Coraggio giapponesi! Ve lo dice Mazinga

Coraggio giapponesi! Ve lo dice Mazinga

Se il sisma in Giappone ha colpito duramente il popolo, l’economia e le infrastrutture, i riflessi e le conseguenze dell’enorme devastazione si sono abbattuti anche su uno dei settori tradizionalmente più importanti del Paese: l’editoria dei fumetti.
Gli autori di manga e anime hanno risposto alla paura dei loro fan con la pubblicazione di disegni, immagini ed esortazioni di ogni tipo. Famosi mangaka (così si chiamano in lingua originale i disegnatori) come Akira Toriyama (il padre di Dragon Ball, di cui era stata diffusa, via twitter, nei primi giorni dopo il sisma, la falsa notizia della morte), Moyoco Anno e Takehiko Inoue hanno dato il loro contributo per cercare di risollevare l’animo dei loro compatrioti, proprio mentre, dopo le distruzioni di sisma e tsunami si aggravava anche l’indidente nucleare di Fukushima. Sulle pagine dei loro blog, attraverso twitter o sui principali quotidiani del Paese, hanno fatto capolino i loro personaggi più noti che incoraggiavano e lanciavano un messaggio forte e chiaro al Giappone: non ci abbatteremo e sapremo superare anche queste difficoltà.

Il terremoto ha buttato nello sconforto i milioni di fan di manga e anime sparsi per tutto il Giappone e anche nel mondo. Sul web si sono diffuse sempre più incessantemente richieste di informazioni sulla salute di autori che devono ancora terminare le loro saghe. Nei giorni successivi alla tragedia è dilagata una smaniosa ricerca di notizie riguardanti le penne più note dei manga. In particolare apprensione erano i lettori di One Piece (autore: Eiichirō Oda) e di Naruto (autore: Masashi Kishimoto), i fumetti più venduti in Giappone e nel mondo. Le case editrici, gli studi di animazione e di doppiaggio si sono dovuti sbrigare a comunicare che tutti sono sani e salvi. Anche le risposte delle grandi major dell’editoria, Shueisha e Shogakukan, non si sono fatte attendere.

Rimane però un dato di fatto di cui presto si vedranno le conseguenze. Anche per questo settore, storico orgoglio giapponese, si prevedono tempi tristi. I primi effetti sono già sotto gli occhi di tutti e molte case editrici hanno dovuto annunciare l’annullamento della pubblicazione e della distribuzione dei mensili e dei settimanali. La Shogakukan ha rimandato l’uscita della rivista Shonen Sunday, la Shueisha di Weekly Shonen Jump. Anche l’uscita di molti cartoni animati è stata rinviata. Un duro colpo per un settore in flessione da qualche anno e che rischierà di essere messo davvero in ginocchio se non potrà ripartire in tempi brevi. Anche il Tokyo International Anime Fair, la più importante fiera a livello internazionale degli anime, è stata cancellata. Doveva tenersi alla fine di marzo ed era stata recentemente protagonista di una forma di ribellione contro il Decreto d’ordinanza sulla sicurezza dei giovani, conosciuto fra gli appassionati di manga e anime e fra gli addetti ai lavori come Decreto anti-loli. Una legge che avrebbe dovuto regolamentare la distribuzione di fumetti ritenuti dannosi per la morale pubblica, vietandoli ai minori di 18 anni, e che non era piaciuta per niente agli editori e ai lettori incalliti, che si preparavano alla protesta. Ma tutto questo prima dell’11 marzo, quando la realtà si è trasformata nel copione del più apocalittico dei manga.

*Diplomata in lingua giapponese all’IsIAO di Roma, collabora con riviste specialistiche di manga e anime.

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