Il giornalismo inizia la sua profonda trasformazione nel XXI secolo, a seguito dell’aggiornamento del paradigma economico e sociale che rivoluziona le abitudini delle persone. Non possiamo tralasciare in questo momento storico la crisi economica che favorisce un distacco della popolazione alla lettura del quotidiano. Le imprese subiscono ingenti perdite di fatturato, i consumi rallentano precocemente, il settore immobiliare registra pesanti ridimensionamenti di mercato. Il ruolo fondamentale di una corretta informazione deve essere valorizzato nei periodi di crisi per raccontare la verità e sollevare riflessioni. Il Coronavirus accelera questa transizione e nuovi soggetti pensano a innovative iniziative. Il giornalismo diventa un mestiere complicato ed è necessario gestire questo cambiamento. «La spinta a lanciare una nuova iniziativa editoriale – racconta Simona Maria Frigerio, cofondatrice di www.theblackcoffee.eu – è arrivata a marzo 2020, insieme al Covid-19. Quando sono rientrata dall’Oriente e ho visto com’era diverso il modo di confrontarsi con la pandemia (avevo rilevato l’efficienza in Corea del Sud contemperata dal rispetto dei diritti e delle libertà civili) ho scritto un articolo. A distanza di mesi e con quello che è successo dopo non è certo dirompente (https://www.theblackcoffee.eu/eretici-in-tempo-di-coronavirus/) ma allora non ci fu nessun giornale online o carta stampata che volesse pubblicarlo. La paura e il pensiero unico sembravano aver offuscato la razionalità e il pragmatismo. Così ho accolto l’invito che la mia amica Laura mi faceva da un po’ di tempo e abbiamo deciso di autoprodurci».
Come nasce www.theblackcoffee.eu
«Il giornale www.theblackcoffee.eu nasce come uno spazio di pensiero libero. Siamo indipendenti e vogliamo restarlo. Intorno a noi si è creata una piccola redazione di collaboratori che crede nel progetto e nel watchdog journalism. Non siamo a favore oppure contrari a nessun governo o addirittura a qualche partito politico. Ognuno ha le proprie idee ma quando scriviamo perseguiamo, con onestà, un solo fine: la verità. Ben presto ha iniziato a scrivere con noi Ettore Vittorini, giornalista storico del Corriere della Sera; Verena Leonardini da Londra; Francesco Chiaro dalla Grecia. E altri che ci hanno regalato le loro opinioni, esperienze e idee. A questo punto abbiamo deciso di lanciare una campagna di crowdfunding https://www.produzionidalbasso.com/project/the-black-coffee-notizie-dal-mondo/ che ha obiettivi precisi: migliorare la grafica del sito e renderlo più veloce. Vorremmo anche raccogliere un minimo per coprire le spese di coloro che collaborano, soprattutto dall’estero. Attivare un canale diretto coi nostri lettori e, quindi, una newsletter. Sentiamo il bisogno di dare la possibilità a coloro che ci leggono di farci presente problematiche che conoscono direttamente. A differenza di chi crede nelle veline copia e incolla o nel pensiero unico, noi crediamo nelle inchieste, nella vicinanza con le persone, in un settimanale davvero glocal. Puntiamo sugli esteri perché non si può capire cosa sta succedendo in Italia se non si guarda al resto del mondo. Ma non bisogna, facendolo, nemmeno dimenticare i problemi tutti italiani (ma non solo). Finora abbiamo toccato i 280 articoli in meno di 9 mesi di pubblicazione. Diversi articoli sono tradotti anche in inglese. E Laura Sestini, che è stata anche corrispondente dall’estero, segue con particolare cura tutta la situazione Mediorientale e il Nord Africa, avvalendosi anche delle testimonianze dirette degli abitanti locali e facendo interviste agli stessi. Ultima nostra particolarità, come Settimanale, è quella di voler raccontare anche la storia (e, quindi, ecco gli approfondimenti sul G8 di Genova 19 anni dopo o sulla morte di Luca Rossi a Milano) e le storie: se si affronta un argomento e ci sono sviluppi, aggiorniamo i nostri lettori (come sta facendo Laura, ad esempio, in merito al caso Assange che è oggi, per noi, l’esempio più eclatante di cosa si rischi se si vuole fare davvero giornalismo d’inchiesta e investigativo). Abbiamo bisogno che almeno 500 persone donino dieci euro per raggiungere il nostro obiettivo. Il che non significa solamente che potremo continuare col progetto per tutto il 2021, ma soprattutto che c’è ancora voglia e necessità di giornalismo e che contro l’omologazione della stampa di cui si lamentano un po’ tutti c’è davvero il desiderio di reagire sostenendo iniziative indipendenti».
Francesco Fravolini