Mad WebStefania De Angelis: come riformare Roma attraverso i Municipi

Iniziamo oggi la nostra esplorazione dei candidati più interessanti del Comune di Roma e dei suoi Municipi, in un’ottica di pura scoperta di figure energetiche e frizzanti in grado di dare nuova linfa vitale allo sviluppo di una città che è sembrato addormentarsi nell’ultimo quadriennio.

In questa novella lista di figure di riferimento si colloca a pieno titolo Stefania De Angelis, candidata per il PD del XV Municipio di Roma.

Stefania ha imparato a camminare proprio in questo Municipio, e qui sono cresciuti i suoi figli in un legame di amore e odio per un territorio lontano da Roma ma denso di umanità e affetti. Da sempre si è occupata di politiche di genere e di sociale, portando avanti l’idea che i territori debbano essere progettati per donne e bambini, che ne sono i principali fruitori quotidiani e la cui presenza costante rende “luoghi” anche i “non-luoghi”. Nella sua idea la politica rappresenta senza ombra di dubbio uno strumento di ascolto e di progettazione a lungo termine.

E allora, vediamo di fare a Stefania le domande giuste per comprendere meglio cosa pensa, e cosa vuole fare per migliorare la situazione nel suo Municipio:

 

Salve Stefania, piacere di conoscerti! La nostra prima domanda è: come pensi di migliorare la qualità della vita degli abitanti del Municipio XV?

Vorrei avere una bacchetta magica da poter usare, tante sono le cose che dobbiamo migliorare nel Municipio XV. Detto questo, però, potremmo pensare a questo aspetto come fosse diviso in due livelli, che procedono di pari passo e che dialogano continuamente a vicenda, quali:

  1. Intervenire per migliorare quello che non funziona e di cui generalmente ci lamentiamo. Penso ai trasporti, al traffico, alla nettezza urbana e via dicendo;
  2. Fare in modo che la politica inizi ad occuparsi delle persone, mettendole al centro di un discorso politico vero e concreto. Diventa in questo senso fondamentale attuare una politica vicina alla gente. Per farlo, serve una adeguata preparazione di tipo culturale, che inizi se possibile dalla giovane età con un punto chiave posto nella fase anagrafica abbinata alla scuola secondaria. Sembra banale e forse scontato dirlo, ma fino ad ora questo è successo davvero poco.

 

Concretamente quello che ci hai appena detto in cosa si traduce?

Probabilmente molti ancora non si sono resi conto che quando sarà terminata la “stagione del sostegno” da parte dello Stato partiranno in maniera veloce licenziamenti e sfratti, la dispersione scolastica sarà in aumento, e tutto questo porterà conseguenze a cui tutti noi dobbiamo in qualche modo prepararci. Questo vuol dire:

  1. Rivedere le quote da inserire nella voce di tipo “sociale” che vanno certamente aumentate, lavorando principalmente alle cose che si possono fare davvero;
  2. Far conoscere in modo chiaro e diretto al Municipio quello che è lo stato di ciascuno cittadino;
  3. Far conoscere in modo chiaro e diretto i cittadini quello che il Municipio può fare per loro;
  4. Supportare il coordinamento delle decisioni dei Municipi e la loro impostazione di base, e farlo a prescindere dal partito e/o dal movimento politico di riferimento in esso presente. Il tutto considerando come prioritario il fatto che la scuola, le politiche di genere, il welfare non possono e non devono avere delle politiche di coordinamento diverse tra i vari Municipi.
  5. Aprire una finestra particolare sulle donne a partire dalle scuole, che vedono da sempre una maggiore presenza di maestre piuttosto che di maestri. L’educazione di genere inizia presto e diventa molto utile nel raccontare la storia delle conquiste femminili. Storicamente, infatti, diventa semplice che i diritti diretti acquisiti dal femminismo possano fare anche balzi indietro di 40 anni, come mostra l’esempio del DLL Pillon. Con questo non si vuole dire che certi diritti non esistono, anzi. Si vuole invece mostrare come per mantenerli intatti ci voglia un lavoro di tipo costante.

 

Infine, una domanda leggera: vuoi dirci quali sono le tue 3 più grandi passioni?

Sembra semplice rispondere, ma… poi a conti fatti, per una persona piena di passioni come me, non è affatto facile! Proviamoci:

  1. Il linguaggio, che è quello che rende differenti gli esseri umani dagli animali, diventando una meravigliosa costruzione di simboli tradotti in parole. In questo senso, sia il linguaggio della scuola che quello della strada si devono sempre intersecare in funzione del raggiungimento del risultato prescelto;
  2. Il cinema, e in questo mi piacerebbe arrivare al risultato che rinascano i cinema del Municipio XV per poter proiettare su di loro importanti film, progetto che permetterebbe anche la creazione di nuovi posti di lavoro;
  3. Roma, intesa come qualcosa da scoprire a partire dalle sue bellezze architettoniche. Sempre sperando che tutta Roma possa tornare presto Roma, senza che ci siano quei muri materiali e umani che giocoforza la dividono sempre.

 

 

E noi tutti volentieri ci abbiniamo a questo augurio finale che Stefania fa, sperando davvero che diventi presto qualcosa di reale.

Potete scrivere a Stefania sulla sua email oppure trovarla sulla sua pagina Facebook.

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