Un percorso formativo appropriato costituisce il punto di partenza fondamentale per diventare dei manager di successo a livello italiano e internazionale. I soli studi, però, da soli non sono sufficienti, dal momento che è necessario essere in possesso anche di caratteristiche personali che si dimostrano indispensabili per scalare le gerarchie e per ambire alle mansioni di maggior prestigio all’interno delle aziende.
Quale università frequentare
Se è vero che i master post universitari permettono di maturare le proprie capacità nel settore del management in modo specifico, lo stesso non si può dire degli studi universitari: al momento nel nostro Paese non esistono corsi di laurea che prevedano indirizzi ad hoc in questo ambito. Volendo scegliere le facoltà più attinenti con le mansioni che i manager sono chiamati a svolgere non si può che individuarle in quelle di indirizzo economico, visto che l’amministrazione delle finanze è tipicamente uno dei compiti attribuiti ai dirigenti. Tuttavia, altri percorsi possono essere seguiti: si pensi alla laurea in ingegneria gestionale o a quella in marketing.
Quale percorso formativo seguire
I corsi di Master and Business Administration della Bologna Business School dell’Università di Bologna garantiscono a chi li frequenta basi decisamente solide in tutte le discipline di management. Chi vi prende parte si trova a interagire all’interno di una community globale, visto che la BBS fa parte di un ateneo conosciuto a livello internazionale che attira studenti in arrivo da ogni angolo del pianeta. I corsi Mba di Bologna Business School sono tenuti da executive, accademici e consulenti italiani e stranieri, che mettono a disposizione le proprie competenze per dare agli studenti gli strumenti di cui hanno bisogno per affrontare il mondo del lavoro con successo.
Diventare leader
Al di là degli studi teorici e delle competenze maturate sul campo, un bravo manager per essere tale ha bisogno di una dote preziosa come la leadership: una peculiarità che può essere innata ma che si può anche sviluppare con il passare del tempo, e di cui non si può fare a meno quando è necessario prendere delle decisioni importanti e anche delicate all’interno di un gruppo. Non è concepibile un manager che sia timido o che abbia paura di spiegare il proprio punto di vista: i leader devono mettere al bando ogni timore, il che – ovviamente – non vuol dire essere arroganti o mancare di rispetto alle persone con cui ci si relaziona, ma solo avere il coraggio dei propri pensieri e delle proprie opinioni.
Essere creativi
Qualunque sia l’azienda per cui si lavora e il settore in cui si opera, un manager riuscirà a svolgere il proprio lavoro in maniera più efficace se lo accompagnerà a una buona dose di creatività. Un approccio che si potrebbe definire umanistico è importante anche per le mansioni più tecniche. L’innovazione passa dallo sguardo laterale, e i cambi di prospettiva sono preziosi: non è un paradosso che uno degli uomini di punta per Apple negli scorsi anni, Jony Ive, non provenisse dal settore dei computer ma lavorasse nell’ambito dell’arredo bagni. Che cosa vuol dire? Che la capacità di guardare oltre e l’inventiva sono doti che spesso hanno più valore rispetto alle mere conoscenze tecniche.
Aggiornarsi e non restare indietro
I leader più efficaci sono quelli capaci di rimanere al passo con i tempi, sia dal punto di vista pratico che in senso lato. Per ciò che riguarda il primo aspetto, si tratta di imparare a gestire le nuove tecnologie e di sfruttarle a proprio vantaggio: non solo i social network, ma anche la realtà virtuale, la domotica, l’intelligenza artificiale, e così via. Non è obbligatorio dimostrarsi super tecnologici, ma occorre essere consapevoli del mondo in cui si vive e delle caratteristiche del mercato in cui si opera: un contesto economico che è in costante evoluzione e che cambia alla velocità della luce, in cui è bene imparare ad adattarsi a tutto quello che succede. Ecco, quindi, che tocca imparare a confrontarsi con i nuovi processi, i quali incidono sul modo di pensare delle nuove generazioni, cioè i consumatori del domani.
Riuscire a gestire lo stress
La gestione dello stress è una consuetudine a cui ci si deve abituare quando si ricoprono posizioni di vertice: è inevitabile che sia così, viste le numerose e grandi responsabilità con cui si ha a che fare. Le decisioni di un manager non solo determinano il buono o il cattivo esito di un progetto, ma hanno effetti sulla situazione economica dell’azienda e, di conseguenza, sulla quotidianità di tutti i dipendenti. Non è esagerato sostenere che dalle abilità dei manager dipendono le vite di molti lavoratori: ecco perché chi sta in alto deve riuscire a gestire lo stress e i momenti di crisi senza lasciarsi prendere dal panico o dallo sconforto.
Di che cosa si occupa un manager
Per capire quali sono le doti richieste a un bravo manager è necessario conoscere le mansioni in cui sarà coinvolto e i compiti che sarà chiamato a svolgere. Il compito principale di un dirigente è quello di individuare gli obiettivi che l’azienda dovrà raggiungere, ma ovviamente egli sarà parte attiva anche nei processi che dovranno portare al loro conseguimento. Una figura professionale di questo tipo deve garantire la migliore cooperazione possibile tra i vari lavoratori e saper valorizzare tutte le risorse umane.
Quanto guadagna un manager
Uno dei motivi principali per i quali in genere si decide di tentare la carriera di manager è dato dalla componente economica: insomma, lo stipendio di un dirigente è di tutto rispetto, fermo restando che non si possono indicare a priori delle cifre attendibili. Le variabili che entrano in gioco, infatti, sono tante: il livello di esperienza e di anzianità che il soggetto ha alle spalle, la situazione economica dell’azienda, il settore in cui opera, e così via. Di certo è raro che si scenda al di sotto dei 4mila euro al mese, almeno nelle aziende più grandi, ma anche nelle piccole e medie imprese in genere si parte da un minimo di 2.500 euro al mese. Più si è specializzati, comunque, e più si guadagna.