Matera 2019 capitale europea della cultura, l’offerta di arte pubblica, il coinvolgimento della comunità suggeriscono nuove metodologie per beneficiare di edifici e di giardini ormai abbandonati. È questa la filosofia presente nei tre giovani artisti pronti a realizzare a Matera, fino al 10 novembre 2019, opere e installazioni nei luoghi marginali e inusuali rispetto ai consueti spazi espositivi. Il protagonista indiscusso sarà il rione San Giacomo, quartiere periferico della città, legato alla vicenda dello sfollamento dei Sassi, che diventerà teatro di performance artistiche partecipate dagli stessi residenti. «Con questa prima fiera di arte pubblica in Europa – dichiara Stefania Dubla, curatrice di MAAP – vogliamo portare l’attenzione sul tema del margine, quello delle periferie urbane, dentro cui attiviamo un processo di sacralizzazione attraverso l’arte. Un messaggio dal Mezzogiorno, con un team di giovani artisti che si fa sentire anche nel giorno dedicato alle città, World Cities Day: una riflessione sul valore dell’inclusione sociale coniugata con la creatività, per lo sviluppo sostenibile dei luoghi attento alle persone e alla costruzione del loro futuro. Si tratta della prima edizione di un progetto indipendente e dal basso: un’occasione per dare voce a talenti, celebri nomi dell’arte pubblica under 40 in Italia, che attraverso la cultura dimostrano di saper attivare importanti riflessioni sui temi del contemporaneo».
San Giacomo
La storia del luogo risale agli anni Settanta, quando gli abitanti di Matera vi furono trasferiti a seguito della legge speciale per il risanamento dei Sassi voluta da De Gasperi nel 1951 e promulgata l’anno successivo. Con questo provvedimento si imponeva alla popolazione di abbandonare le proprie case e di abitare i nuovi quartieri. Venivano costruite le prime abitazioni, quelle di San Giacomo nello specifico isolate e circondate solamente da campi di grano. Nel tempo arrivarono le strade di collegamento al centro della città e dopo molti anni la chiesa. Fino ad allora, non potendo riunirsi altrove, la comunità di San Giacomo celebrava la messa all’interno di uno dei garage del rione. A causa dei disagi sofferti per il trasferimento forzato, tra gli sfollati vi fu chi decise di ritornare a vivere nelle prime case intraprendendo un nuovo viaggio verso i Sassi.
Le realtà storiche di Matera
Nella regione Basilicata sono diversi i paesaggi da vedere e le testimonianze storiche da visitare. Ad agevolare questa straordinaria bellezza ambientale è senza dubbio la strategica posizione geografica: la regione è situata al centro tra la Calabria e la Puglia, nella parte meridionale d’Italia. Il viaggiatore sceglie di vistare la Basilicata perché vuole vivere un’esperienza diversa, nel completo silenzio garantito dai luoghi della regione. L’emozione dei colori, dei profumi e dei sapori conducono il viaggiatore lontano dal frastuono e dallo stress della vita quotidiana. Quando iniziamo il nostro tour non possiamo trascurare Matera, città dei Sassi, luogo entrato a far parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Solo una passeggiata lungo i vicoli della Civita, il nucleo più antico della città, permette di conoscere l’antico agglomerato urbano formato da una fitta rete di grotte, scavate nella roccia dai pastori, per dare rifugio alla propria famiglia e alle bestie. È un’architettura arcaica, senza progettazione, un’opera monumentale, attrazione per milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo.
Valorizzare le periferie
La manifestazione, ideata dall’associazione no profit MAAP Atelier d’Arte Pubblica, impegnata nell’applicazione di metodologie artistiche nello spazio sociale per il benessere collettivo, si realizza grazie alla vittoria della seconda edizione del bando Creative Living Lab promosso e sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea e Rigenerazione Urbana del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo e dedicato proprio alla riqualificazione condivisa delle zone periferiche. Tra gli obiettivi c’è la valorizzazione del talento dei luoghi, di spazi ibridi e interstiziali, il cambiamento di destinazione di edifici dismessi o abbandonati e il riconoscimento delle abilità individuali degli abitanti.
Francesco Fravolini