Oggi voglio parlarvi di L’isola dalle ali di farfalla una conversazione tra Tito Barbini e Paolo Ciampi
Il libro
L’isola dalle ali di farfalla è un’isola della Grecia: Astypalea, può essere questo l’altrove per leccarsi le ferite e scappare dalle delusioni. E’ il posto che Tito, uomo da sempre appassionato di politica, sceglie per fuggire da un’Italia dove non si riconosce più, segnata dall’intolleranza, dal pregiudizio. Ma ancora una volta non resiste alla tentazione di scrivere a Paolo il loro è un canto e controcanto, tra richiami all’arte e alla poesia, mai banali, un pugno nell’ombelico della ignoranza diffusa e sempre in cattedra in un Belpaese dimentico della sua storia di approdo e di accoglienza dei sogni di gran parte dell’Eurasia antica e moderna.
La mia lettura
L’isola dalle ali di farfalla prende il via parafrasando Chatwin: What am i doing here, si domandava lui e …
Cosa ci fai tu in quel disastro di Italia? Non hai voglia di mollare tutto?
Domanda Tito all’amico Paolo che è in Italia mentre lui ha ceduto al desiderio di concedersi una tregua dagli obblighi che la vita impone, ha scelto il suo Puerto Escondido, un’isola poco conosciuta della Grecia, Astypalea (a lungo presidiata dai veneziani) per la sua fuga e la riflessione da cui parte tutto è che forse …
Un’isola non è mai solo un’isola […] forse addirittura il trampolino per un tuffo
In L’isola dalle ali di farfalla, troviamo una raccolta di email che Tito invia a Paolo, gli argomenti su cui i due amici si confrontano toccano temi di attualità e le conseguenze che certi avvenimenti lasciano nella vita di tutti. Troviamo Stefano Cucchi e l’omicidio di Stato di cui è stato vittima, riflessioni sul “Mediterraneo cimitero d’acqua”, il senso di solitudine che si prova a constatare che viviamo senza “un’idea di futuro, un progetto di cambiamento, una condivisione di umanità”.
Quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere
l’attualità guardata attraverso Brecht, Melville, Sofocle, la fuga come desiderio o forse unica salvezza per non rimanere sopraffatti dalla condizione di “erranza” a cui il mondo ci sta costringendo e quando dico erranza voglio dire sviamento, mi riferisco all’erranza heideggeriana e all’idea di sempiterna iniquità a cui questo raffinato confronto mi ha fatto pensare.
Un diorama, questo è L’isola dalle ali di farfalla, accanto ad Antigone c’è Bartebly lo scrivano, Aristide il Giusto e i nuovi modi di esercitare la democrazia e giudicare le istituzioni.
“Questa è, dovrebbe essere, la storia che ho perso in Italia e ritrovato ad Astypalea” dice Tito
“Mi è venuta in mente La nave di Teseo […] E’ la storia della nave di legno dell’eroe, che si conservò cambiando nel corso degli anni le varie parti che via via si deterioravano. […] E allora, era la stessa nave? […] Bella questione, che ha a che vedere con l’identità delle cose e delle persone, con ciò che di esse rimane e ciò che invece di esse si dilegua” risponde Paolo.
E il mio augurio è ” Che ci sia per tutti la possibilità di un altro tuffo”
L’isola dalle ali di farfalla – Tito Barbini e Paolo Ciampi – Edizioni Spartaco – Pp 173 € 13,00 brossura