L’immobiliare risente dell’accelerazione del digitale dovuta alla pandemia del Covid 19. C’è un costante appello a rivolgersi alla tecnologia, in grado di stravolgere il mercato economico del settore. Dobbiamo evidenziare il cambiamento repentino il quale rivoluziona i canoni standard dell’asset economico, costringendo gli operatori del settore a proporre nuove modalità di compravendita. È la conseguenza della trasformazione già presente nel XXI secolo, favorita dall’emergenza sanitaria, che impone agli addetti del settore una totale revisione dell’organizzazione del lavoro.
Analisi del comparto
«Nel 2020 il mercato degli analytics – emerge da una ricerca svolta dall’osservatorio Big Data Analytics & Business Intelligence del Politecnico di Milano – ha sfiorato in Italia quota 2 miliardi di valore complessivo, con un incremento del 6% rispetto all’anno precedente e che anche nel 2021 non accenna a fermarsi. Il documento sottolinea come l’impiego massiccio dei dati rappresenti ormai un prerequisito fondamentale per effettuare scelte in modo consapevole. L’applicazione degli strumenti tecnologici e digitali al settore immobiliare ha addirittura dato vita a un neologismo, PropTech, che fonde i vocaboli property e technology per indicare l’utilizzo di Big Data nel real estate». È utile ricordare che i Big Data possono diventare uno strumento, oltre che di analisi, per consentire ai soggetti coinvolti di effettuare scelte intelligenti e con maggiore velocità. Con Pietro Pellizzari, CEO di Wikicasa, vogliamo approfondire il futuro dell’immobiliare con una riflessione che riguarda il futuro dell’economia immobiliare con la veloce affermazione del digitale.
Il digitale come promuove l’immobiliare?
«La ricerca immobiliare passa ormai per oltre il 90% dal web, che costituisce quindi il primo canale di promozione immobiliare per gli operatori del settore. Chi cerca un immobile si rivolge in prima battuta ai portali immobiliari, perché può ottenere in brevissimo tempo una panoramica complessiva del mercato: in pochi click l’utente può scremare gli annunci e – tramite ricerca su mappa, filtri, foto, planimetrie e virtual tour – arrivare in tempi rapidissimi all’individuazione dell’immobile desiderato. Con i nostri portali (Wikicasa, Casaclick, Commerciali.it) puntiamo a raccogliere il maggior numero di annunci, ma soprattutto vogliamo proporre alla clientela informazioni aggiornate, corrette ed affidabili, fondamentali in un processo di ricerca così delicato. I portali hanno semplificato il primo step di ricerca immobiliare e reso più trasparente il mercato, creando un beneficio di sistema. La figura del professionista rimane centrale dato che la quasi totalità dei contenuti dei nostri portali è fornita dalle agenzie immobiliari. Quest’ultime investono sempre di più nel processo di digitalizzazione, non a caso i quattro principali gruppi immobiliari Italiani sono nostri soci».
Il futuro delle agenzie immobiliari passa per il web. Come immaginare il futuro dell’economia italiana?
«Il presente delle agenzie passa per il web e così avverrà sempre di più in futuro. I portali possono essere partner ed alleati formidabili per i professionisti, a patto che quest’ultimi li utilizzino e li sfruttino sapientemente a proprio vantaggio. I portali, oltre ad agevolare l’attività di promozione immobiliare, forniscono una serie di servizi legati al mondo delle quotazioni e valutazioni immobiliari che sono utili al mercato intero. Si pongono come data provider raccogliendo una grande mole di dati in termini di domanda e offerta, forniscono servizi a diversi attori coinvolti, tra cui banche (per l’erogazione dei mutui), utilities (ad ogni cambio casa ci sono nuove utenze e servizi da attivare), costruttori (insight su come la domanda muta le proprie esigenze abitative, specie post-Covid) e molti altri soggetti. Il potere del web è quello di velocizzare lo scambio di informazioni, i portali, come collettori di dati hanno la grande chance di porsi come fulcro del sistema immobiliare – e non solo – per guidare la ripartenza fornendo insight, previsioni e nuovi scenari a supporto degli operatori fisici, protagonisti del real estate, che per definizione è un settore che si basa sull’economia reale».
Francesco Fravolini