I trasferimenti di denaro all’estero realizzati dai cittadini italiani (specialmente da pensionati e anche da imprenditori e studenti) sono in costante crescita. La società Reframed sta lavorando per rendere più facile proprio questa operazione finanziaria insieme a Enti istituzionali e studi legali in Grecia. Questa nuova modalità si rende necessaria a seguito della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Grecia risalente al 31 luglio 2020, nella quale si introduce la tassazione al 7% per 15 anni, da applicare a tutti i pensionati europei di natura privata che risiedono fiscalmente in Grecia.
Questo cambio di tassazione è una sfida finanziaria da conoscere perché agevola diverse persone europee. Attrarre capitali è importante per uno Stato perché può avere finanziatori per realizzare progetti o addirittura investimenti di un certo livello. È fondamentale promuovere agevolazioni fiscali a coloro che desiderano investire per aumentare il capitale in circolazione e rendere più semplice investire in progetti ad hoc. Con Valentino Coletto, CEO di Reframed, cerchiamo di approfondire investimenti e agevolazioni fiscali in Grecia per comprendere la nuova normativa.
Quali vantaggi economici derivano da questa tassazione?
«Grazie all’approvazione e alla pubblicazione il 31 luglio 2020 sulla Gazzetta Ufficiale ellenica della legge 4714/2020, i pensionati privati italiani possono trasferirsi fiscalmente in Grecia e beneficiare di un’imposizione agevolata del 7% per 15 anni. Il pensionato interessato ad ottenere questa agevolazione deve trasferire la propria residenza fiscale in Grecia e trascorrervi almeno 183 giorni nell’anno solare. Deve dimostrare, inoltre, di voler stabilire in Grecia il proprio centro degli interessi vitali, che si intendono sia affettivi sia economici. Da ricordare che la tassazione fissa al 7% per i pensionati italiani che si trasferiscono in Grecia riguarda solo gli ex lavoratori del settore privato. A stabilirlo è l’art. 19 della Convenzione contro le doppie imposizioni tra Italia e Grecia che regola la tassazione dei redditi da pensione dei dipendenti pubblici, tassabili solo nel Paese di provenienza. Esiste però una soluzione anche per questa tipologia di pensionati che consiste nella richiesta e nell’ottenimento della cittadinanza greca».
Perché la Grecia decide di introdurre questo provvedimento finanziario?
«Si tratta di un regime fiscale agevolato della durata di 15 anni che ha l’obiettivo di invogliare i soggetti esteri, e non solo italiani, titolari di pensioni a trasferirsi in Grecia per incentivarne la crescita economica. L’esempio del Portogallo con il suo RNH, lanciato nel lontano 2009, ha sicuramente fatto scuola in questo senso e la Grecia con il suo 7%, più vantaggioso dello stesso Portogallo, sembra candidarsi come la nuova destinazione preferita dei prossimi anni. Interessante notare, inoltre, come lo span temporale approvato in via definitiva sia di 5 anni più lungo rispetto allo standard dei 10 anni a cui ci aveva abituato il Portogallo, peraltro rinnovato di altri 10 anni proprio a marzo 2020».
Quali benefici possono riguardare l’economia ellenica?
«I benefici possono essere molteplici: dal settore immobiliare, visti i prezzi ancora vantaggiosi in molte zone interessanti e fuori dal turismo di massa, fino ad una crescita dei consumi interni grazie ai pensionati esteri titolari di pensioni, spesso ben superiori alla media delle pensioni e degli stipendi medi greci. Quanto visto in mete molto più conosciute dai pensionati italiani come le Canarie e l’Algarve potrebbe ripetersi con un impatto positivo su determinati settori come l’edilizia, visto il presumibile incremento di richieste di nuove abitazioni, dal bilocale alla villetta, sino alla soluzione residence; altri settori interessati, giocoforza, saranno quello ricettivo e dei servizi al turista ma anche quello della sanità privata. Al momento, comunque, possiamo dire che i primi impatti di questa novità si avranno a partire dal 2021, quando i pensionati trasferiti inizieranno a maturare la loro residenza fiscale greca».
Come reagiscono gli altri Paesi europei?
«Con un portfolio di 12 Paesi in cui siamo presenti, conosciamo i benefici decisamente allettanti di alcune destinazioni, l’esempio UE più eclatante è la tassazione 0% sulle pensioni lorde private italiane in Bulgaria senza limiti di tempo e, fino a pochi mesi fa, anche del Portogallo che ha sollevato non pochi malumori da parte di altri Paesi UE, specialmente del Nord Europa, situazione che è stata in un certo senso “ricalibrata” con l’introduzione della tassazione al 10% da quest’anno. Da tempo stiamo assistendo ad una competizione tra stati UE che offrono agevolazioni di vario tipo: tra le mete più scelte troviamo, oltre al Portogallo (ormai Paese di residenza di almeno 3000 connazionali secondo le stime INPS) e alle Canarie, anche Cipro, Malta, Croazia e Bulgaria e, non ultima, la stessa Grecia che sta catalizzando le attenzioni non solo di pensionati italiani attualmente residenti in Italia, ma anche di quelli italiani che risiedono già all’estero e intendono fare un trasferimento “estero su estero” per la maggiore convenienza dello schema greco appena approvato. Volendo poi allargare la riflessione e analizzare la competizione tra Paesi UE in campo di agevolazioni legate alla residenza potremmo anche citare l’esistenza di diversi programmi di Golden Visa, progettati per attirare anche i cittadini extra-UE. Già dal 2013 la Grecia, ad esempio, riserva questo programma agli stranieri che investono in varie modalità in loco, una delle quali è l’investimento immobiliare di almeno 250.000 euro. Un programma che ha consentito di raccogliere circa 2.6 miliardi di euro, con un picco di richieste nel 2019 e nell’anno in corso, per larga parte cinesi come si evince da questa fonte ufficiale: https://www.enterprisegreece.gov.gr/en/greece-today/living-in-greece/residence-permits».
Francesco Fravolini