Cantante e compositore, vissuto fra il 1639 e il 1682, Alessandro Stradella ebbe una vita errabonda e avventurosa, che finì prematuramente e tragicamente. Nuovi documenti presentati proprio in questi giorni lo danno nato in Emilia. Ma prima di finire assassinato in Piazza dei Banchi a Genova (storiacce di donne o di soldi), Stradella ha avuto il merito e il tempo di lasciarci tanta buona musica: sonate, opere, madrigali, oratori, cantate sacre e profane. Nel nome di Stradella si sono unite due iniziative culturali presenti da tempo nel viterbese, il Festival Barocco di Viterbo e il Festival Internazionale Alessandro Stradella di Nepi (la cittadina in cui Stradella è cresciuto e ha vissuto). È nato così il Festival Barocco Alessandro Stradella di Viterbo e Nepi, che dal 1° al 16 settembre presenta concerti e conferenze.
Il Festival si è aperto con l’oratorio “Ester, liberatrice del popolo Ebreo”, eseguito nella Chiesa di Santa Maria della Verità a Viterbo. Composto e rappresentato a Roma prima del 1677, l’oratorio di basa su una storia del Vecchio Testamento. Ester è uno dei grandi personaggi femminili della Bibbia. Donna di umili origini, Ester è una specie di Cenerentola. Ebrea alla corte persiana, Ester “piccola sorgente che divenne un fiume”, diventa la moglie del re Assuero. Il suo ruolo si fa decisivo quando l’ebreo Mardocheo rifiuta di inchinarsi al ministro Aman. Per vendicarsi dello sgarbo, Aman condanna a morte Mardocheo e tutti gli ebrei. Ester, a rischio della vita, smaschera il complotto e Aman viene impiccato. Mardocheo è salvo e con lui il popolo ebraico che rischiava lo sterminio. L’evento viene ancora oggi celebrato dagli Ebrei con la festa di Purim, di fatto la festa del “ribaltamento della sorte”.
Nell’oratorio di Stradella la parte vocale esalta ovviamente la figura di Ester, prima esitante, poi risoluta (“Si vada al Re, ché fa mia gloria e sorte se per dar vita a tanti io corro a morte), implacabile nel duro confronto con Aman (“Non si deve pietate a un dispetato”) . Notevoli anche l’impegno richiesto al ruolo di Aman e alla Speranza Celeste, che interviene a sostegno del popolo ebreo (“Non disperate,no”). Il Festival non poteva cominciare meglio e lunghi applausi hanno accolto l’esecuzione affidata all’Ensemble Mare Nostrum diretto da Andrea De Carlo. Intensa la Ester di Roberta Mameli, che alla fine ha ringraziato il pubblico mandando un bacio al cielo, pensando al padre, morto pochi giorni prima. Sergio Foresti ha trovato gli accenti giusti per descrivere prima la ferocia e poi la disperazione del cattivo Aman. Autorevole l’Assuero di Salvo Vitale. Commovente la Speranza Celeste di Cristina Fanelli e convincente il Mardocheo del controtenore Filippo Mineccia, tra i più dinamici all’interno della mise en espace di Guillaume Bernardi.
Gli stessi artisti stanno incidendo l’oratorio per l’etichetta Arcana nell’ambito di un progetto discografico che prevede la registrazione integrale delle opere di Stradella. Le registrazioni si svolgono nelle ex scuderie del magnifico Palazzo Farnese di Caprarola. Il Festival prevede anche un progetto di formazione (Stradella Young Project) per giovani artisti.
Anima e cuore del Festival è Andrea De Carlo. Personaggio intrigante, che nasce musicalmente come contrabbassita di jazz, avendo però in tasca una laurea in Fisica. Passato alla musica classica, De Carlo in seguito si è dedicato alla viola da gamba, poi alla direzione d’orchestra con la creazione nel 2005 dell’Ensemble Mare Nostrum. Molto attento alla formazione dei giovani, De Carlo ha a cuore la cura del linguaggio, non solo musicale. La sintesi non rende giustizia al suo raffinato ragionamento, ma l’idea di fondo è che parlare bene e avere cura del linguaggio aiuta a essere un musicista migliore. De Carlo dirirgerà il 13 settembre a Caprarola un altro oratorio di Stradella: Santa Editta Vergine e monaca , Regina d’Inghilterra.