BabeleLa Lingua dei Segni Italiana diventa ufficiale

Essere sordi in Italia non è semplice. A causa dei continui tagli all’istruzione, spesso i bambini o i ragazzi sordi si trovano abbandonati a loro stessi in classi piene di parole e rumori che non hanno la capacità di percepire. Pensate di essere al primo banco, in prima media, con compagni nuovi che parlano tra di loro e un professore che spiega girandosi alla lavagna. Senza nessuno che vi accompagni in questo dedalo di voci, come fareste a cogliere tutto ciò che sta succedendo?

La comunità segnante

La lingua dei segni Italiana, ovvero LIS, è una lingua naturale nata grazie alla comunità sorda segnante, della quale fanno parte sordi o udenti, segnanti nativi o tardivi. Quelli che nella lingua parlata sono detti fonemi, corrispondono in questa ai cheremi della LIS, che si compone anche tramite delle componenti manuali: la configurazione, la locazione, la tipologia di movimento e l’orientamento del segno.

Anche lo sguardo, i movimenti del corpo e l’espressione facciale sono significativi. Per esempio, gonfiare le guance è un modo per dire che l’oggetto di cui stiamo parlando è grosso, mentre per contraddistinguere domande aperte e chiuse le sopracciglia devono essere tirate verso il basso o verso l’alto.

Le componenti orali non sono propriamente parte della lingua dei segni, ma vengono “aggiunte” nel caso in cui il segno sia ambiguo. Ci sono anche delle componenti orali che sono “slang” come “non ancora” che si può dire unendo i due indici e pollici, muovendoli davanti alle spalle e dicendo “tssss”.

Per decenni la lingua dei segni non è stata riconosciuta come lingua ufficiale, a causa di un’educazione oppressiva che non permise l’uso naturale della lingua dei segni ai sordi. Questo era imposto per cercare di integrare, in modo errato e forzato, i sordi e gli udenti. In questo sforzo a senso unico, molti sordi sono stati tagliati fuori da buona parte della comunità.

In Italia solo il 10% dei sordi sotto i 36 anni si esprime in LIS come lingua madre e in italiano orale come seconda lingua, mentre il 90% parla l’italiano orale. Molti giovani riescono ad esprimersi in entrambe le modalità, anche se il bilinguismo non è ancora diffuso come si spererebbe. La ragione sta nella legislazione in materia di istruzione. Se è vero che sempre più giovani sono attratti dalla LIS e quindi la imparano in età adulta per comunicare con amici sordi, la legislazione non ha di certo aiutato la diffusione della LIS: fino al 1880, l’istruzione dei bambini sordi avveniva in istituti speciali dove la LIS non solo non era bandita, ma era anche utilizzata nella formazione degli allievi. Da quell’anno, però, il congresso di Milano dichiara che il metodo orale deve essere preferito, penalizzando la comunità sorda.

È solo dagli anni ’70 che si stabilisce che gli enti locali e le unità sanitarie locali devono assegnare personale docente specializzato e operatori e assistenti specializzati, mentre la figura dell’assistente alla comunicazione, essenziale per la comprensione dei disabili sensoriale, è stata inserita solo nel 1992. Questa figura è un vero e proprio interprete di simultanea che però non opera in ambito di conferenza ma in ambito sociale (scuole, uffici, ambiti della sanità, tribunali, ecc.).

 

Il riconoscimento della LIS

Nel 2011 nasce in Italia il Movimento LIS Subito, che chiedeva un riconoscimento legislativo della lingua dei segni italiana, proprio per avere diritti e riconoscimenti che fino a quel momento erano stati negati alla comunità segnante. Nel 2017 il disegno di legge numero 302 venne approvato, il disegno si chiama Legge quadro sui diritti di cittadinanza delle persone sorde, con disabilità uditiva in genere e sordocieche. Tale proposta non è mai stata approvata dalla Camera.

Nel resto dei paesi Europei la lingua dei segni è considerata ufficiale, in alcuni di essi lo è già da decenni. In Italia, è stata finalmente riconosciuta quest’anno, più precisamente il 19 maggio 2021, dopo anni di proteste da parte della comunità sorda. La Camera dei deputati ha approvato in via definitiva il disegno di legge che riconosce, promuove e tutela la lingua dei segni italiana e la sua versione tattile, la LIST.

Quest’anno abbiamo avuto una giornata davvero segnante nel mondo della comunità sorda. L’articolo con le Misure per il riconoscimento della lingua dei segni italiana e l’inclusione delle persone con disabilità uditiva riconosce, inoltre, le figure dell’interprete LIS e dell’interprete LIST quali professionisti specializzati nella traduzione e interpretazione rispettivamente della LIS e della LIST. Un successivo decreto definirà i percorsi formativi per l’accesso alle professioni di interprete LIS e di interprete LIST e le norme transitorie per chi già esercita tali professioni. Nel testo si legge anche che “per favorire l’accessibilità dei propri servizi, le pubbliche amministrazioni promuovono la diffusione dei servizi di interpretariato in LIS e in LIST, la sottotitolazione e ogni altra modalità idonea a favorire la comprensione della lingua verbale nonché iniziative di formazione del personale“. Infine, per favorire l’inclusione sociale delle persone con disabilità uditiva, si legge che “la Presidenza del Consiglio dei ministri promuove campagne di comunicazione“.

 

Sordi e sordastri

Il riconoscimento della LIS è fondamentale per enti come L’ENS (l’Ente Nazionale Sordi) e per tutti quelli che ne fanno parte. Ciò non vuol dire che sordi e sordastri non debbano ricorrere ad eventuali aiuti come gli apparecchi acustici di AudioVita o i discussi impianti cocleari, tuttavia, l’errore è che una cosa escluda l’altra. Il benessere psicofisico e i diritti di queste persone devono essere tutelati e si deve cercare di dare loro più possibilità possibili di integrarsi tra loro e nella società udente.

X