L’occidente «annuncia», Gheddafi bombarda

L’occidente «annuncia», Gheddafi bombarda

«Un raid nelle prossime ore». Il concetto di “prossimità”, evidentemente, è assai diverso a seconda delle latitudini e dei contesti. Il Raid infatti è stato annunciato e minacciato dai francesi già stanotte, appena approvata la risoluzione Onu, caldeggiata da Parigi e Londra, che ha imposto la “no fly zone” e l’adozione di tutte le misure necessarie per la tutela dei civili libici. Dodici ore più tardi, l’annuncio minaccioso campeggia ancora sui siti internet di tutto il mondo, e non si capisce – a questo punto – se e quando diventerà realtà. La minaccia rimbalzata sui network di tutto il mondo ha prodotto alcuni effetti immediati: l’incrudelirsi della repressione attuata da Gheddafi, e le sue minacce a tutto l’Occidente. Intanto, sulla via dell’intervento occidentale, pesano diverse incognite.


Anzitutto, chi materialmente interverrà? Sotto quale egida? Le possibilità sono diverse, e al momento non chiarite. Può intervenire la Nato, ma su di essa pesa la grave incognita di un veto tedesco. Basta leggere quanto dichiarato dal delegato Onu teutonico, Peter Wittig, per capire che l’astensione di ieri notte è stato il massimo sforzo possibile: «La Germania non supporterà in alcun modo un intervento militare in Libia». Wittig ha poi sottolineato i rischi in termini di vite umane e di allargamento del conflitto che un fallimento della risoluzione porterebbe con sé. Il trattato di Lisbona ha dotato l’Unione Europea di una possibilità di intervento militare diretto, ma anche su questa ipotesi la contrarietà tedesca pesa come un macigno.
Resta, insomma, una sola opzione praticabile in tempi “rapidi”: una coalizione anglo-francese, con il nulla osta degli americani, e l’appoggio della Lega Araba, che parrebbe sostanzialmente accordato a patto che non entri in campo l’ipotesi di invadere la Libia. Anche questa alleanza, fondamentale per ogni ipotesi “interventista”, deve ancora essere rodata, tanto che domani il segretario generale della Lega araba, Amr Moussa, parteciperà al vertice convocato dal presidente francese Nicolas Sarkozy, a Parigi, sulla crisi libica. Sul fronte arabo, peraltro, colpisce il convinto assenso del Libano, in cui è sempre più forte la componente di Hezbollah, alla mozione anglo-francese.


Le “prossimo ore”, insomma, sono diventate un concetto soggettivo. La diplomazia europea, e quella francese in testa, rischiano di uscire da questa vicenda ulteriormente ridimensionate nell’immagine e nella credibilità. A farne le spese sono i civili libici, su cui Gheddafi non ha smesso di accanirsi utilizzando anche a fini propagandistici le minacce occidentali. Il rischio è, alla fine della storia, di doversi comunque sedere al tavolo con lui per le trattative, mentre il Colonnello lucida l’argenteria – si fa per dire – del terrorismo internazionale che sa governare come pochi. Ma al di là del futuro, che nessuno sa prevedere, agli atti resta da subito un dato: la sconfitta dell’occidente, della diplomazia, della strategia, non sarà facile da digerire. 

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