BabeleCresce lo Smart Working: cosa c’è da sapere sul lavoro “intelligente”

Negli ultimi tempi è letteralmente esploso, in Italia proprio come in altre nazioni, il cosiddetto Smart Working, ma di cosa si tratta? Cos’è lo Smart Working In lingua inglese, l’espressione Sma...

Negli ultimi tempi è letteralmente esploso, in Italia proprio come in altre nazioni, il cosiddetto Smart Working, ma di cosa si tratta?

Cos’è lo Smart Working

In lingua inglese, l’espressione Smart Working significa letteralmente “lavoro intelligente”: essa fa infatti riferimento ad una moderna possibilità di svolgere la propria mansione lavorativa, all’insegna dell’autonomia e della flessibilità e senza vincoli d’orario.

Si può affermare che lo Smart Working è figlio delle esigenze lavorative contemporanee: da un lato il web e tutti gli strumenti ad esso correlati consentono di poter svolgere un lavoro anche da remoto, dall’altro alle aziende interessa poco il fatto che una persona sia fisicamente presente in ufficio, perché ciò che conta è quanto ha effettivamente prodotto.

In Italia tali logiche hanno iniziato a prendere piede con un certo ritardo: nella nostra nazione la concezione tende infatti ad essere piuttosto tradizionalista, prevede dunque la canonica presenza fisica in ufficio, orari di lavoro rigidi e un elevato livello di controllo da parte del datore di lavoro.

Tutto questo, in realtà, non stimola l’efficienza: molteplici studi hanno dimostrato il fatto che la produttività non è direttamente correlata alle ore di lavoro, bensì è figlia di molti altri aspetti.

La possibilità di gestire un lavoro in modo più “smart”, rendendolo coerente alle proprie esigenze personali, tende a ridurre lo stress e ad accentuare la creatività, e questo è solo un motivo per cui la produttività e la qualità di quanto realizzato può trarne giovamento.

Tecnologia correlata allo Smart Working

Poter lavorare da casa ha delle implicazioni anche dal punto di vista prettamente tecnologico: un computer diviene un device fondamentale per poter operare dalla propria abitazione, allo stesso tempo possono essere utilissimi anche smartphone e tablet.

Lo Smart Working implica inoltre la necessità di disporre in casa anche di dispositivi tipicamente “da ufficio”, come ad esempio una stampante: può capitare in tantissime occasioni che al lavoratore “smart” sia richiesto di produrre dei documenti cartacei da portare in ufficio, ecco perché tali strumenti non possono essere trascurati.

Parallelamente alla stampante, ovviamente, si rendono necessari anche tutti gli accessori ad essa correlati, come le cartucce stampanti e quant’altro proposto da e-commerce specializzati come La Mia Stampante.

Smart Working: la definizione del Ministero

Il “boom” dello Smart Working ha comportato anche la necessità di un adeguamento normativo: sul sito Internet ufficiale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, infatti, tale tipologia di lavoro è definita in modo chiaro, è dunque molto interessante fare il punto.

Il Ministero definisce lo Smart Working, coerentemente con quanto detto fino ad ora, un lavoro contraddistinto da “assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi”.

Lo Smart Working non è un lavoro autonomo

Molto interessante è il fatto che il Ministero parli dello Smart Working come un lavoro subordinato, ovvero un lavoro dipendente: sulla base della definizione fornita, dunque, lo “smart worker” non è un libero professionista, ma è appunto un lavoratore dipendente che espleta i suoi compiti in questa particolare forma.

Il datore di lavoro, dunque, deve ugualmente provvedere non solo al pagamento degli emolumenti, ma anche a quello dei contributi previdenziali.

Non solo: nel sito web del Ministero si legge che il lavoratore che opera in questo modo ha diritto a pari trattamento, sia in termini retributivi che normativi, rispetto a quanto dovuto al dipendente “tradizionale”, dunque non è ammessa alcuna forma di discriminazione.

Alla luce di questo, dunque, si può trarre una conclusione: lo Smart Working non ha nulla a che vedere con il mondo dei freelance, dunque dei liberi professionisti che operano da casa o dal proprio ufficio.

Lo Smart Working rientra nel panorama del lavoro dipendente di conseguenza comporta da un lato degli oneri a carico del datore di lavoro, dall’altro dei diritti (e anche dei doveri) per il lavoratore.

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