In queste ore in cui siamo costretti nelle nostre case e nei nostri appartamenti, coltiviamo più che in ogni altro momento il desiderio di uscire, partire, viaggiare.
Ebbene, tra le mete dei sogni di questo marzo così particolare c’è di tornare nel cuore delle montagne della Corsica, a Bastelica, minuscolo borgo nel centro dell’isola, non troppo lontano da Ajaccio, in quella che viene chiamata la Corse du Sud.
Per noi, amanti sfrenati della Haute Corse, per noi che siamo stati conquistati dal “dito” e dai suoi villaggi – da San Martino di Lota a Erbalunga – che siamo di casa a Corte e sul col di Bavella, per noi che preferiamo senza dubbio Bastia ad Ajaccio, del tutto sopravvalutata per aver dato i natali a Napoleone, i dintorni di Bastelica sono stati una splendida sorpresa per chi con una vacanza un po’ lunga (10-15 giorni) non vuole solo provare il mare ma anche la montagna. E già che ci siamo, i suoi sapori migliori.
E a Bastelica c’è, senza ombra di dubbio, la migliore charcuterie che si possa gustare sull’ile de beauté. E anche i vini, in particolare i rossi, valgono la pena.
Dove soggiornare? C’è uno e un solo posto che merita la vostra attenzione: l’albergo Artemisia, boutique hotel curato in ogni minimo dettaglio. Si dorme benissimo, è pulito, si mangia straordinariamente bene, dalla colazione alla cena, e gli ambienti sono confortevoli.
Gradevolissima la piccola piscina di cui è dotata la struttura e molto ben tenuto il giardino e gli ambienti esterni.
Un angolo di modernità e raffinatezza con pochi eguali nell’isola e a prezzi decisamente abbordabili, con uno stile di grande qualità, sognato e poi realizzato da uno “zitello” (parola che in corso significa ragazzo) di Bastelica, come ci ha confessato lo stesso proprietario, Christophe Gandon.
E allora, domata finalmente questa bestia chiamata Covid-19, anche noi realizzeremo il nostro piccolo sogno, ritornare tra le montagne, a rilassarci ospiti di Christophe nel suo Artemisia hotel e a passeggiare lungo il meraviglioso largo artificiale di Tolla o nei boschi, anche se nulla eguaglia il fascino della foresta di Vizzavona, cantata nei suoi racconti da Prosper Mérimée.