi a qualche rete Wi-Fi gratuita intercettata qua e là. Ma c’è pure chi non ce la fa proprio ad aspettare: il 20% corre immediatamente ai ripari acquistando traffico supplementare.

Internet sullo smartphone? Serve (quasi) solo per andare sui social network

Tutti sui social, sempre

Ma come sfruttano le infinite vie del web gli adolescenti e i ragazzi un po’ più cresciuti? L’11% interroga soprattutto i motori di ricerca per approfondire dubbi e interessi. Il 10% si dedica ai giochi online o alle app per lo svago. Ma la parte del leone la fanno i social network: il 42% usa Internet prevalentemente per entrare sul proprio profilo social.

La metà dei ragazzi, prima di postare un selfie, ne scatta almeno quattro

Il selfie? Va online solo se perfetto

Oltre 6 giovani su 10, poi, pubblicano almeno un autoscatto a settimana sui vari social network. Nel 14% dei casi si sale fino ad uno al giorno. Nel 13% persino più volte nell’arco delle 24 ore. Lo strumento preferito per fare selfie? Naturalmente lo smartphone (con il 60% di consensi), seguito a lunga distanza dalla webcam (14%). Per condividere, però, bisogna essere sicuri che tutto sia perfetto; per questo la metà del campione, prima di postare un selfie ne scatta almeno quattro. Mentre 1 su 3, se vede che non riceve abbastanza like, è molto propenso a cancellarlo.

L’autoscatto? Il 35% se l’è fatto anche mentre era alla guida

Daredevil Selfie: l’autoscatto diventa estremo

Una ricerca del consenso virtuale che, a volte, spinge a esagerare. Per stupire, qualcuno, mette addirittura a repentaglio la propria vita. È il cosiddetto fenomeno del ‘Daredevil selfie’, ovvero gli autoscatti in situazioni pericolose: il 35% dichiara di averci di provato almeno una volta, prevalentemente alla guida del motorino o della macchina. Una foto che, poi, è stata condivisa sui social nel 53% dei casi. Un fenomeno che colpisce soprattutto gli studenti maschi, sia quelli con scarso rendimento scolastico sia quello con ottimo profitto. Senza distinzioni. Segno che tutti sono potenzialmente esposti. Ma, per fortuna, guarire non è così difficile. Basta un po’ di autocontrollo. La dipendenza non è nel corpo, è solo nella testa. Con un piccolo sforzo se ne esce sani e salvi.

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