Proleterka di Fleury Jaeggy, una lettura magnifica! Ecco la mia recensione.
I genitori non sono necessari. Poco è necessario. Alcuni bambini si governano da sé. Il cuore, cristallo incorruttibile. Imparano a fingere.
Il libro
“Proleterka” è il nome di una nave. Attraccata a Venezia, aspetta di portare in Grecia un gruppo di rispettabili turisti di lingua tedesca. Gli ultimi a salire sono un signore che zoppica lievemente e sua figlia non ancora sedicenne, appena arrivata dal collegio. Tra padre e figlia c’è un’estraneità totale, e insieme un legame che risale a un tempo remoto oscuro, che sembra precedere le loro esistenze. In quel viaggio, la figlia vorrebbe conoscere qualcosa di più di quella persona inverosimilmente ignota dagli “occhi chiari e gelidi, innaturali”. Ma soprattutto desidera scoprire quell’altra cosa ignota che è la vita stesa, sino allora favoleggiata dal recinto di un collegio.
La mia lettura
Ho letto Proleterka subito dopo “I beati anni del castigo” e devo dire che questa full immersion nell’opera di Fleur Jaeggy mi ha lasciato senza parole, la mia preferenza tra i due romanzi va a I beati anni del castigo per una questione di prosa, il lirismo di quel romanzo trovo sia magnifico, qui i toni sono completamente diversi perché così esige la trama.
Lo stile di Jaeggy anche in Proleterka è uno stile particolarissimo, molto personale, a me piace perché scrive frasi molto brevi, paratattiche, mi piace l’uso della punteggiatura che riesce a dare enfasi ai fatti narrati, mi piace il modo in cui racconta la crisi della famiglia, è originale, qui non abbiamo la classica famiglia disfunzionale, abbiamo un padre e una figlia uniti da un reciproco sentimento di indifferenza che però viene “coltivato”, alimentato, è il loro modo di tenere insieme i pezzi, questo rapporto tra Johannes e la “figlia di Johannes”, voce narrante di cui non conosciamo il nome, è un ossimoro.
“Una conoscenza nell’estraneità totale”
Johannes è per la figlia una sorta di fantasma vivente, divide con lui la cabina ma la sua presenza è impercettibile:
“E’ passata una notte, non mi sono accorta della sua presenza. L’abolizione del corpo.”
Fleur Jaeggy con Proleterka ci ha messo di nuovo di fronte ad una narrazione raffinatissima, complessa, nel caso di Proleterka dobbiamo fare i conti con i rapidi passaggi dalla prima alla terza persona della voce narrante che si “sposta” anche da un posto ad un altro, ripercorre i luoghi in cui ha presumibilmente vissuto.
Caustica dalla prima all’ultima pagina, non si arrende a nessun sentimento, il viaggio di questa adolescente si trasforma soprattutto in una occasione per “conoscere la vita”, scaltra, decide di sperimentare anche il sesso, come una donna vissuta riesce a portare a termine il suo intento scivolando impercettibilmente sul terreno viscido della seduzione.
Eccellenti come sempre le descrizioni:
“Ha i capelli bianchi, fitti, smaglianti. L’aria del padrone pronto ad ascoltare, non a concedere. Il volto è arrossato. La moglie si priva di tutto, anche di se stessa. Ha sgranocchiato il suo corpo, lasciando i denti lunghi, quando li mostra. E’ secca, puritana e flagellatrice”.
Ho in programma di leggere l’intera opera di questa autrice, la sua scrittura è un raro esempio di perfezione stilistica, nonostante la ricercatezza riesce a non apparire “barocca” e didascalica, nessuno sfoggio stilistico fine a se stesso.
Proleterka

Editore: Adelphi
Anno edizione: 2001
Pagine: 114 p.
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