Da oggi in libreria L’uomo visibile di Chuck Klosterman
Il libro
La psicologa Victoria Vick viene contattata da un uomo misterioso per un immediato ciclo di sedute. Y____, come decide di chiamarlo, pretende una terapia non tradizionale. Il paziente non vuole un dialogo faccia a faccia, afferma di essere uno scienziato e di aver sottratto da un progetto governativo abbandonato una tecnologia in grado di renderlo quasi invisibile. Y____ le rivela di utilizzare questa particolare capacità per osservare di nascosto come vivono le persone quando sono da sole. Man mano che i racconti dell’uomo si fanno più bizzarri e inquietanti, Victoria inizia a essere ossessionata dal caso fino a mettere a rischio la carriera, il matrimonio e la sua stessa identità.
Ironico e severo verso la società odierna, L’uomo visibile si caratterizza per la singolare e moderna struttura intervallata da note, dalla corrispondenza tra paziente e terapeuta e da trascrizioni telefoniche. Semplice curiosità o voyeurismo? Rispetto della privacy o furto di umanità? Chi siamo al netto delle nostre sovrastrutture culturali?
Chuck Klosterman ci conduce con destrezza nella mente contorta di Y____, e forse in quella di molti di noi.
La mia lettura
“Era alto ed era magro. Cadaverico. Sul metro e novantacinque, metro e novantotto direi, ma non superava gli ottanta chili. Testa e collo insieme ricordavano un lecca-lecca. Il cranio era rasato a pelle, ma vedevo un’ombra di ricrescita. […] Aveva le braccia scolpite e lunghe in modo innaturale […] I denti scheggiati e gialli. […] Sembra un attore pronto a fare un provino per il ruolo di Ichabod Crane”.
Ecco Y__, il protagonista, insieme alla psicologa, di L’uomo visibile.
Il romanzo di Chuck Klosterman cattura l’attenzione con gran facilità, strutturato interamente come fosse una raccolta di trascrizioni delle sedute di Y__ e del relativo scambio di email a cui la Dottoressa Victoria Vick ha dato forma di racconto da proporre per la pubblicazione a Simon & Schuster.
Chi siamo quando siamo da soli? Siamo diversi rispetto a quando siamo insieme agli altri? Si può affermare che la nostra realtà è fondamentalmente ridotta a ciò che gli altri percepiscono di noi?
Y__ sostiene di poter diventare invisibile e introdursi nelle case degli altri allo scopo di osservarli nei momenti in cui la maschera sociale viene deposta, ma è solo questo il motivo per cui ricorre alla “logica dell’invisibilità”? Non potrebbe essere che Y__ usa l’invisibilità come una protezione del sé?
Di fatto l’analista fin da subito cade in balia di quest’uomo misterioso che inverte i ruoli, non le lascia condurre la terapia ma si sostituisce a lei definendo le priorità degli argomenti da approfondire nelle sedute.
Un ruolo importante nella storia hanno anche i personaggi che Y__ ha “spiato”: Bruce, Dave, Valerie perché di fatto è attraverso le loro vite che Y__ discute con Victoria Vick.
“Il mio scopo nella vita, grossomodo da quando ero in fasce, è scoprire la verità sulla natura umana. […] Non si tratta di hybris, e non mi interessa se sembro pomposo e irrealistico. Le cose stanno così”.
Fa riferimento al “principio di indeterminazione” di Heisenberg Y__ (o Chuck Klosterman?), il caso è fondamentale per conoscere davvero le cose, gli altri, e nel momento in cui anche accidentalmente finiamo per osservare qualcuno o qualcosa diventiamo automaticamente coloro che contribuiscono a mutare le circostanze.
E’ morale spiare gli altri? E’ la domanda che Victoria Vick pone a Y__:
“l’ho fatto per scoprire la verità sulle persone”.
Ma qual è invece la verità su Y__?
Egocentrico, inquietante, si sente un “uomo del Rinascimento”, lo si percepisce subito come una minaccia per Victoria Vick che risulta sminuita anche come terapista dal momento che non riesce mai ad ottenere risposte dal suo paziente e soprattutto non arriva mai a farsi conoscere dal lettore se non oltre la metà del libro.
Ci fa assistere, Chuck Klosterman, ad una dinamica di controtransfert che si evolve man mano che la storia prosegue fino ad arrivare a condizionare la vita della terapeuta che finisce per affrontare come conseguenza il cosiddetto “arousal” perdendo di vista il suo ruolo.
Moltissime le citazioni dell’autore a vari ambiti della cultura pop, tutta la storia della “tuta invisibile” è una citazione del romanzo di Philip K Dick “Un oscuro scrutatore”. L’etica scientifica, i condizionamenti della rete e la seduzione del voyeurismo, tutto questo affronta Klosterman in L’uomo visibile.
“La morale della favola è questa, Vicky. Lei è internet. […] Rappresenta il ponte grazie al quale mi accingo a superare il divario tra le mie due vite, quella esteriore e quella interiore.”
L’uomo visibile di Chuck Klosterman (Traduzione: Leonardo Taiuti)
Alter ego edizioni
Pg 288 € 16,00 sul sito dell’editore