Il lavoro per la Fase 2 e per il tempo futuro che verrà non potrà essere improvvisato. Serviranno tutte le migliori competenze e le energie giuste per gestire una fase che sarà ancora legata all’emergenza sanitaria in corso ma che ci porterà ad una nuova normalità fatta di dispositivi di sicurezza e distanziamento sociale. La salute e la sicurezza sono diventati due temi imprescindibili, quanto successo negli ospedali e nelle RSA ci dice chiaramente che va rafforzato l’impiego di risorse pubbliche per alzare gli standard e garantire una risposta più adeguata per la cura delle persone.
In un’intervista rilasciata a El Pais, la filosofa tedesca Carolin Emcke, nota per le sue posizioni anti populiste, mette in guardia sui rischi che questa pandemia può portare con sé, soprattutto sulla possibile deriva autoritaria e repressiva che ne può nascere. Questa epidemia rende possibile un nuovo innalzamento delle frontiere, una esplosione dell’odio verso l’altro. Lo stiamo già vedendo sui social media dove vecchie teorie complottiste stanno tornando a circolare, dove le delusioni trovano sfogo facile e individuano presunti colpevoli di emarginazioni e bugie. Che siano le antenne 5G o il vaccino contro il Covid19 (che ancora non c’è), la ricerca di un colpevole ha ripreso la sua bramosia accusatoria, che trova in certa politica l’alleato perfetto.
Ma i populisti, nonostante la loro propaganda che vive inventando presunte minacce per la nazione, non sono stati in grado di montare una vera e propria narrazione tossica contro questo nemico invisibile, da poter sfruttare a proprio vantaggio. La loro abilità sta nell’esaltare i problemi, individuando nemici su cui scaricare la rabbia sociale, senza però riuscire a risolverli. Il balletto delle dichiarazioni su Mes e Eurobond, le continue giravolte sulle riaperture delle attività produttive e sull’allentamento delle misure restrittive da parte dei cittadini sono il chiaro esempio di come, in assenza di un chiaro obiettivo, la loro propaganda abbia mostrato tutti i limiti e le difficoltà ad attecchire su un grande pubblico.
In un clima di totale depressione e con il rischio che la rabbia sociale possa montare in maniera pericolosa, la politica deve mostrarsi responsabile, lungimirante, adulta. Servono consapevolezza e spirito di condivisione, schema di coesione nazionale come già avvenuto in altri fragili momenti della storia italiana. Il quadro che abbiamo difronte fa tremare i polsi, le stime del Fondo Monetario Internazionale per l’Italia sono lapidarie: -9%, il che vuol dire una delle più grandi crisi economiche mai conosciute fino ad ora. La situazione è drammatica, tutte le classi dirigenti, a più livelli, sono chiamate ad nuovo impegno, in prima persona. I tempi dell’uno vale uno sono finiti, sgretolati sotto l’urto del Coronavirus. Dopo la prima fase emergenziale adesso servono competenze e una nuova leadership autorevole. Una fase 2 per il bene del Paese.
Sono stati commessi degli errori.
Ci sarà il tempo, speriamo non attraverso uno schema giustizialista, di fare i conti, ma adesso va messa in atto una vera e propria opera di rammendo sociale senza precedenti. E va fatto subito, senza perdere più altro tempo. Dando seguito all’appello del Santo Padre, i politici lavorino per il bene del paese e non per il tornaconto personale. Ed è nelle parole di un grande politico italiano, Alcide De Gasperi, che possiamo trovare la giusta strada da seguire: “Ce la faremo? Rispondo: certissimamente, purché lo vogliamo. Con fermezza, con tenacia, con solidarietà. È inutile che una categoria voglia sopraffare l’altra per arrivare al traguardo. O tutti o nessuno. Ci vuole disciplina, solidarietà ed onestà”.