Dopo SkuolaDidattica a distanza, più di 9 studenti su 10 promuovono i prof

Solo il 7% degli studenti si dice poco soddisfatto dalle lezioni online portate avanti dai propri insegnanti. Il resto dei ragazzi li promuove, anche dal punto vista tecnologico. Unica nota stonata? I compiti: sono aumentati

Un test pieno di incognite e insidie a cui però il mondo della scuola ha saputo farsi trovare pronto. La didattica a distanza ha letteralmente stravolto le dinamiche a cui da sempre sono stati abituati studenti e insegnanti. Ma proprio l’impegno dei docenti è stato un tassello fondamentale, l’elemento che ha permesso alle classi di andare avanti. Uno sforzo che i loro ‘ragazzi’ gli riconoscono appieno. In generale, più di 9 studenti su 10, seppur con varie sfumature, promuovono l’operato dei propri prof e il supporto che sono riusciti a dar loro in queste difficili settimane. E circa 1 su 3 ha rivalutato in positivo l’idea che aveva di loro. A farlo emergere un sondaggio realizzato da Skuola.net in collaborazione con Radio24, intervistando 15mila alunni di scuole medie e superiori.

I ragazzi delle medie i più soddisfatti

Trovandosi per una volta dall’altra parte della cattedra e dovendo assegnare un giudizio al proprio corpo docente, i ragazzi restituiscono pagelle di tutto rispetto. Il 14% gli assegna addirittura ‘ottimo’ (dato che alle scuole medie sale al 22%), dicendo che non avrebbe potuto chiedere di meglio. Il 58% gli dà un ‘buono’ ammettendo che, nonostante i problemi emersi in corso d’opera, i professori hanno fatto il massimo per limitarli. Il 21%, invece, si ferma alla sufficienza rispolverando il vecchio adagio “potrebbe fare di più”, sentito dire tante volte sul proprio conto. Alla fine solamente il 7% gli mette ‘insufficiente’, sostenendo che i progressi fatti nell’ultimo mese sono soprattutto farina del proprio sacco.

Docenti all’altezza anche dal punto di vista tecnologico

Un apprezzamento, quello degli studenti, che si registra anche sugli aspetti sui quali alla vigilia di questa nuova avventura si nutrivano i maggiori dubbi. Come la preparazione tecnologica dei docenti, così poco avvezzi a fare lezione con il supporto di strumenti innovativi. Eppure, anche qui, la risposta è stata sorprendente: per l’11% meritano ‘ottimo’ (col solito picco alle medie, 17%), per il 53% un ‘buono’, per il 30% ‘sufficiente’. Appena il 5% li boccia. Proporzioni simili nella valutazione complessiva sulla gestione della didattica a distanza: il 12% è pienamente soddisfatto (il 19% alle medie), il 51% è molto contento, andamento accettabile per il 30%, solo il 7% gli dà l’insufficienza. Più o meno quelli che non sono ancora riusciti ancora a partire con lo smart learning.

Peccato per i compiti: davvero troppi

Ma la ricerca è stata anche l’occasione per capire, dal punto di vista degli studenti, cos’è che ancora non va nella scuola ‘da casa’. I compiti: sono loro l’unico neo. Quasi tutti i ragazzi si lamentano del fatto che, da quando fanno lezione online, il carico di lavoro è aumentato a dismisura. Qualcuno dice che vorrebbe “leggere un bel libro, stare un po’ di più con la famiglia anziché passare l’intera giornata davanti al computer”. Ci sono poi i problemi tecnici, dalle difficoltà nell’utilizzo delle piattaforme proposte alle connessioni a singhiozzo, “con le voci che vanno e vengono”. Se poi si aggiungono, come racconta qualcuno, “i compagni che disturbano” è davvero difficile stare al passo col programma.

La nostalgia dell’aula inizia a farsi sentire

Tanti altri, però, ci tengono a ringraziare pubblicamente i docenti per quanto fatto di fronte all’emergenza“Grazie per la pazienza, per insegnarci ancora tante cose anche in questo periodo molto buio”, dice uno. “Grazie perché ce la state mettendo tutta..come noi studenti”, si accoda un altro. Più filosofico un terzo, che scrive: “Non lasciamo che la distanza interrompa la cultura, essa è ovunque, bisogna farne sempre tesoro, soprattutto in momenti difficili. Grazie per metterci al primo posto”. Anche se, dopo un mese lontani da amici e insegnanti, il sentimento che emerge con più forza è la nostalgia“Mi mancate” e “Spero di rivedervi presto” sono i messaggi più ricorrenti assieme, naturalmente, all’augurio che tutto questo finisca quanto prima.

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