Punto e a CapoRaccontare il cambiamento climatico ai bambini

Un giorno mia figlia, undicenne, dopo aver guardato un video molto popolare sul cambiamento climatico, che aveva come protagonisti dei bambini, mi ha chiesto in lacrime se fosse vero che all’umanit...

Un giorno mia figlia, undicenne, dopo aver guardato un video molto popolare sul cambiamento climatico, che aveva come protagonisti dei bambini, mi ha chiesto in lacrime se fosse vero che all’umanità restassero appena 12 anni.

Dopo un primo momento in cui mi ero pentita di averglielo fatto guardare, mi sono chiesta quale fosse il modo più giusto per raccontare a un bambino che piante, animali e paesaggi che adora sono in grave pericolo.

In realtà, esistono delle modalità per parlare di ciò che sta accadendo al pianeta, in modo appropriato all’età, e soprattutto in modo che non si impaurisca inutilmente un bambino e la chiave è assicurarsi, innanzitutto, di aver gettato le basi affinché i bambini possano essere curiosi del mondo naturale ed apprezzarlo, prima di cercare di spiegargli il cambiamento climatico.

Ciò può significare guardare un documentario sulla natura, visitare un centro faunistico o un museo di storia naturale, o introdurli in habitat naturali come un torrente, una spiaggia o una foresta perché sono esperienze che gli danno la sensazione che sia importante prendersi cura della terra, una cosa che alla fine li aiuta a cogliere la posta in gioco dei cambiamenti climatici e ad aver cura di prevenirli.

Per esempio, si possono usare opportunità quotidiane come annaffiare i fiori, visitare il mercato degli agricoltori e camminare invece di guidare per aiutare i bambini a capire i diversi aspetti della natura e della sua conservazione, si tratta più semplicemente di assecondare l’interesse dei propri figli piuttosto che sopraffarli con tutti i problemi legati ai cambiamenti climatici.

Serve insistere, inoltre, sulle scelte della famiglia focalizzate sulla conservazione come il riciclo dei materiali, come l’evitare i prodotti di plastica non necessari e come lo scegliere quegli alimenti che producono meno gas serra: quando si collegano queste attività alla protezione del pianeta e delle sue risorse, i bambini sviluppano una comprensione più profonda di come il comportamento umano può influenzare la Terra.

Un’altra questione di non poco conto per parlare di ciò che sta accadendo al pianeta, senza creare disagio ai più piccoli, è quella di essere in grado di aiutarli a comprendere alcuni concetti scientifici generali, perciò, sebbene i lettori adulti interessati ad aumentare la loro conoscenza sul cambiamento climatico e dei suoi effetti possano consultare numerose risorse, non hanno affatto bisogno di insegnare ai loro figli “tutto” sul cambiamento climatico.

Infine, serve che le conversazioni con i bambini, sul cambiamento climatico, si concentrino sullo sviluppo del pensiero critico.

Nel momento in cui i bambini raggiungono il primo o il secondo grado di conoscenza del fenomeno, i genitori possono provare ad avere discussioni più complesse sulle cause del cambiamento climatico e sugli effetti del riscaldamento globale, purché utilizzino un linguaggio semplificato o riconoscibile ma soprattutto serve che mettano in evidenza le storie di successo, orientate all’azione.

Bisogna dare, infatti, ai bambini il potere di fare passi avanti verso l’advocacy, aiutarli cioè a concentrarsi su un impatto positivo, non importa quanto piccolo, che anche loro stessi possono avere, sul problemi.

Il sito Climate Kids della NASA (https://climatekids.nasa.gov/ ) offre suggerimenti pratici per i bambini tra cui piantare frutta e verdura, spegnere le luci quando non sono necessarie e bere acqua del rubinetto invece dell’acqua in bottiglia ma i genitori possono anche condividere storie ispiratrici di giovani attivisti che lavorano per fermare il cambiamento climatico.

L’empowerment, però, può arrivare anche attraverso l’educazione infatti imparare perché il clima e le condizioni meteorologiche non sono più gli stessi è fondamentale per i bambini (e per i loro genitori), in particolare perché alcune persone falsamente insistono su eventi meteorologici estremi, una bufera di neve ad aprile, un’ondata di caldo in ottobre, per dimostrare che il cambiamento climatico non è reale.

I bambini tendono a chiedersi se le conclusioni della scienza del clima siano vere, vogliono sapere se le calotte polari si stiano davvero sciogliendo o se è vero che l’oceano sta diventando più acido ma piuttosto che dare risposte affermative o negative a tali domande, bisogna insegnare ai bambini le capacità di pensiero critico per leggere, analizzare e valutare varie informazioni che potrebbero ricevere: l’obiettivo è aiutarli a conversare in modo informato.

Indipendentemente dall’età di un bambino, i genitori dovrebbero evitare di enfatizzare la paura o l’impotenza quando parlano di cambiamenti climatici: il trucco è l’onestà.

Se ci fossero, invece, genitori preoccupati di affrontare l’argomento del cambiamento climatico con i loro bambini potrebbero aspettare che ad affrontare l’argomento sia prima un insegnante tuttavia i genitori hanno un netto vantaggio sugli educatori perché i primi conoscono gli interessi dei loro figli, la loro intelligenza emotiva e il modo in cui sono influenzati da notizie difficili.

In ogni caso, si può trovare il modo di supportarli e di non renderli così tristi, concentrandosi sulle soluzioni e mettendo in evidenza le storie di successo, in modo da cambiare radicalmente il modo in cui i bambini pensano ai cambiamenti climatici e il ruolo che i bambini si attribuiscono nel cambiare il futuro del pianeta.

Personalmente, ricorderò questa lezione la prossima volta che io e mia figlia discuteremo del cambiamento climatico, perché solo questa possibilità, un bambino che trova la sua ragione di essere in nome della sopravvivenza della terra, mi aiuta a sopportare la pena che provo nel rispondere a certe sue domande.

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