I medici per l’ambiente australiani (Dea) si sono riuniti dal 5 al 7 aprile scorso alla conferenza iDEA19, a Hobart , per discutere della sfida più grande che l’umanità deve affrontare oggi: l’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute.
Il tema della conferenza di quest’anno è stato “Keeping the Lights On”, un promemoria sul fatto che, all’ombra della catastrofe ambientale incombente, mantenere accese le luci metaforiche della ragione scientifica, della speranza e della compassione è altrettanto importante per il fiorire umano quanto lasciare accese le luci elettriche.
Uno dei momenti salienti della conferenza è stata la dichiarazione di emergenza climatica che ha suscitato interesse nazionale e internazionale.
La co-organizzatrice della conferenza e membro della DEA, dott.ssa Kristine Barnden, ha affermato che il cambiamento climatico sta uccidendo le persone e che i bambini sono uno dei gruppi più a rischio, che “non c’è tempo per i giochi”, e perciò la DEA sta conducendo una campagna che esorta i professionisti della salute a parlare di azione sul clima per proteggere i bambini ora e in futuro. https://notimeforgames.nationbuilder.com/
A due settimane dalle elezioni federali i medici australiani della Dea hanno invitato la politica ad agire sul cambiamento climatico con misure coraggiose e hanno scritto un documento molto importante (http://(https://www.dea.org.au/wp-content/uploads/2019/04/DEA-Prescription-2-page-flyer.pdf) in cui, tra le altre cose, si legge che l’Australia ha la fortuna di avere un ambiente naturale vario e una comunità vivace e sana, con un buon accesso all’assistenza sanitaria, tuttavia, l’inquinamento atmosferico, la siccità, le condizioni meteorologiche estreme e gli incendi boschivi minacciano la salute e i mezzi di sussistenza degli australiani perciò il cambiamento climatico è un’emergenza sanitaria e si deve affrontare il problema come questione che minaccia le generazioni presenti e future.
È soprattutto necessario, affermano ancora i medici per l’ambiente, un approccio “dell’intero governo e della società civile” per una profonda riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.
Nel documento, si chiede ai governi e ai consigli federali e statali australiani di rispondere adeguatamente al caos climatico che stiamo vivendo e che rischia di accelerare se non verrà intrapresa alcuna azione e si ammonisce che se sarà fatto qualcosa di meno di quanto chiesto, da parte dei governi, equivarrà a negligenza.
Le elezioni politiche australiane saranno perciò decisamente elezioni climatiche.
Anche l’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente, Isde Italia, all’indomani dello sciopero globale per il clima del 15 marzo ha ricordato l’importanza, attraverso il suo vice presidente Ferdinando Laghi, di “sensibilizzare le coscienze sul futuro ambientale del nostro pianeta e smuovere i decisori politici nazionali e internazionali affinché prendano al più presto provvedimenti chiari e radicali” ma non sarebbe forse il caso che cominciasse a valutare una dichiarazione di emergenza climatica, così come è stato fatto dai medici australiani?