Né con Berlino né con Pechino: con Peppino

Il dadaismo finanziario (non) ci salverà

Proverbio del 22 aprile Un buon insegnante è meglio di un baule di libri

Numero del giorno: 2050 Anno in cui si prevede lo scioglimento estivo dell’Artico

Breaking news: i soliti scienziati hanno trovato tracce del Coronacoso nelle lacrime di una paziente. Questo solleva un’ombra sinistra su una delle pratiche più gettonate qui da noi, improvvisamente divenuta nientemeno che mortale.

Vietato piangersi addosso, quindi, e soprattutto addosso agli altri. Specie adesso che inizia la Fase 2, che sancirà, per decreto, l’obbligo dell’allegria. Sempre per il nostro bene. Ma senza esagerare: anche ridere fino alle lacrime è pericoloso.

Quindi, pure se avete letto l’Onu poco fa lanciare l’allarme carestia, che è una perfetta rima baciata della pandemia, controllate le emozioni: le lacrime, di qualunque natura, sono contagiose.

A proposito di rima baciata. Non vi sarà sfuggita quella davvero geniale coniata da quel tale che è convinto di essere Napoleone, solo perché per un breve periodo è stato vicepremier, e socialeggia compulsivamente. Un salvatore dei comici, in tempo di tristezza pandemica. Ebbene, oggi, evidentemente ispirato, ha recitato il seguente manifesto: “Se l’alternativa è scegliere se dipendere da Pechino o da Berlino io scelgo la terza via che è in Italia, con gli italiani: nell’interesse nazionale la ricetta è emissione di buoni del tesoro esentasse per i risparmiatori italiani garantiti dalla Bce”.

Il Bot garantito dalla Bce è la risposta dadaista di un tale dell’opposizione al surrealista prestito perpetuo senza interessi chiesto a gran voce da una del governo (del governo!!) all’Europa, con la quale – l’Europa – nessuno vuole avere a che fare, salvo quando servono gli sghèi aggratis. Ma converrete che suona bene: né con Berlino, né con Pechino. Al limite con Peppino. Detto anche Giuseppi.

A domani.

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