TantopremessoBuon Natale, Signor Presidente

Si avvia a chiusura un anno complicato per l’Italia, una delle grandi potenze economiche mondiali che, a dispetto del suo status, soffre di tanti problemi. Come tutte le società complesse, anche qu...

Si avvia a chiusura un anno complicato per l’Italia, una delle grandi potenze economiche mondiali che, a dispetto del suo status, soffre di tanti problemi. Come tutte le società complesse, anche quella Italiana deve fare i conti con la difficoltà di assicurare, per dirne una, il corretto dispiegarsi dei processi di formazione delle decisioni e delle politiche, in piena trasparenza e col supporto di una robusta attività deliberativa pubblica. Occorre anche far fronte, inoltre, a crescenti diseguaglianze sociali ed economiche, che impattano soprattutto sulle categorie più fragili della popolazione, e che possono suscitare, al contempo, diffusi malumori e forti spinte critiche verso l’azione pubblica e quella politica, sfibrando il tessuto civile del Paese. Una considerevole responsabilità pesa sulle spalle della politica e delle amministrazioni pubbliche, sulle donne e gli uomini che, come si usa dire, sono la testa e le gambe della pratica di governo. Amministrare la cosa pubblica non è cosa semplice: aldilà delle intenzioni proclamate o degli slogan, ci si deve confrontare con la complessità dell’azione quotidiana, che richiede studio, analisi e capacità di tenere nel conto i molteplici fattori che entrano in gioco quando si programma e si pone in essere una politica pubblica. In questo difficile quadro, la figura e l’autorevolezza del Presidente della Repubblica rappresenta, senza ombra di dubbio, un faro. Difficile immaginare, in tutta onestà, il carico di responsabilità che grava su chi venga chiamato all’ufficio più alto. La Costituzione affida al Capo dello Stato molte ed importanti funzioni, che fanno del Presidente un attore essenziale e indefettibile del nostro ordinamento, guardiano dei complessi meccanismi che regolano i rapporti fra poteri diversi e arbitro fondamentale nei momenti di crisi, nel quale trovano soluzione costituzionale le inevitabili tensioni politiche e istituzionali che attraversano, di sovente, la nostra vita politica. Non è solo lo statura istituzionale, tuttavia, che è manifesta ed evidente. Sergio Mattarella, salito al Quirinale nel 2015, ha posto l’accento, a più riprese, sul senso della Repubblica e del valore delle Istituzioni, non mancando di denunciare senza esitazione fratture profonde come, recentemente, nel caso della lotta alla corruzione, ricordando a tutti come chiarezza delle norme, trasparenza e imparzialità dell’azione amministrativa siano i pilastri portanti dello Stato democratico. Egli, tuttavia, ha anche inteso sin da subito dar ampio spazio ad una significativa attenzione per tutte quelle situazioni di disagio e fragilità che sono comuni a molti cittadini Italiani, con ciò evidenziando come l’inclusione sociale ed economica costituisca uno dei requisiti essenziali della robustezza della Repubblica, e riempendo di nuovo significato il principio costituzionale di eguaglianza, in particolare per quel che concerne il compito della Repubblica di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscano il pieno sviluppo della persona umana”. Il costante impegno a favore delle persone con disabilità, delle bambine e dei bambini, delle persone più fragili è apparso limpido nell’azione quotidiana del Quirinale, testimoniato, peraltro, dall’attenta scelta di coloro che sono stati insigniti delle Onorificenze al Merito della Repubblica Italiana, eroi quotidiani che si sono distinti per l’impegno civile e la dedizione al bene comune. Ecco, dunque: l’instancabile attività del Presidente ricorda a tutti, ed in primis a chi ha l’onore – e l’onere – di servire lo Stato e la Repubblica, due cose: che, come ricorda la Costituzione, coloro cui siano affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore; e che il quotidiano impegno nelle Istituzioni deve essere sempre accompagnato dalla chiara visione che il fine ultimo sia e resti non certo il personale interesse ma il benessere dei cittadini e della comunità. Dimenticarsene, alle prese col giornaliero tritacarne, può essere più facile di quanto si pensi, ed è alto il rischio di perdere di vista il senso della propria azione: anche per questo è importante la figura e la persona del capo dello Stato. Quindi grazie, Signor Presidente. E buon Natale.

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