Post pandemia: come cambia il business con l’ausilio del digitale e della tecnologia. Le imprese sono costrette a rivedere l’organizzazione produttiva, mentre avanzano le nuove metodologie proposte dalla tecnologia. Prendiamo il digitale: è un ottimo strumento di lavoro per agevolare l’occupazione come nel caso dello smart working. A sostenere l’importanza di cambiare repentinamente il modello di impresa è Dropbox che ha intervistato oltre 3mila Pmi, proprio per evidenziare i nuovi paradigmi di un modo di lavorare e di rapportarsi al mercato diametralmente opposti rispetto al passato. Il report sottolinea come l’87% del campione riferisca un cambiamento nei livelli di attività commerciale, il 75% concorda sul fatto che le relazioni con i clienti siano cambiate e ben il 90% vede nel digitale un mutamento sistemico e destinato a durare. La sfida per aziende e professionisti sarà quella di espandere il proprio business o servizio puntando sull’online, con un’attenzione particolare per competitività, metodo, consulenza e unicità. Gabriele Perrone, business strategist e coach, ribadisce le caratteristiche centrali nel futuro del mercato post pandemico.
La potenzialità del digitale in che modo deve essere veicolata nelle imprese?
«Oggi, un’azienda che intende espandere la propria vision, prodotti e servizi sul mercato deve obbligatoriamente essere presente online. È ormai assodato che chiunque sia interessato a un acquisto si rivolga prima al web per documentarsi e trovare le informazioni necessarie, per poi finalizzare la spesa online per un prodotto o servizio, oppure rivolgersi al negozio fisico. Nel caso in cui si intenda comprare casa, ad esempio, la scrematura iniziale parte dai portali di ricerca online, per poi finalizzarsi nella dovuta sede fisica, ovvero l’agenzia. Il digitale, quindi, deve rivestire un ruolo prioritario nella strategia aziendale; chi ne è ancora “sprovvisto” deve immediatamente correre ai ripari: pena una perdita incalcolabile di potenziali nuovi clienti».
Nuovi paradigmi stanno trasformando l’organizzazione della produzione. Che modello economico guiderà il futuro?
«Il modello economico che guiderà il futuro è quello che ha sempre funzionato fino a oggi: l’over delivery. C’è una costante che si ripete in moltissime strategie aziendali: quale sarà il prossimo social su cui puntare per l’advertising, cosa funzionerà meglio nel futuro? FB, IG, TikTok, Google, Youtube, quale il prossimo? Ma al di là del canale social su cui decidere di investire tempo e risorse – a mio avviso tra l’altro sono tutti canali validi – è sempre il meccanismo della domanda e dell’offerta che deve essere tenuto bene in mente, prima di qualsiasi altra scelta. Per sua natura è immutabile, a prescindere dai cambiamenti che si rincorreranno tra le piattaforme social. In particolare, è fondamentale l’over delivery: offrire un prodotto o servizio capace di superare le stesse aspettative di chi lo acquista, permetterà di generare una nuova domanda, quindi la crescita dell’azienda».
Le nuove sfide del mercato saranno online. In che modo saranno influenzati i consumi?
«Oggigiorno i consumi nascono per lo più online per due ragioni. La ricerca di informazioni in rete è alla base di tantissime scelte di acquisto, in secondo luogo perché ormai l’acquisto sul web è diventato parte integrante della nostra quotidianità, complice anche la forte accelerazione imposta dalla pandemia. La vera sfida di un’azienda, quindi, sarà sì quella di essere presente online, ma soprattutto quella di farsi trovare dal potenziale cliente nel momento in cui è interessato a comprare. Se il consumatore troverà noi è molto probabile che ci sceglierà, se invece incapperà nella concorrenza è quasi certo che sarà un cliente in meno per la nostra azienda».
Francesco Fravolini