Più di 270.000 visitatori paganti in 5 giorni: questi i numeri stellari dell’edizione 2019 di Lucca Comics and Games, la principale manifestazione su fumetto e dintorni in Italia e ormai uno degli eventi più significativi del settore a livello internazionale. Presente nella città toscana dal 1966 sotto varie denominazioni e forme diverse, la festa delle nuvole parlanti continua a registrare record di presenze arrivando, per l’edizione che si è appena conclusa e che si è snodata su cinque giornate, a staccare quasi 90.000 biglietti il 1 novembre. Anche se si sono moltiplicate le mostre e le fiere sul fumetto in molte città italiane, Lucca resta il principale momento di aggregazione multimediale sul tema, e per più di un motivo. Intanto la lunga storia di connessione al fumetto, sia popolare che d’autore (se tali distinzioni hanno ancora valore), ormai fatta propria dai pazienti abitanti. Poi la bellezza della città, che ospita nelle sue piazze e nei suoi palazzi tensostrutture ed eventi, con ospiti italiani ed internazionali; infine, la capacità del Comune e degli organizzatori di aver saputo sfruttare in maniera intelligente l’attrattiva di un appuntamento che si rinnova da mezzo secolo. Tuttavia, l’incredibile successo di Lucca Comics è divenuto, non troppo paradossalmente, il suo limite che, anno dopo anno, appare sempre più evidente, Messa giù senza giri di parole, Lucca rischia di implodere sotto la sua stessa popolarità, risultando ormai la logistica insufficiente a reggere ulteriormente lo svolgimento di giornate dense e frequentatissime (e speso flagellate dall’immancabile pioggia) e, soprattutto, incapace di reggere lo sviluppo del proprio potenziale. Intendiamoci: il pubblico di Lucca, eccezion fatta per il brutto episodio delle due zucche vuote vestite da nazisti (isolato e subito condannato da tutti), è un pubblico straordinario, variopinto, assolutamente intergenerazionale e colorato di costumi, fatto di festa e di famiglie. Però, se l’idea di utilizzare il tessuto urbano come palcoscenico era stata ed è ancor oggi vincente, l’impatto è divenuto tale che è ormai difficile, per i tanti fan che affollano le strade, godersi in tranquillità l’evento. L’afflusso di visitatori o semplici curiosi è tale che non di rado si verificano blocchi totali della circolazione a piedi, con evidenti rischi per la sicurezza e l’incolumità di tutti, in particolar modo per bambini e soggetti fragili. Polizia urbana, forze dell’ordine e volontari delle associazioni del territorio ci sono e fanno sentire la loro presenza ma il limite è puramente fisico: assorbire quasi centomila persone in una città che ne conta il 20% in meno (e probabilmente un terzo entro le mura dove si svolge la maratona fieristica) diventa sempre più complicato. Senza contare gli inevitabili problemi legati all’assalto al trasporto ferroviario locale da Firenze o Pisa e a quello su gomma che, in entrata e in uscita, rischia non raramente di paralizzare l’intera zona. Insomma, il vaso trabocca e sono ormai necessari aggiustamenti seri. Serve, con tutta probabilità, un ripensamento dell’evento che, alla luce della crescente attenzione mediatica di televisioni e stampa, non potrà che far numeri sempre maggiori. Se si vuole garantire piena fruibilità e massima sicurezza occorre immaginare nuove – o aggiuntive – modalità di svolgimento che non solo non allontanino gli appassionati ma permettano di richiamarne altri e contribuire a rendere Lucca Comics sempre più un volano di sviluppo e ricchezza per la zona in termini di ricettività, ristorazione e indotto. È qualcosa che richiede la riflessione attenta del Comune, anche d’intesa con i principali editori e sponsor, che potrebbe partire, ad esempio, da un ampliamento delle zone dedicate, recuperando, magari, il glorioso Palazzetto dello Sport e utilizzando anche il Polo Fiere dove si tiene l’edizione marzolina per collezionisti. Lucca ha dato molto al fumetto, contribuendo a far crescere nella cultura di questo Paese un medium troppo spesso bistrattato nell’immaginario collettivo e attirando i riflettori di quotidiani e reti televisive nazionali: e l’affetto che la circonda ne è chiara testimonianza. È arrivato, tuttavia, il momento di cambiare per continuare a crescere. Nessuna paura: è un passaggio fisiologico naturale. Anzi: indispensabile. Meglio cogliere al volo le opportunità che offre.
4 Novembre 2019