Il lavoro conosce e valorizza la modalità dello smart working, introdotta con la pandemia del Covid 19. C’è stato un cambiamento del paradigma economico e sociale favorito soprattutto dall’emergenza sanitaria; questa modalità era già adottata da alcune imprese italiane anche se non sufficientemente valutata. Sono state sollevate riflessioni sull’opportunità di continuare a utilizzare lo smart working dopo l’emergenza sanitaria del Covid 19. Cerchiamo di conoscere le conseguenti decisioni anche a livello europeo per capire le differenze e le diverse reazioni nel settore economico.
La Croazia
Promuove il soggiorno di questa nuova e sempre più numerosa categoria di lavoratori mettendo in campo un Permesso Temporaneo di Soggiorno (PTS) per tutti i nomadi digitali, erroneamente definito visto, che permette di risiedere fino ad un anno nel territorio croato. Il permesso può essere richiesto da qualunque cittadino straniero che lavora da remoto tramite l’utilizzo di tecnologie di telecomunicazione, in proprio o per un’azienda straniera. Significa quindi che chi decide di sfruttare il PTS non potrà in nessun caso offrire le proprie prestazioni ad alcuna azienda registrata in Croazia. La durata massima del permesso è pari a un anno ed è possibile richiedere un permesso di durata inferiore, pari a sei mesi. Il PTS per nomadi digitali è rinnovabile. È importante sapere che devono trascorrere sei mesi dal momento della scadenza del primo permesso, prima di poter richiedere un nuovo permesso.
Come presentare il permesso di soggiorno
Ci sono due modalità per presentare la richiesta: chi necessita di un visto per entrare in Croazia, dovrà fare richiesta per il PTS presso un Consolato o Ambasciata croata nel proprio Paese di residenza; chi non necessita del visto per entrare in Croazia potrà presentare la richiesta sia presso un Consolato o Ambasciata croata nel proprio Paese di residenza sia tramite il Ministero degli Interni. Essendo cittadini dell’UE, i cittadini italiani non necessitano del visto per entrare in Croazia.
Albania
Se nella routine professionale è possibile lavorare ovunque grazie ad una connessione ad Internet, sono sicuramente da prendere in seria considerazione l’Albania e Valona. Anche l’Albania, mediante specifiche disposizioni di legge, mette in campo permessi lavorativi temporanei con lo scopo di rilanciare la propria economia in questi travagliati tempi influenzati dalla pandemia. Conosciamo nel dettaglio la tipologia di questi strumenti, senza tralasciare che sono fondamentali nelle politiche di economia riguardanti ciascun Paese per rilanciare la crescita e promuovere diverse modalità di lavoro, anche a causa del nuovo paradigma economico e sociale del XXI secolo.
Tipologie di permessi di soggiorno
Il Permesso di soggiorno per smartworker digitali riguarda i lavoratori digitali ed è valido fino ad un anno, rilasciato nei casi in cui il cittadino straniero sia legalmente residente nella Repubblica d’Albania e: dimostri, attraverso un contratto di lavoro in corso di validità con il datore di lavoro all’estero o con un contratto di servizio con l’imprenditore o il cliente all’estero, che lavorerà senza una sede fisica per lavori specifici che consentano di lavorare tramite strumenti informatici; dimostri di avere un reddito sufficiente per mantenere se stesso e le persone eventualmente a suo carico durante il soggiorno nella Repubblica d’Albania; abbia una prova della propria residenza nella Repubblica d’Albania; abbia sottoscritto una polizza assicurativa sanitaria valida per almeno un anno; sia in possesso di un certificato penale del suo paese di origine specificando se ha o meno precedenti penali. Il Permesso per investitori viene fornito con un limite di tempo di due anni, quando l’investitore: fa un investimento; il rapporto dei dipendenti nell’attività economica è di cinque cittadini albanesi per ogni cittadino straniero impiegato. Questo rapporto dovrebbe essere mantenuto nel Consiglio di Amministrazione e negli altri organi di governo o controllo; il loro stipendio è almeno pari allo stipendio medio pagato nella Repubblica d’Albania per le relative posizioni lavorative nell’anno precedente; il soggetto sia in possesso di regolare documentazione con la quale provare che la sua attività non è in perdita e regolarmente registrata e in regola con gli obblighi fiscali. Il permesso è rinnovabile per un periodo di tre anni.
La Grecia
Quando scendiamo poco più in giù sulla cartina geografica e oltrepassiamo il confine albanese, troviamo una gradita sorpresa europea, già nota recentemente per una serie di decisioni molto attraenti per i cittadini stranieri: la Grecia. Si pensi al Golden Visa per i cittadini extra-UE oppure l’introduzione a metà 2020 della tassazione flat al 7% per 15 anni per i redditi da pensione estera. Per i lavoratori, la Grecia ha introdotto un regime fiscale agevolato per coloro che trasferiscono la propria residenza fiscale nel Paese. Il dipendente che inizia un nuovo lavoro o il libero professionista pagherà le tasse solo sul 50% del reddito di fonte greca per un periodo di sette anni. I requisiti sono due: non aver avuto la residenza fiscale in Grecia negli ultimi sei anni; provenire da un paese dello Spazio Economico Europeo o con cui la Grecia ha un accordo di cooperazione in tema fiscale. È importante sottolineare che grazie al crescente interesse, il termine per la presentazione delle domande per il 2021 è stato recentemente prorogato fino al 30 Settembre per le persone fisiche che trasferiscono la residenza fiscale e saranno impiegate in nuovi lavori o inizieranno a lavorare come lavoratori autonomi.
Approfondimento in collaborazione con Reframed, agenzia italiana per trasferirsi all’estero e studio di consulenza fiscale estera.
Francesco Fravolini