Fotografie – Esplode la protesta dei tunisini a Lampedusa

Fotografie – Esplode la protesta dei tunisini a Lampedusa

È nata di fronte alla parrocchia di San Gerlando, nel centro di Lampedusa, la protesta che ha visto protagonisti un centinaio di migranti. Giovanissimi (molti minori tra di loro), stanchi e arrabbiati, urlano “Sicilia, Sicilia” e “Libertà, Berlusconi Libertà”. Chiedono di andarsene subito dall’isola, perché “trattati come neppure i cani”. Il loro timore – date le voci che si sono rincorse in questi ultimi giorni – è che li possano rimpatriare in Tunisia. Hanno minacciato lo sciopero della fame e della sete. Il sit-in (pacifico) si è spostato lungo la via Roma, la strada principale del centro, per poi raggiungere la banchina del porto vecchio, proprio là dove, nella cosiddetta “collina della vergogna”, molti di loro hanno dormito senza neppure una coperta, all’addiaccio, tra le rocce. Lamentano il freddo, l’impossibilità di lavarsi e le condizioni disumane che hanno dovuto subire in Italia. Gli operatori umanitari e della Croce Rossa li hanno rassicurati, così come il commissario di Polizia Corrado Empoli che ha trattato con loro. Intanto proseguono i rimbarchi. Dopo il carico imbarcato ieri notte e partito stamane (1700 migranti nella Excelsior di Cala Pisana), è partita anche la nave Catania, carica di 600 clandestini diretti a Manduria. La Guardia Costiera ha annunciato un nuovo imbarco, nella nave militare San Marco, pronta a raggiungere il resto d’Italia (destinazione ancora non chiarita). Mentre l’isola si libera, si pensa al dopo emergenza. Stamane, le ruspe del genio militare sono giunte al porto vecchio per avviare l’operazione di pulizia dell’area, cui seguirà la bonifica promessa ieri dal premier Berlusconi. Trecentomila gli euro concessi dalla Regione per la procedura. 

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