Permettetemi una storiella:
Un Maiale e un Pollo camminavano per strada.
Il Pollo disse: “Ehi Maiale, mi è venuta una bella idea, potremmo aprire un ristorante!”
Il Maiale replicò: “Hm, non so, come potremmo chiamarlo?”
Il Pollo rispose: “Che dici di ‘uova e pancetta’?”
Il Maiale pensò un momento e disse: “No grazie. Io sarei completamente coinvolto mentre tu saresti solo interessato!”
Nel mondo del lavoro, come in qualsiasi ambito, ci sono due tipi di persone: quelli che fanno le uova, che costa fatica ma non è un sacrificio, e chi si immola per il bacon. Il rapporto tra lavoratori e imprenditori è lo stesso: gli uni fanno le uova, e vengono pagati per farle, gli altri rischiano in proprio, e nessuno li protegge dal fallimento (come dice il maiale, sono coinvolti).
Ma sono i secondi che producono crescita, innovazione, ricchezza: è giusto quindi che il 1° maggio sia dedicato a loro, soprattutto in questo periodo delicato, per trasformare la giornata in una vera e sincera Festa del Lavoro. Un applauso particolare va agli imprenditori che falliscono, coloro che rischiano e perdono, grazie ai quali altri imprenditori eviteranno gli stessi errori, portando settori, aziende e ricerca oltre gli ostacoli incontrati. Non sarebbero esistiti navigatori ed esploratori senza lo sviluppo di grandi caravelle, e non ci sarebbe stato sviluppo di grandi caravelle senza il sacrificio di quei marinai che affondavano nelle acque oceaniche; allo stesso modo le grandi aziende innovativi poggiano i piedi su fondamenta ben solide, scavate da chi ha tentato, ha fallito, ha imparato o ha passato ad altri la propria esperienza.
E in tutto questo non dimentichiamo di ringraziare l’altro motore immobile dell’economia: i capitali di rischio, la finanza. Non quegli orribili prestiti bancari, gente che non affronta i rischi d’impresa e non rischia in proprio: applaudiamo ai fondi speculativi, i private equity e i venture capitalist, quegli individui e quelle aziende senza i quali il mondo non potrebbe spostare la propria asticella un po’ più in là. Pensate forse che il prossimo Steve Jobs, magari l’imprenditore che rivoluzionerà il mondo delle materie plastiche o dei riscaldamenti, vincendo la grande sfida dei rifiuti e del riscaldamento globale, potrà mai fare qualcosa senza capitali di rischio e investitori coraggiosi?
La morale della favola è: a tutti piace il bacon; festeggiamo chi lo porta sui nostri piatti.
Alessio Mazzucco