Immaginate un giovane operaio che, con disciplina e formazione, diventa responsabile di un intero reparto, a soli trent’anni. Immaginate una giovane donna che muove i suoi primi passi nel mondo del lavoro, dopo una lunga formazione universitaria e post universitaria, e che vede il proprio talento finalmente valorizzato e messo a disposizione di un sogno più grande, di una missione collettiva. Immaginate il futuro del lavoro, la robotica al servizio del manifatturiero, l’innovazione tecnologica che diventa pratica quotidiana e non predica stantia. Tutto ciò è solo una parte di una storia italiana, che ha le sue radici piantate a Sud, in Basilicata, a Melfi. Questa è la storia dello stabilimento FCA di Melfi, nato venticinque anni fa in un pezzo di Sud così periferico e distante che allora sembrava essere una scommessa, ma che oggi rappresenta una delle punte più avanzate del settore automotive del mondo. Ed è una storia di orgoglio e disciplina, di sacrifici e visioni, di studio e ricerca, di lavoro e visoni, di ambizioni e passi giusti.
Melfi, tra le capitali dell’Industry 4,0, si presenta al mondo come uno dei più importanti stabilimenti del Gruppo FCA e uno degli stabilimenti produttivi di Fiat Chrysler Automobiles più innovativi al mondo. Lo stabilimento si sviluppa in un’area di oltre 2 milioni di metri quadrati, all’interno della quale circa 7.300 dipendenti diretti sono impegnati nella produzione di vetture strategiche per il Gruppo: la 500X e la Jeep Renegade, esportate oggi in oltre 100 Paesi, a cui si sta aggiungendo la Jeep Compass.
Passeggiando all’interno dello stabilimento lo stupore e la meraviglia colgono immediatamente anche lo sguardo del cronista più cinico e del politico navigato. Nei reparti l’innovazione è palpabile, il futuro diventa possibile, la bellezza prende le forme dei robot che lavorano e nelle forme sinuose ed affascinanti delle nuove auto, bellissime, che stanno prendendo forma pronte a tracciare nuove rotte e ad accompagnare la sfide di ogni giorno. Ma è un altro l’elemento che si respira a pieni polmoni in questo luogo ideale: l’umanità. La persona è al centro di ogni processo produttivo, un punto centrale di ogni azione necessaria che porta poi alla realizzazione della singola vettura. Persone e non risorse umane, persone e non dipendenti o clienti. Persone, il fulcro centrale dal quale parte e si sviluppa il nuovo Umanesimo, la sfida che una big del manifatturiero, così come una forza politica del contemporaneo, deve saper vincere.
Ed è proprio nella formazione continua delle persone che risiede il successo dello stabilimento FCA di Melfi. Durante la costruzione dello stabilimento e delle linee produttive venne avviato il “cantiere delle persone” in cui vennero formati i primi “ragazzi di Melfi”, assunti appena ventenni e con la voglia di imparare in fretta un mestiere antico ma che non è mai uguale a sé stesso. Dopo 25 anni lo stabilimento di Melfi dà lavoro a 7.300 persone, la quota di donne impiegate è pari al 18%, e la formazione La formazione resta uno dei tratti distintivi dello stabilimento di Melfi che, grazie al supporto della Plant Academy, garantisce un modello formativo più flessibile, in grado di adattarsi rapidamente alle esigenze di chi deve essere pronto a rispondere alle sfide di un ambiente competitivo e sempre più complesso. I numeri sono il miglior canto della verità, ed è ad essi che facciamo affidamento per raccontare meglio questa storia mediterranea di ostinato successo: circa 1,9 milioni metri quadrati di superficie totale dell’impianto; 7.300 dipendenti; oltre 7,4 milioni di veicoli prodotti (dall’inizio della produzione nel 1994); capacità produttiva giornaliera pari a 1.200 vetture; 14 fornitori (2.700 dipendenti). Numeri che sono stati presentati in occasione della tavola rotonda di discussione sui 25 anni di FCA Melfi , organizzato da FCA e The European House – Ambrosetti, che proprio nella terra di Matera 2019 ha aperto un suo Think Tank, che i conferma un’ottima intuizione ed uno strumento strategico, coordinato dalla Responsabile Practice Scenario Sud, Cetti Lauteta. Al dibattito, oltre alla stessa Lauteta, hanno portato un loro contributo: Corrado Panzeri, Responsabile Hub Innovazione e Tecnologia The European House – Ambrosetti; Alfredo Leggero, Head of Manufacturing Mass Market Brands EMEA Region FCA Italy & CEO FCA Melfi; Vito Bardi, Presidente della Regione Basilicata lavori hanno portato alla luce tutti gli elementi di positività della presenza di FCA in Basilicata.
In base agli ultimi dati regionali a disposizione, lo stabilimento contribuisce per il 18,7% al valore aggiunto totale dell’industria in Basilicata e per il 74,3% a quello generato dall’intero settore dei mezzi di trasporto lucano (dato 2016), consolidando un ruolo di predominanza e influenza su alcune variabili/ambiti di competitività regionale, come ad esempio l’export. Dal 1991 al 2018 le esportazioni della Regione sono passate da 126 milioni di Euro a oltre 4 miliardi di Euro (+3.074%) soprattutto grazie al contributo degli autoveicoli che sono passati da un peso quasi nullo (0,1%) sulle esportazioni lucane del 1991, ad un peso superiore all’80% a partire dal 2016. FCA a Melfi impiega l’81% degli occupati della Regione nel settore (tra i 10.000 e gli 11.000 se si considera il parco fornitori dentro il Plant).
Numeri, ancora una volta, a conferma di una straordinaria bellezza fatta Made in Italy e Basilicata, fatta di passioni, mani sapienti, intelligenze vivacissime, lavoro, visioni, talenti, creatività, competenze, sogni che sono diventati ambizioni concretissimi e tenaci. Come quelle dei giovani lucani nella loro terra, grazie ad FCA, si rendono ogni giorno attori di una storia che è appartiene all’umanità intera e che nel futuro l’unica destinazione possibile.