Scrivevo su questo giornale esattamente sei anni fa:
“L’accordo a Kiev é stato raggiunto. Presidente e opposizione hanno siglato un documento che contiene una road map per uscire dalla crisi dalla quale il Paese si è infilato esattamente tre mesi fa. Il 21 novembre scorso erano infatti iniziate le prime manifestazioni sulla Maidan di Kiev e nel resto del Paese, soprattutto all’Ovest, contro la svolta filorussa del presidente Victor Yanukovich che non aveva firmato a Vilnius l’Accordo di associazione con l’Unione europea. C’è da chiedersi se ci volevano veramente trentasei settimane e un centinaio di morti in tutta l’Ucraina per partorire un compromesso del genere. Ma probabilmente non c’era altra via di uscita con lo spettro di una guerra civile alle porte…
…La realtà è che se l’accordo aiuta a disinnescare l’emergenza, pone sul tavolo nuovi punti interrogativi. La questione su chi guiderà il gabinetto di transizione è in fondo quella meno rilevante, anche se simbolica. Il ritorno alla Costituzione del 2004, approvato oggi alla Rada in seduta straordinaria, non è certo la soluzione a tutti i problemi del Paese, dato che la divisione di competenze tra presidente e primo ministro realizza sì una divisione dei poteri, ma conduce anche a blocchi istituzionali. Tutte cose già viste tra il 2005 e il 2010 che hanno portato al naufragio della rivoluzione arancione, arenatasi nei conflitti tra il presidente Victor Yushchenko e la premier Yulia Tymoshenko. L’intesa odierna non impone un calendario preciso, per cui è prevedibile una lunga fase, appunto almeno sino a settembre, in cui il presidente Yanukovich e il futuro primo ministro potranno scontrarsi. La data delle elezioni sarà un altro motivo di screzi, dato che l’ala dura dell’opposizione, sia parlamentare che extra, punterà i piedi per accelerare i tempi. I problemi maggiori nascono proprio sul fronte dell’ala radicale della Maidan, dalle frange ultranazionaliste radunate sotto l’ombrello di Pravy Sektor, che hanno già definito insoddisfacente l’accordo e hanno annunciato il prosieguo della rivoluzione….”
Il 22 febbraio Yanukovich, per evitare di essere appeso a testa in giù a Maidan, si diede alle fuga. Il resto é noto.
Per rinfrescare la memoria a tutti, su come è andata tutta la vicenda e soprattutto perché: