Vista la situazione d’emergenza, con le tante novità comunicate in corsa, si poteva fare di più. I maturandi promuovono la scuola per come li ha preparati ad affrontare il nuovo esame di Stato, ma la maggior parte lo fa con una sufficienza stiracchiata. Se potesse dare un voto a come il proprio istituto ha gestito la preparazione degli studenti alla nuova maturità, il 40% assegnerebbe tra il 6 e il 7. Pochissimi quelli davvero soddisfatti: appena il 9% mette tra 9 e 10, il 15% arriva all’8. Gli altri reputano il sostegno dato del tutto insufficiente. Forse perché, i giorni delle prove, saranno davvero tanti (talvolta più della metà) i ragazzi costretti a navigare al buio per assenza di coordinate. Skuola.net lo ha verificato a una manciata di giorni dal via della Maturità 2019, intervistato gli studenti che si dovranno cimentare con la ‘prima’ dell’esame riformato.
Il secondo scritto, multidisciplinare, la prova più temuta
La parte che spaventa di più alunni e professori? Sicuramente la seconda prova, con la doppia materia – ad esempio, matematica e fisica assieme al liceo scientifico o latino e greco in contemporanea al classico – che rischia di complicare le cose. È, infatti, soprattutto su questo aspetto che si è concentrato l’interesse delle scuole: il 71% degli studenti dice di aver svolto in classe entrambe le simulazioni proposte dal Miur tra febbraio e aprile, il 29% una delle due, nessuno è rimasto a digiuno. Non solo: al 52% dei ragazzi sono state somministrate simulazioni supplementari, elaborate dai propri insegnanti (al 27% una sola, al 25% più di una).
Il nuovo tema d’italiano incuriosisce ma non spaventa
Molta meno ansia per la prima prova. Anche il tema d’italiano cambia, ma questo non sembra un grande problema all’interno degli istituti. Per questo, il 68% dei maturandi dice di essersi cimentato con una sola simulazione nazionale, giusto per vedere cosa trattasse; solo il 29% le ha svolte entrambe; il 3% dice addirittura di aver saltato l’appuntamento. Più facile che un’altra simulazione di prima prova sia stata preparata dai singoli istituti, magari verso la conclusione dell’anno: così è stato per il 56% degli studenti coinvolti dal sondaggio.
Colloquio orale: la grande incognita
Decisamente più preoccupante la situazione sul fronte colloquio orale. Le buste tra cui i candidati devono sorteggiare lo spunto da cui partirà l’interrogazione sono uno degli aspetti di cui si discute maggiormente in queste settimane. Il Ministero ha diffuso solo le istruzioni per le commissioni, senza allestire delle simulazioni ufficiali rivolte agli studenti. Ma la cosa peggiore è che parecchie scuole non hanno colmato il vuoto: più di 1 studente 2 – il 53% – dice di non aver avuto la possibilità di fare le prove generali d’orale. A cui si aggiunge il 33% che ha fatto un solo test. È andata meglio al 14%, che ha simulato più volte le domande a sorpresa.
Al cospetto delle buste senza punti di riferimento
Orale che, nel complesso, è senza dubbio lo snodo più ricco di incognite dell’intera nuova maturità. Ogni elemento è stato trascurato. Va portata la relazione sull’alternanza scuola lavoro? Un maturando su 4 non ha ricevuto alcuna indicazione pratica da docenti e tutor; quasi la metà (49%) ha avuto giusto qualche consiglio generico; solamente il 28% è stato aiutato concretamente. E poi, durante il colloquio verranno poste ai candidati domande su Cittadinanza e Costituzione? Ebbene, sempre 1 studente su 4 non ha mai trattato l’argomento in classe; il 50% ne ha sentito parlare sporadicamente, un altro quarto ha invece approfondito a dovere la materia. Troppo pochi per sperare che la scuola venisse promossa a pieni voti.