E’ uscito da qualche giorno Alba senza giorno di Fernando Coratelli, una pubblicazione dell’editore Italo Svevo.
Il libro
Tutti hanno visto qualcosa, ognuno ha capito qualcos’altro. Malavita e finanza, migrazioni, periferie, razzismo. Stoian e Stéphka, Martina, Tonino. Quattro personaggi lontani che il caso riunisce in una tragica mattina milanese. Ispirato a un fatto di cronaca è un romanzo in cui la tensione del thriller si insinua insospettabile nell’apparente normalità delle esistenze dei protagonisti, creando nel finale un corto circuito emozionale che fa luce sull’intero svolgersi dei fatti. Con un intreccio che ricorda la scrittura algebrica di Arriaga e le migliori pellicole di Iñárritu.
La mia lettura
Come si legge nella sinossi i protagonisti del romanzo di Fernado Coratelli sono diversi, storie parallele che in qualche modo finiscono per convergere. Io scelgo di parlare dei due personaggi che maggiormente sono emersi nella mia personale lettura: Stoian e Stéphka.
“Il buio avanza dal Mar Nero come un’arma nemica. Si spande verso ovest, dove gli ultimi barlumi sfiorano i casermoni fatiscenti e le baracche sghembe di mattoni, catrame e lamiere. Alle finestre dei caseggiati e sui tetti dei prefabbricati, banchi di antenne paraboliche puntano verso sud-est, in attesa che la razione quotidiana di energia elettrica permetta di sintonizzarsi su trasmissioni satellitari turche. […] Sul parapetto delle scale, poco sopra la rampa che porta al cortile interno, è seduto Stoian con le gambe a ciondoloni. Stéphka è sdraiata lungo il muretto con la testa appoggiata sulle gambe di lui. […] Arriviamo a Berlino (dice Stoian a sua moglie Stéphka ) […] Posso sempre suonare, si sposeranno pure in Germania no?”
Ecco l’incipit di Alba senza giorno.
Stoian e Stéphka sono due giovani Rom, zingari, ma nella loro vita, nelle loro condizioni, non c’è traccia di quell’idea romantica di Aleksander Pushkin che nella sua opera Zingari (ricordate? Si era unito per un periodo ad una carovana di Rom-Sinti per poterne scrivere) aveva così descritto:
“Gli zingari in chiassosa folla / vagano per la Bessarabia / oggi sul fiume / nelle lacere tende pernottano, / come la libertà giocondo è il loro giaciglio […]”
Nessuna libertà gioconda per Stoian e Stéphka.
Come non c’è traccia, in Stéphka (se non per la sua bellezza) della Esmeralda di Hugo, i due ragazzi appaiono fin da subito vulnerabili, ingenui nei loro desideri di rivalsa, i sogni sono quelli semplici di una giovane coppia che vorrebbe un futuro migliore.
“Il tragitto attraverso Berlino, chiassosa e movimentata, incanta Stoian. Osserva le vetrine dei bar, dei ristoranti, imprime nella memoria ogni immagine, i locali che vede per strada. […] Quel futuro forse è lì, è quello il nuovo giorno che spera da qualche tempo, un giorno luminoso che rischiari il suo cielo e quello di Stéphka”
Ho trovato che l’autore sia riuscito a delineare questi due personaggi a tutto tondo conferendogli un reale spessore narrativo che porta il lettore (così è stato per me) a entrare in sintonia con le loro vicende umane. Io non ho mai tenuto conto neppure per un minuto del fatto che Stoian e Stéphka sono due zingari.
“Dovete sapere che i gagé francesi hanno una cattiva abitudine ma buona per noi […] i panifici del centro buttano a fine giornata il pane avanzato”
La descrizione della strategia dei gruppi di uomini e donne che con un piano preciso vanno in città per “fare la spesa” si concentra più sullo smarrimento di Stoian e Stéphka che sull’azione finale e sulle conseguenze.
La polizia francese, notoriamente dura, diventa “il cattivo” quando li arresta, li picchia, li schernisce. La coppia di ragazzi di Alba senza giorno, è una coppia affiatata, si amano, li vediamo precipitare in un mondo a cui non sono preparati. In giro per strada, prima a Berlino, poi a Parigi, ci ricordiamo dei loro occhi sgranati davanti alle vetrine, abbagliati dalle luci delle città, il loro sogno di vedere il mare, l’illusione di poter vivere con la musica, suonando, e nello sguardo di qualcuno che si è fermato ad ascoltare il violino di Stoian non hanno visto il “gagé” da cui difendersi, da raggirare.
Mi è piaciuto il modo in cui Fernando Coratelli ha affidato alla sua opera letteraria funzione antropopoietica per restituirci un racconto e una immagine che rielabora gli stereotipi del mondo Rom pur senza negare alcune verità.
Io dico bello.
ALBA SENZA GIORNO – Fernando Coratelli – Italo Svevo editore
Pg 312 Prezzo: 18.00 Euro