Demos Italia vuole chiarezza sulla diffusione del Coronavirus e sulle modalità adottate dal governo italiano per contrastare la diffusione del virus, presenta con determinazione un esposto al Procuratore Capo della Corte penale internazionale affinché, nell’esercizio delle funzioni di cui all’art. 15 dello Statuto della Corte Penale Internazionale, valuti se quanto rappresentato possa giustificare l’inizio delle indagini penali per l’accertamento dei reati di cui all’art. 7 in materia di “Crimini contro l’Umanità”.
Obiettivi del movimento politico
Demos Italia è un Movimento politico italiano nel cui Statuto (articolo 4, commi 3 e 4) sono stabiliti i seguenti principi: “3. Demos Italia assume, in particolare, quale sua specifica finalità, l’attuazione dei principi sanciti dalla Costituzione italiana, dalle Carte internazionali e dai Trattati comunitari in ordine al riconoscimento e alla tutela dei diritti inviolabili dell’Uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove manifesta la sua personalità. Demos Italia pone come principio ispiratore della sua azione il bene dell’essere umano”; “4. Demos Italia persegue, inoltre, l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, al fine di consentire la concreta e fattiva partecipazione, in condizioni di libertà ed uguaglianza, di tutti i Cittadini all’organizzazione politica, economica e sociale dell’Italia e di tutti gli altri Paesi dell’Unione Europea”.
L’impegno di Demos Italia
Per il buon esito di queste finalità Demos Italia ha seguito (fino ad oggi) gli eventi politici, sociali, economici e giuridici avvenuti, in Italia e nel resto del mondo, a causa della diffusione del virus Covid-19. Nell’ambito di questa attività, Demos Italia ha cercato di conoscere la costituzione e le caratteristiche del virus ed anche l’origine dell’infezione, fugando ogni dubbio sul ruolo della natura nella genesi e nella propagazione del male.
Questo tipo di ricerca ha trovato (non solo in Italia) numerosi ostacoli che elenchiamo in ordine cronologico: silenzio e/o apparente indifferenza da parte dei più diffusi mezzi di comunicazione; tentativo di blocco e repressione psicologica nei confronti di coloro che sollevavano il problema ad opera soprattutto di comunità scientifiche accreditate dal Governo; da plateali liti fra opposte correnti di opinione.
Con Arcangelo Marrone, professore aggregato dell’Università LUM di Bari, titolare di cattedra di Economia aziendale presso la Facoltà di Economia e di Giurisprudenza, approfondiamo la situazione del Coronavirus e delle conseguenze economiche per l’Italia.
Il ruolo della comunità scientifica?
«Ci sono state diverse criticità nella comunità scientifica perché le decisioni e le valutazioni sono state recepite dalla politica con conseguenti provvedimenti a seconda della personale interpretazione. Prendiamo come esempio le mascherine di protezione. È stato un grande problema senza alcuna soluzione, non si è capita bene la situazione (ancora oggi non è chiara), il prezzo è cambiato troppo spesso. I provvedimenti dovevano essere sicuramente più chiari e molto precisi».
Gli altri Stati come hanno reagito al Coronavirus?
«Non abbiamo alcuna certezza delle azioni intraprese dagli altri Stati perché conosciamo la situazione soltanto attraverso i dati, senza ulteriori conferme ufficiali. Il 13 e 14 marzo 2020 ero in Spagna e vedevo i turisti in strada vivere senza problemi. Per rientrare in Italia presi un aereo che passò per Amsterdam e anche la realtà olandese era normale, soltanto io indossavo la mascherina. Posso affermare proprio con questi esempi è mancata la trasparenza nella comunicazione proposta sia a livello italiano sia a livello europeo. Per fare un esempio non ho capito l’indice della mortalità, quindi restano numeri e calcoli senza alcuna spiegazione per il cittadino. Dobbiamo avere la possibilità di confrontare l’indice della mortalità con quello degli altri Paesi altrimenti abbiamo soltanto dati asimmetrici».
La competenza è un valore da evidenziare nel futuro?
«La conoscenza è fondamentale mentre le competenze si sviluppano come professione. È importante sottolineare che i fondi finanziari destinati alla sanità pubblica non sono sufficienti alle esigenze della popolazione; rendono precario il lavoro dei ricercatori e a quelle professionalità che possono registrare aspetti negativi proprio sulla conoscenza».
Francesco Fravolini