Gorky ParkMidterm Usa, cosa cambia per Mosca

Niente. Non cambierà niente. E se cambierà qualcosa sarà in peggio. Checché se ne dicesse prima, e anche ora, Donald Trump non è mai stato filorusso. Né lo sarà a maggior ragione nel futuro prossim...

Niente. Non cambierà niente. E se cambierà qualcosa sarà in peggio. Checché se ne dicesse prima, e anche ora, Donald Trump non è mai stato filorusso. Né lo sarà a maggior ragione nel futuro prossimo. Anzi: la Camera ai democratici e la campagna per le prossime presidenziali accenderanno ulteriormente il contrasto con Mosca.

In due anni alla Casa Bianca non c’è una traccia di un solo gesto concreto di riconciliazione con la Russia. Su tutti i tavoli internazionali le differenze si sono accentuate, dalla Siria all’Iran, dall’Ucraina alla guerra commerciale e finanziaria partita con le sanzioni per l’annessione della Crimea nel 2014. Vladimir Putin non voleva a tutti costi Donald presidente, ma voleva assolutamente evitare Hillary. Che il primo sia diventato il candidato repubblicano è tutta farina del sacco interno americano.

La bufala di Trump amico di Putin è visibile a tutti, ma visto che la vulgata democratica è stata cavalcata ciecamente dai media mainstrem e dagli osservatori con le fette di salame volutamente sugli occhi, è dura a morire. Ma una balla, o una fake news come si usa dire adesso, rimane sempre una balla.

L’attuale presidente repubblicano e il prossimo (democratico?) proseguiranno il corso già adottato da Bush e Obama, che è quello di tentare di marginalizzare Mosca e tenerla lontano dall’Europa e soprattutto da Berlino. Il declino degli Usa può essere rallentato con l’indebolimento continentale. Non è solo la Russia che è interessata a un’Europa spezzettata e meglio gestibile. Washington e Mosca perseguono i propri interessi nazionali, come sempre anche al di fuori dei propri confini, collidendo in maniera inevitabile. E la Cina sta a guardare, avvicinandosi un po’ più alla Russia.

La distanza tra Casa Bianca e Cremlino probabilmente aumenterà, con la pressione di un Congresso spaccato, e la guerra di propaganda si alzerà di tono. Facile intuire che ne prossimi mesi si assisterà a nuovi episodi eclatanti su una o più scacchiere, con la Gran Bretagna in uscita dall’Europa a fare il gioco più sporco.

EASTSIDEREPORT.INFO

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