Quello di Frenk B., “Blu. Sporchi di cielo”, è un libretto diaristico che fa emergere tante contraddizioni del nostro mondo “consumistico” senza avere la minima intenzione di farlo.
Non è mosso da ideologia di contrapposizione ma da un’esperienza. Un dialogo di cinque minuti con lui è sufficiente per capire che è un “puro” (una parola che uso a fatica e sempre con un certo timore, ma talvolta me ne servo per distinguere quelli che cercano da quelli che credono di sapere).
E del resto, come potrebbe essere ideologicamente “anticapitalistica”, almeno negli intenti, una vicenda che prende le mosse dall’incontro londinese con un business men, che spalanca il desiderio di ricerca a un poeta? Faccio notare il primo dei tanti paradossi: il business man che apre la mente al poeta!
Ma quale ricerca? Nel mondo del business? No, nella natura, o meglio, in un viaggio in cui alla logica del calcolo è sostituita quella della scoperta. A quella della “pulizia” (intesa come ricerca di uno stato di comfort e benessere raggiunto con la rimozione di ogni ostacolo) è opposta la logica della “sporcizia”, cioè la contaminazione di sé con ciò che si incontra (uomini saggi, colline e capre).
Cui vuole la poesia per raccontare questo incontro che accade insieme fuori e dentro (prima fuori o prima dentro?), dove le stelle “bucano i muri fottendosene delle finestre, per entrare nelle stanze e nelle anime”. E a Frenk, che è poeta, non manca, anzi, sfugge dalle mani.
Cosa si guadagna dalla lettura? Un sentire che mi piace definire “giovane”, quello di chi sente la vita come un appuntamento con qualcosa di bello.
Per Frenk è la scoperta che “il qualcosa” non è fuori dalle cose possibili e in molti casi “vicine”, come ben esprime il capitolo XIII sulla gratitudine.
E così sporchi di cielo potrebbe essere benissimo sporchi di capra. E anzi quella parola, “sporchi”, acquista forza nuova, che unisce il più dinamico startupper al contemplativo che ha trovato il proprio metro di terra (o di cielo). In fondo è pulito solo chi si fa sporcare dall’incontro con le cose e il proprio desiderio di scoprirle.
Torna cara, leggendo il piccolo libro, una celebre affermazione di Chesterton: “La vita è un’avventura, ma solo l’avventuriero lo scopre”. E solo chi si sporca conquista.