PromemoriaCinque cerchi, cinque stelle e tanti paradossi

Per un divertente gioco della storia, proprio nel giorno delle buste ineffabili del nuovo esame di maturita’ , l’apertura della busta del Comitato limpico internazionale che assegna le olimpiadi in...

Per un divertente gioco della storia, proprio nel giorno delle buste ineffabili del nuovo esame di maturita’ , l’apertura della busta del Comitato limpico internazionale che assegna le olimpiadi invernali 2026 all’Italia è sembrata una summa perfetta di molte contraddizioni della nostra attualità.

Anzitutto si comprende che su un dossier articolato come la candidatura per avere la sede dei Giochi ha avuto la meglio anzitutto la determinazione a partecipare al contest internazionale (direbbe giustamente Ethelbert Talbot, il vescovo della Pennsylvania che durante le Olimpiadi del 1908 spronò a partecipare, dare il massimo quando si vuole vincere). E – in secondo battuta, la vittoria di Milano-Cortina ha evidenziato un lavoro bipartisan PD-centrodestra ( sto pensando all’esultanza della coppia Sala-Giorgetti ma andando indietro nel tempo vengono in mente le collaborazioni Maroni-Pisapia o Prodi-Moratti nella vicenda Expo).

Ad ogni modo latitanti eccellenti – dicevo – sono sempre i cinquestelle i quali – ha detto Lucio Caracciolo recentemente – tradiscono un certo dilettantismo nei momenti in cui bisogna semplicemente gestire la complessità. E di conseguenza astengono non perché non invitati ma per un processo di auto-esclusione volontaria. Da qui le capriole (patetiche) dei post social in cui addirittura si complimentano da soli dell’assegnazione dei giochi poi cancellati prontamente. Tutto molto triste nel non vederli mai alla prova delle grandi partite di interesse nazionale e probabilmente ha ragione di chi pensa che se ai grillini togli l’animus e la narrazione per cui sono nati ( il mood vaffanculo, le piazze e le dita puntate contro i poteri forti e l’establishment, la scatoletta di tonno, facciamo la rivoluzione, il “siamo er meglio” etc) di essi non rimane nulla, irrilevanti in termini di sostanza politica. Inspiegabile del perché ai vaccini preferiscono le scie chimiche, ai numeri veri dell’economia i vari “questo lo dice lei”… o ai tunnel di collegamento preferiscono i sali e scendi tortuosi dei pensieri, purché si parli nella democrazia diretta della webcrazia dentro la quale chiunque crede di sapere tutto di tutto sentendosi poi autorizzato a dire la sua su qualunque cosa, convinto che la propria opinione valga come quella di chiunque altro. Un incubo etico-antropologico se no fosse che è la condizione attuale del nostro paese.

 https://www.facebook.com/OlimpiadiMilanoCortina2026/posts/532684653934575 

Ciò detto, all’eclatante tiepidezza, al limite del livello frigo, di Luigi Di Maio e del premier Conte si è contrapposta del duo Sala-Giorgetti come fossero (idealmente) nuovi firmatari di un patto del Sì (lo chiamano il Nazareno del Nord) , un approccio costruttivo nei dossier strategici (vedi il tema infrastrutture, regole europee, real-geopolitick) e che suggerisce (almeno a me) quel che si merita l’Italia per davvero: un ritorno cioè al bipolarismo netto conservatori vs progressisti con qualche tregua di collaborazione nelle questioni sovra-partitiche. Accade in tutti le grandi e mature democrazie ma da noi è visto con sospetto il bipartisanismo, è fumo negli occhi per pochi, tristi pesanti e mastodontici detrattori. Questi profeti, per tornare alle Olimpiadi, profetizzano la sventura prima durante e dopo il grande evento, si credono graniticamente certi della corruzione e del tracollo morale ed economico. Non v’è dubbio che abbiamo alle spalle una storia di grandi eventi gestiti con non poche contraddizioni ma questo non impedisce di avere il desiderio legittimo di cambiamento anche in questi casi. Se – in questi frangenti – vanno detti dei NO basta argomentare e determinare scelte coraggiose anche perché va distinto il prudenziale (ricordando il no di Mario Monti) con il pregiudiziale, dal quale poi è impossibile trarre l’ elaborazione, il ragionamento e magari la soluzione dei problemi. Non ultimo dunque la domanda: chi ci dice quindi che i giochi olimpici non possano rivelarsi un volano straordinario di sviluppo economico, sportivo e turistico per Milano e Cortina?

Se questo dossier viene gestito con intelligenza nel 2026 si potrebbe celebrare il meglio del sistema sano del paese a patto che durante le gare ai vincitori – visti alcune recenti bizzarrie – vengano consegnate medaglie vere e non premi tarocchi, magari offerti in minibot.

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