In Italia il settore lusso non conosce crisi: diverse statistiche hanno evidenziato tale aspetto in modo inequivocabile, tra cui la quinta edizione di Global Powers of Luxury Goods, studio condotto da Deloitte e riguardante appunto il mondo “luxury” a livello globale.
Da tale ricerca emerge in modo chiaro il fatto che l’Italia ricopra un ruolo di indiscussa importanza nell’industria del lusso, basti pensare che le aziende italiane realizzano addirittura il 16% dei ricavi globali relativi al mondo luxury e che tra le prime 100 aziende al mondo, ben 24 sono italiane.
Si tratta di cifre davvero importanti che, da un certo punto di vista, sembrano stridere con la condizione economica del paese, in cui la disoccupazione è ancora su livelli molto alti e in cui sono numerosissimi, purtroppo, i cittadini che vivono con redditi esigui.
Si potrebbero fare diverse riflessioni in ottica economica sul perché il settore lusso riesca a resistere così bene sul mercato, a cominciare dal fatto che questo tipo di produzioni, in genere, tendono a rivolgersi ad un pubblico internazionale.
Il lusso italiano è molto apprezzato in tutto il mondo, questo significa che le imprese del settore hanno una visione di business assolutamente globale, e non certo limitata a confini nazionali o locali.
I beni materiali lussuosi si prestano assai bene ad essere esportati, dunque, ma anche il volto “luxury” di altri settori, come ad esempio quello della ricettività, gode di una grande floridità nel nostro paese.
Da questo punto di vista è utile aprire una parentesi circa la condizione infrastrutturale del paese: città dalla forte vocazione internazionale come Milano hanno modo di rivolgersi con successo a un target luxury grazie a dei collegamenti estremamente efficienti e variegati, lo stesso non si può dire, purtroppo, per altre zone d’Italia, soprattutto per quel che riguarda il Meridione.
Un altro aspetto che merita di essere sottolineato circa la floridità del settore luxury corrisponde inoltre alle alte disponibilità economiche del target a cui si rivolgono questi commerci: questi clienti non hanno alcun problema a spendere cifre elevate per ciò che reputano allettante e di qualità, di conseguenza le aziende che propongono beni e servizi lussuosi possono facilmente raggiungere dei fatturati importanti.
In una nazione in cui ampie fasce di popolazione non versano in condizioni economiche invidiabili si tende spesso a considerare il lusso come un qualcosa di poco etico, ma dal punto di vista economico la questione andrebbe affrontata in un’ottica differente.
È un dato di fatto che le aziende che riescono a tenere bene il mercato del lusso rappresentano una preziosa opportunità per il paese non solo, ovviamente, per gli imprenditori, ma anche nell’ottica occupazionale.
Da questo punto di vista può essere un valido esempio il settore della nautica, eccellenza italiana che gode di particolare floridità soprattutto per quel che riguarda il comparto lusso.
Sulla base dei dati presentati da Nautica Italiana in collaborazione con Deloitte, l’Italia risulta essere una delle realtà più importanti della nautica internazionale.
Nel 2017 la cantieristica nautica italiana ha toccato quota 2,3 miliardi di euro e registrando un +14% rispetto all’anno precedente, ed è soprattutto il mercato dei superyacht, dunque imbarcazioni dalla lunghezza superiore a 30 metri, a trainare questa rosea economia.
I cantieri navali italiani impiegano complessivamente migliaia di lavoratori e va peraltro sottolineato che in questo settore pratiche quali il lavoro nero e analoghe irregolarità sono di gran lunga meno diffuse rispetto ad altri.
Non va trascurato neppure l’indotto che questo settore riesce a sviluppare: le industrie nautiche fanno riferimento ad altre imprese per gli accessori con cui completare le proprie imbarcazioni, e in Italia figurano diverse imprese specializzate come Nautica Basile, specializzate in questo settore. Le imbarcazioni che vengono consegnate a clienti italiani e non, inoltre, creano nel nostro paese ulteriori posti di lavoro, come ad esempio le varie figure impiegate nei porti, il personale di bordo e tutti i professionisti che vengono abitualmente ingaggiati dai facoltosi proprietari di imbarcazioni.
La valorizzazione del lusso, dunque, può realmente essere un’opportunità per il nostro paese? La risposta sembra essere affermativa.