Il cielo e le stelle attirano molto più di qualche sguardo romantico: gli astri stanno confermandosi sempre più tennero fertile per investimenti e iniziative economiche importanti, destinate a rivoluzionare la cultura, il turismo e probabilmente anche il futuro dell’immaginario collettivo.
È facile associare questo concetto alle istituzioni astroscientifiche più classiche, quali osservatori e università, ormai in riapertura dopo l’emergenza sanitaria. Eppure, è anche vero che ormai soggetti e gruppi privati stanno decisamente muovendosi nella direzione di maggiori investimenti nel settore dell’astronomia. La space economy è già avviata e operativa, grazie a progetti di portata miliardaria quali SpaceX, Blue Origin e Dyenetics: il peso economico stimato di questo micro-cosmo dell’economia è di 350 miliardi di dollari e, ovviamente, non si tratta di un fuoco di paglia. Da qui al 2040, infatti, si stima che le cifre saranno più che quintuplicate, per un volume di affari assimilabile ai 1.700 miliardi di dollari.
I grandi numeri della Space Economy
L’investimento nel settore dell’astronomia coinvolge ormai gli appassionati in misura sempre crescente. Si va dagli investimenti in autentiche missioni spaziali di ampio respiro agli acquisti più inconsueti alla portata di tutti: si può persino comprare una stella da regalare per ogni occasione. Alcuni programmi spaziali sono delle attrazioni capaci di polarizzare l’attenzione mediatica ed economica in maniera veramente importante.
Molto noto, il programma dello Space Shuttle, un programma dispendioso che ha fatto da capostipite e apripista per molti altri programmi che hanno caratterizzato il decennio 2010-2020, in un’autentica corsa al miglioramento e alla perfezione.
Tra i maggiori investitori nel mondo dell’astronautica, non si può che citare Elon Musk, che ha dato il via alle spedizioni private di razzi a propellente liquido (il Falcon). Il Dragon di Musk, inoltre, è stato il primo veicolo spaziale di un’azienda privata a raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale. Il progetto di Elon Musk prende corpo nella società privata SpaceX, fondata nel 2002 e di cui Musk possiede il 48%: di recente, la società ha raggiunto il valore di 74 miliardi di dollari (di cui 32 spetterebbero al solo Musk).
Tra i principali competitor dello SpaceX di Musk, si trovano società aerospaziali di primo piano, tra cui Virgin Galactic (di Richard Branson) e Blue Origin (di Jeff Bezos). Insieme, queste tre società creano quella giusta competizione che farà da stimolo per ulteriori passi avanti nell’aeronautica spaziale. Il nuovo obiettivo dichiarato sembra essere il pianeta rosso, Marte, che ormai ha preso il posto della Luna come corpo celeste oggetto di attenzioni da parte di investitori pubblici e privati.
Nuove frontiere di investimento e di osservazione sono certamente anche gli esopianeti, ossia i pianeti non appartenenti al sistema solare. Si è assistito, nell’ultimo decennio, a una vera e propria corsa alla scoperta di questi pianeti: il risultato è stata la categorizzazione di ben 4150 corpi celesti certi, cui si aggiungono altri 3.000 possibili candidati.
Come avvicinarsi allo Spazio
Se, da un lato, osservatori, università e astro turismo offrono posti di lavoro o occasioni di volontariato più tradizionali, è possibile reinventarsi e occupare posizioni anche di primo piano nella space economy tramite altre vie: ad esempio, si può percorrere la strada della divulgazione astro scientifica, sfruttando canali quali YouTube o altre piattaforme pensate ad hoc. È questo il caso di Adrian Fartade, che ha fatto dell’astronomia e dell’astronautica i suoi campi di indagine e divulgazione prediletti.
Proprio Adrian Fartade, inoltre, cura il podcast VS – Verso lo Spazio, insieme a Luca Perri. Si tratta di un podcast dedicato a tutti gli appassionati di astronomia, accessibile anche ai meno preparati nel settore. Forte dunque di uno stile ironico e di un linguaggio semplice e immediato, il podcast permette di ripercorrere le principali scoperte astronomiche della storia più o meno recente, con un occhio di riguardo alle innovazioni più attuali e alla corsa verso lo Spazio che caratterizzerà l’immediato futuro.
Un ulteriore passo verso lo Spazio può essere compiuto avvicinandosi all’Unione Astrofili Italiani. L’UAI, infatti, proprio in questo momento sta coprendo un ruolo di primo piano per la sicurezza anti-covid nel contesto delle riaperture dei planetari: questi sono luoghi culturali di capitale importanza per la divulgazione, ma non sono stati contemplati dal legislatore nella politica delle riaperture. Per questa ragione, Luca Orrù – presidente UAI – ha dovuto muoversi autonomamente nella definizione delle regole per le riaperture dei planetari.
Sempre in tema divulgazione, proprio l’UAI ha di recente patrocinato un evento astronomico in Friuli-Venezia Giulia, il 1° Star Party, in provincia di Udine, si è tenuto infatti giorno 4 settembre e ha permesso ai partecipanti di apprezzare a occhio nudo ammassi stellari della Via Lattea e altre meraviglie del cielo. Un altro Star Party, invece, previsto per i giorni dal 10 al 12 settembre è l’occasione ideale per gli abitanti della zona del Santuario di Sant’Anna di Vinadio (CN) per ammirare le stelle e scoprire – tramite le conferenze tenute in quei giorni – i passi da gigante fatti nelle osservazioni astronomiche.