Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ferma il Governo. Il Colle rinvia a Palazzo Chigi il decreto sul fisco municipale approvato dal Consiglio dei Ministri giovedì sera. Per la definitiva approvazione, spiega una nota del Quirinale, il testo dovrà essere discusso in Parlamento. Un passaggio informativo, in cui l’Esecutivo spiegherà perché si è deciso di approvare il documento, nonostante il voto negativo della commissione Bicamerale. Una decisione giustificata, chiarisce ancora il Quirinale, «a garanzia della legittimità di un provvedimento di così grande rilevanza».
Il prossimo passaggio sarà una relazione a Montecitorio, dunque, dove i numeri per il momento stanno dalla parte della maggioranza. Protagonista il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli o, come lascia intuire una nota stampa della Lega Nord, lo stesso responsabile delle Riforme Umberto Bossi (impegnato qualche ora fa in una «lunga e cordiale» telefonata con il Capo dello Stato). Una comunicazione in cui il rappresentante del Governo ripercorrerà l’iter parlamentare del decreto sul fisco municipale e illustrerà la natura del nuovo provvedimento. Nella sua versione integrata con le modifiche chieste dai Comuni. Al termine il Parlamento si esprimerà, votando eventuali risoluzioni.
Lo stop del Quirinale non sembra sorprendere il premier Silvio Berlusconi. Già in mattinata il presidente del Consiglio era tornato a parlare del decreto, auspicando che non ci fossero problemi con il Capo dello Stato. Sul testo bocciato dalla Bicamerale, il Cavaliere si è limitato a commentare: «In Italia abbiamo ancora un’opposizione non socialdemocratica che dice sempre no e va contro gli interessi del Paese. Questo elemento è una delle cose che vedono il nostro Paese non in linea con le altre democrazie». Nessun dubbio sul ricorso del Governo a un nuovo decreto. «Mi è sembrato assolutamente logico normale – la sua spiegazione – oltre che in perfetta aderenza con le leggi e i regolamenti parlamentari, avendo ottenuto un voto favorevole in una commissione al Senato e un nulla di fatto nella Bicamerale».
Nonostante i giudizi di Pd e Terzo polo, il Governo ostenta tranquillità. Il ministro Calderoli – che insieme al titolare dell’Economia Giulio Tremonti ha presentato poche ore fa a Palazzo Chigi i contenuti del nuovo decreto – è fiducioso. «Il presidente della Repubblica – ha spiegato ai giornalisti presenti – è un grande sostenitore di questi cambiamenti e gliene sono grato. Ma non entro nel merito delle sue prerogative». Poi il responsabile della Semplificazione legislativa ha svelato un particolare inedito. La decisione di proseguire l’iter del federalismo municipale con un nuovo decreto, è stata presa direttamente dal leader del Carroccio, Umberto Bossi. Lo stesso ministro che giovedì mattina aveva minacciato il ritorno alle urne se la Bicamerale avesse bocciato il testo.