Il libro
Dopo più di sessant’anni torna in libreria con una nuova traduzione italiana il romanzo d’esordio di Sinclair Lewis, primo scrittore statunitense a vincere il premio Nobel per la letteratura. William Wrenn vive a Manhattan in una camera ammobiliata, consuma i pasti in modeste trattorie, passa le sere libere da solo al cinema mentre sogna viaggi avventurosi in luoghi esotici. Appena se ne presenta l’occasione, rinuncia al grigiore di un lavoro sicuro nella metropoli per partire alla volta dell’Inghilterra, terra idealizzata in cui spera di conoscere il grande amore. Al contrario, giunto in questa nuova realtà farà nuovamente i conti con la solitudine, l’incomunicabilità e mille contraddizioni. Eppure, al culmine della disillusione, il destino riserverà al mediocre Wrenn la possibilità di recitare finalmente un ruolo da protagonista.
La mia lettura
“Il bigliettaio del cinematografo Nickelorion è un personaggio pubblico che spicca sulla Quattordicesima Strada di New York: indossa un vistoso cappotto azzurro con tanti bottoni di ottone. Fa un cenno a tutti gli avventori e il suo cenno è il più cordiale della città. Mr. Wrenn aveva l’abitudine di trotterellare no alla Quattordicesima, passando davanti a tanti altri locali, solo per ricevere quel cordiale cenno del capo, perché la sera se ne stava da solo in una stanza ammobiliata e di giorno faceva un lavoro noioso che gli annebbiava sempre la testa. “
L’incipit di Il nostro Sig. Wrenn è perfetto per farci comprendere chi è quest’uomo, Sinclair Lewis ha trovato un modo leggero per descrivere la sua solitudine disperata che lo accompagna come un’ombra per tutta la storia.
Qualcuno ha voluto vedere un po’ di Lewis in Wrenn e in effetti soprattutto in questo esordio lo scrittore ha fatto diverse incursioni nella storia, molto ironici e divertenti sono per esempio i titoli dei capitoli che racchiudono le tracce del realismo che successivamente diventerà la sua cifra stilistica e che avrà toni maggiormente oggettivi.
La Manhattan di Wrenn non è ancora un posto divorato dal business feroce come accadrà nel contesto sociale di Babbitt, tuttavia in lui c’è già il malessere psicologico tipico di chi vive in una metropoli, soffocato da un lavoro banale e ripetitivo, dal terrore di rimanere senza quell’impiego odiato e nello stesso tempo dal desiderio di farla finita con quella vita piatta.
“A trentaquattro anni Wrenn era l’addetto alle vendite della Souvenir Company. Sempre chino su banconote e colonne di cifre ad una scrivania dietro il magazzino. Era uno scapolo piccolo e mite, con un paio di baffetti malriusciti e vestiva abiti blu preconfezionati poco appariscenti. Quel giorno – gli storici indicano la data del 9 aprile 1910 – erano arrivati ordini confusi e caotici dai rivenditori del Wisconsin, e Wrenn era stato “ripreso” dal capoufficio, il signor Mortimer R. Guilfogle. Sentiva proprio il bisogno del cordiale cenno del capo del bigliettaio del Nickelorion. Dopo l’orario di ufficio trovò la Quattordicesima spazzata da un vento polveroso che sferzava le gonne a gruppi di paffute ragazze ebree, le cui camicette scollate a V mettevano in evidenza morbide gole abbronzate. Sotto la stazione della sopraelevata fantasticò segretamente di essere a Parigi, perché laggiù bei ragazzi italiani fluttuavano con vasi di violette, un ambulante metteva in mostra conigli meccanici color cremisi che cigolavano su corde argentate e un’edicola era tappezzata di copertine arancioni, verdi e dorate. “
Il mito dell’Europa, dell’opportunità di fare esperienze fuori dagli Stati Uniti è un tema centrale nella storia, Lewis però decide di “spezzare” il sogno di Wrenn, di far cadere quell’immagine dell’Inghilterra idealizzata attraverso i depliant delle agenzie di viaggio e lasciare che decida in favore di una tranquillità banale, rassicurante, piccolo borghese.
Le pagine sulla traversata USA/Gran Bretagna sono molto interessanti, Wrenn si avventura col compagno di viaggio Morton in discussioni sul socialismo.
“Ti dico che cosa credo che possa accadere, però,” si entusiasmò Morton. “Questo socialismo, e forse anche quelli dell’International Workers of the World, potrebbero diventare un nuovo tipo di religione. Non ne so molto, devo ammetterlo. Ma sembra che potrebbe essere così. È strasicuro che i vecchi partiti politici sono ormai solo bande – non rappresentano niente tranne il loro nome. Ma questa faccenda dei compagni… bella trovata. Fratellanza di uomini – vera fratellanza. La mia idea di religione. Una (religione) perché deve esserlo, non solo perché lo è sempre stata? Sissignore, io sono per una religione di bravi ragazzi che lavorano insieme per rendere le cose più facili l’uno all’altro”.
“Puoi ben dirlo!” confermò Wrenn, e si diedero pacche sulle spalle e risero insieme in uno slancio condiviso di speranza.
“Vorrei saperne di più di questa roba del socialismo”, rifletté Wrenn, con la testa abbassata, esaminando i bordi d’ombra del tramonto.
Qui un critico un po’ pedante e cattivello potrebbe domandare a Wrenn/Lewis … “ ma non eri tu che citavi Jack London? Com’è che adesso non sai cos’è il socialismo????”
Noi però facciamo finta di niente anche perché prima di “Our Mr Wrenn” Lewis aveva scritto solo Hike and the Aeroplane, nel 1912, firmato con lo pseudonimo Tom Graham, la sua carriera di scrittore, il suo “coming of age” letterario in fondo si realizza ben dopo quindi certe “sviste” sono sicuramente perdonabili.
Particolarmente divertente la figura di Istra Nash, donna modernissima, ammaliatrice che seduce e intimidisce il povero Wrenn:
“Che fanno a New York le persone che non vanno alle feste o leggono molto – cosa fanno per divertirsi? Sono così interessata ai tipi.”
“Bè, io ho letto molto. Un po’. Shakespeare e la geografia e un sacco di cose. Mi piace leggere.”
“E come la metti con Nietzsche?” volle seriamente sapere.
“?”
“Nietzsche. Sai, l’umorista tedesco.”
“Oh sì… ehm… fammi pensare, ora; lui… ehm…”
“Perché, ti ricordi, vero? Haeckel e lui hanno scritto la più grande commedia musicale del secolo. E Matisse ha fatto la musica: Matisse con Rodin.”
“Non ci sono mai andato,” disse, vagamente. “… Non conosco molto il tedesco. Certo che poche parole le so, come Spricken Sie Dutch e Bitty, sir, che Rabin, della Souvenir Company – è un ebreo tedesco, credo – mi ha insegnato…
Decisamente sottile il riferimento alla filosofia di Mencken.
Le donne di Lewis saranno emancipate, donne lavoratrici, capaci di cavarsela da sole, sono sempre “self made women”!
Lewis ha rappresentato, per tutta la sua carriera, un autore simbolo della contemporaneità, se incarnasse lui stesso o meno il tipo d’uomo che raccontava non saprei dirlo, sicuramente trovò un canale di comunicazione con la società di cui faceva parte, con quegli americani che pur ritrovandosi nei cliché tutt’altro che positivi dei personaggi lewisiani reagivano alla critica con una risata.
Pavese definì l’epilogo di Il nostro Sig. Wrenn “una felicità rassegnata”, un happy ending quasi inevitabile se vogliamo, Wrenn e Istra Nash anticipano molti altri personaggi di Lewis, l’autore creava queste figure i cui obiettivi e valori risultavano sempre inadeguati agli occhi della voce narrante e tuttavia non propose mai storie di rottura, diverse da questa.
A me la scrittura di Sinclair Lewis piace, lo trovo divertente, le sue descrizioni sono minuziose ma non noiose, questo romanzo si legge in un soffio e il sentimentalismo della vita ordinaria di Wrenn a me ha fatto tenerezza.
Vi lascio citando la mitica Istra
“Nella sua stanza, Istra Nash ispezionò il naso in uno specchietto, lo incipriò e si sedette a scrivere, su carta spessa color crema:
“Skilly cara, sono in una spaventosa pensione di Bloomsbury – noia – tranne che per un fenomeno – un ometto di 35 o 40 anni con una immaginazione embrionale e un’anima vergine. Cercherò di trattenermi dal seminare pensieri estremi nell’anima vergine, ma sono tentata.
Oh Skilly cara, sono sola come il diavolo. Sarebbe troppo morboso dirti che vorrei che tu fossi qui? Ho allungato la mano nell’oscurità e la tua non era lì. Mia cara, mia cara, che desolazione… Oh, lo capisci finn troppo bene con il tuo ghigno arrogante, i tuoi altezzosi occhiali da vista e la tua beata ignoranza oxfordiana della povera e ansiosa America.
Suppongo di essere solo una barbara ragazzina californiana. È proprio come ha detto Père Dureon nell’atelier: ‘Hai una comprensione superiore dell’immoralità, ma spero che tu sappia cucinare, dipingere non puoi.’
Ha RAGIONE. Non riesco a vendere una sola cosa agli editori d’arte qui o ad avere nemmeno un ordine.
Il nostro Sig. Wrenn. Le avventure romantiche di un gentiluomo americano
di Sinclair Lewis
Traduzione di Guido Lagomarsino
Antonio Mandese editore
Pp 280 € 20,00