Con i 100 giorni parte il countdown agli esami di maturità. Ma ormai la metà dei ragazzi non festeggia più quello che tradizionalmente rappresentava uno degli ultimi momenti di festa prima del via alla preparazione finale. Lo conferma un sondaggio Skuola.net alla vigilia dei cento giorni 2019: uno su due, infatti, non ha organizzato niente per l’occasione.
100 giorni? No grazie: meglio non perdere la scuola
Tra loro, infatti, un terzo (33%) è già in pieno clima esame e non vuole perdere preziose ore di lezione; ogni giorno di scuola in più potrebbe essere decisivo. Un altro 22%, pur non temendo fino a questo punto la maturità, non fa nulla perché ritiene inutile la ricorrenza. Sentimento opposto per il 14% dei ragazzi intervistati, che ha dovuto arrendersi visto che la classe era troppo divisa, rendendo impossibile qualsiasi tipo di organizzazione. Mentre l’11% non si aggrega alla festa perché non va d’accordo con i compagni. Infine gli ‘inconsapevoli’: una buona fetta di quel 20% che rinuncia per altri motivi, infatti, non ha mai sentito parlare dei ‘100 giorni’. Molti di loro, probabilmente, avrebbero partecipato volentieri alle celebrazioni.
Le tradizioni più in voga per i 100 giorni
Qualcuno che festeggia, comunque, c’è. Anche se, pure i fedelissimi dei ‘100 giorni’, non si lasciano distrarre più di tanto dall’evento: quasi 1 su 3 si limita a fare una cena, un pranzo o una festa serale. Un altro 10%, invece, rimanda l’appuntamento e l’11 marzo raccoglie solamente i soldi (a scuola o in giro per la città) per fare una gita o una festa più a ridosso della maturità. A scendere, tra le idee più gettonate, troviamo (con il 9% dei voti) anche la classica giornata al mare (naturalmente lo fa chi ha una spiaggia facilmente raggiungibile). Una valida alternativa (8%) è il travestimento a tema, concordato con i compagni, con cui presentarsi a scuola. Resistono strenuamente il viaggio da far coincidere con i ‘cento giorni’ e il concerto nei locali scolastici (entrambi sono al 7%).
La scaramanzia non funziona più
Crisi piena, invece, per i riti propiziatori; i maturandi non ci credono più: scarsissime adesioni (5%) sia per la benedizione delle penne al Santuario di San Gabriele, a Teramo, sia per la trasferta a Pisa (per toccare la lucertola a due code scolpita sul portone della Cattedrale oppure per girare attorno alla Torre pendente o al Battistero); idem per tutti gli altri riti legati a chiese e santi vari (4%).