“Non credo che aumentare la presenza delle forze dell’ordine in via Padova sia la chiave per risolvere la criminalità sul territorio. Credo più nel fatto che i milanesi siano persone collaborative, non disposte a farsi mettere i piedi in testa da chi vuole creare difficoltà”. E quindi? “Quindi credo nel dialogo, la comunicazione tra le persone, la connessione anche attraverso i nuovi mezzi di comunicazione come WhatsApp oltre al telefono e internet. Anche la mia mail è sempre aperta, rispondo subito e a tutti”. Ecco come la pensa Giuseppe Sala, il sindaco di Milano, sui problemi di via Padova e i modi per risolverli. Creare rapporti, formare una rete fissa di collaborazioni e dialogo fra cittadini, certamente con l’aiuto del Comune e delle forze dell’ordine quando necessario. È venuto personalmente a spiegarlo poche da ora mentre scrivo, ovvero mercoledì sera, 11 luglio, a cittadini del quartiere e a qualche giornalista rispondendo personalmente alla denuncia lanciata da Federico e Riccardo, i due quarantenni che nel 2008 hanno aperto al numero 133 di via Padova il locale Ligera: da 5-6 mesi sono stati presi di mira da un gruppo di balordi (italiani) sui 40-45 anni che, prima in modo sporadico e poi sempre più di frequente e violentemente, hanno disturbato chiedendo soldi e con la minaccia del pitbull che portavano sempre con sé. “Libero, senza guinzaglio né museruola” racconta Riccardo. Tre giorni orsono, ovvero domenica 8 luglio, il tono si è fatto ancora più violento e le pretese più insistenti: “è arrivato uno dei due, quello col pitbull. Ha tirato un pugno a Federico, abbiamo chiamato i carabinieri, appena ha sentito le sirene è scappato”. Per poi essere stato ritrovato poco dopo alle forze dell’ordine sempre in via Padova: ora il malvivente è in galera, e il pitbull affidato ad un canile milanese. L’hanno arrestato per tentata estorsione. La notizia è uscita su qualche sito e quotidiano milanese, ed è stato allora che lo stesso Sala ha contattato Federico e Riccardo: “esiste una logica dei diritti e dei doveri -dice il Sindaco-. Infatti non sono sollevato o ritengo meno grave il fatto perché i protagonisti sono italiani e non stranieri. Dire che esiste una logica dei diritti e dei doveri significa essere convinti che le difficoltà nascano dal singolo,. E’ necessario instaurare una nuova logica di dialogo, di responsabilità, di comunicazione”. Non quindi aumentando le forze dell’ordine si aiuta la soluzione del problema secondo il Sindaco, ma incentivando le occasioni di confronto e dialogo tra le persone. Una ricetta che pare astratta, ma a ben guardare non lo è: “credo molto nei comitati, nelle associazioni che operano sul territorio, per una solidarietà unita alla crescita e allo sviluppo”. Quella che lui chiama la “città poliforme”, in cui ognuno ci mette del suo: una solidarietà associata al concetto di crescita e sviluppo. Ecco perché, quindi, il Sindaco di Milano ha scelto di venire a bere una birra al Ligera in orario aperitivo: la comunicazione, il dialogo, l’azione che passa anzitutto dalle forze che si uniscono. Ed ecco anche perché, questa sera, insieme al Sindaco erano presenti tanti abitanti del quartiere: “noi conosciamo quelle persone che hanno causato problemi qui al LIgera- dice Domenico-. Facciamo parte del Comitato Palmanova 59 Cortili Solidali, una serie di condomini uniti da cortili comunicanti. La persona arrestata chiedeva soldi a tutti, bussava alle porte per avere quattrini, ma nessuno di noi era ancora riuscito a denunciarlo”. Subito si uniscono nel dialogo anche Patrizia, Bruno e Mimmo: tutti abitano da queste parti, chi dal 1968, chi poco prima o poco dopo. “Questa era la Montenapoleone della periferia -dice Bruno-. C’era tutto. Tante attività italiane, negozi di ogni tipo, era stupendo”. Il degrado è cominciato nel 1995-96: hanno iniziato mano a mano a chiudere tutte le attività commerciali. E la zona si è sempre più svalutata. “Da 5-6 anni, piano piano, sta rinascendo, ci sono in ballo vari progetti di riqualificazione”. Ma gli stranieri sono il problema centrale? “no -rispondono-. Sì, combinano guai anche loro, ma vengono molto enfatizzati. Come si vede in questo caso gli italiani fannno molti danni”. Eppure il morale è alto: “Basta crederci. Esistono tante associazioni e comunità”.