Dopo Skuola400 milioni per ‘connettere’ la scuola e aiutare le famiglie: basteranno?

La ministra per l'Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano, è intervenuta su Skuola.net spiegando ai giovani come le nuove tecnologie possano cambiare volto all'Italia. Su Immuni bilancio positivo. E grazie all'App IO entro febbraio tutta la P.A. sarà online

“Abbiamo un progetto molto ambizioso che è quello di portare la banda ultralarga in tutto il territorio. Ad oggi abbiamo sbloccato dei fondi per 1,5 miliardi, di cui 400 milioni per la connettività delle scuole e per aiutare le famiglie che non possono permettersi l’acquisto di device o di pagare gli abbonamenti internet. Problemi che abbiamo iniziato ad affrontare con il progetto Solidarietà Digitale, che durante il lockdown ha coinvolto i privati per donare gratuitamente a tutti i cittadini i loro servizi digitali per continuare a fare quello che facevano prima”. A mostrare una certa fiducia, soprattutto dal punto di vista tecnico, in vista delle sfide cui sarà chiamato il mondo dell’istruzione nei mesi a venire è a ministra per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano, traccia un primo bilancio positivo dell’iniziativa. L’occasione è il talk dedicato all’Innovazione di #piudiprima – la campagna di comunicazione che l’Agenzia Nazionale per i Giovani sta realizzando per il Ministro delle Politiche Giovanili e lo Sport con il supporto di Google e YouTube – durante il quale la Ministra si è confrontata con le community di Skuola.net e dello youtuber e tecno-influencer Andrea Galeazzi.

La connettività prima di tutto

Anche se, prima, c’è da combattere il pregiudizio sulle tecnologie di ultima generazione, come il 5G: “Per considerare le opportunità che può darci ci si deve informare bene. Che non si pensi solo alla connettività ma ai servizi che il 5G può introdurre nel nostro Paese, aumentandone la competitività. Ovviamente valutando la sicurezza delle infrastrutture e la tutela per la salute dei cittadini. Studi indipendenti al momento non hanno rilevato effetti sulla salute della popolazione ”.

Il digital divide non è solo geografico

Il digital divide è un’altra preoccupazione in cima alla lista: “Ci sono due modi per combatterlo: realizzare servizi facilmente utilizzabili da tutti e, parallelamente, creare dei posti di lavoro per ingegneri, sviluppatori. Più aumenteranno gli sbocchi professionali in questi settori, più sarà alta la presenza di giovani specializzati nelle discipline Stem (anche femminile). Di conseguenza si potranno introdurre nella quotidianità del cittadino sempre nuovi servizi digitali, migliorando il sistema”.

Immuni, 4 milioni di download è un ottimo risultato

Parlando con la ministra dell’Innovazione, inevitabile un primo bilancio di Immuni (l’App per la notifica di esposizioni al rischio di contagio da Covid-19), a poco più di un mese dal via della sperimentazione. “Siamo arrivati a 4 milioni di download, per essere in Italia è un ottimo risultato. Pian piano prenderà piede, i download sono continui”. La ministra Pisano ha sottolineato soprattutto come, dal suo punto di vista, l’obiettivo possa dirsi raggiunto: “Siamo soddisfatti – prosegue – dello sviluppo tecnologico e dell’impianto normativo che abbiamo costruito attorno all’applicazione. Ci siamo preoccupati della privacy: non vengono scambiati dati sensibili ma solo codici alfanumerici, tenendoli su un cloud privato della P.A. Un’applicazione volontaria, gratuita, che non geolocalizza, con un codice open source a disposizione di tutta la community, una cosa rara”. Il problema, semmai, è più ampio: “Sicuramente la comunicazione va potenziata e migliorata – prosegue la Ministra – come ogni innovazione che s’introduce sul territorio; bisogna sottolineare l’attenzione posta alla tutela della privacy e alla sicurezza del cittadino, per creare un nuovo rapporto di fiducia”.

Con IO, entro febbraio, tutta la P.A. sarà online

A proposito di servizi digitali, lo sguardo della ministra Pisano è rivolto in avanti, senza però dimenticare quanto di buono è stato fatto durante il lockdown, un periodo durante quale il Dipartimento che guida è stato indubbiamente protagonista. La prossima grande sfida è legata all’altra applicazione lanciata negli ultimi mesi: IO, una sorta di hub dei servizi della Pubblica Amministrazione. “Abbiamo lanciato questa App ad aprile, in piena pandemia – sottolinea la Ministra – per far sì che i cittadini avessero un unico canale in cui trovare tutti i servizi digitali della P.A. Attraverso il ‘Decreto Semplificazioni’ abbiamo rafforzato il messaggio, introducendo alcune norme che prevedono che entro il 28 febbraio tutti i servizi della P.A. debbano spostarsi sull’applicazione IO, diventando accessibili con le credenziali digitali SPID”.

Smart working occasione in più, ma la presenza umana resta centrale

Infine un accenno a un altro tema chiave di questo periodo: lo smart working. Che ha innescato anche il fenomeno del cosiddetto ‘south working’, persone tornate nelle proprie regioni d’appartenenza – soprattutto al Sud – che continuano a lavorare per le loro aziende ma in un ambiente a loro più familiare: “E’ un fenomeno che nasce a livello mondiale da chi lavora da freelance, con il lockdown è arrivato anche in Italia. Interessante – secondo la Ministra – perché dà opportunità in più a chi non vuole o non può spostarsi. Credo che, però, alcune attività richiedano comunque la presenza umana”. Insomma, il lavoro dietro uno schermo – ad oggi – non riesce a sostituire del tutto quello ‘gomito a gomito’. Ma non è detto che nel futuro questo stato di cose non possa evolversi, procedendo a una riorganizzazione del lavoro, non più diviso per attività ma focalizzato sull’obiettivo: “Dietro lo smart working non ci sono solo un computer o una connessione. E’ richiesto un nuovo modo di comunicare. Bisogna fare in modo che persone dislocate sul territorio abbiano il prima possibile le informazioni giuste, nonché i necessari strumenti tecnologici”.

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