Vicecoordinatore del pdl milanese, consigliere comunale, direttore dell’area gestionale Aler, Marco Osnato sembra essere figura chiave nelle amministrative di Milano. Ex aennino, uomo del ministro La Russa (è genero del fratello Romano), corre per la poltrona di consigliere al comune della città.
In realtà il boccone è più appetitoso, secondo alcuni rumors a Palazzo Marino: l’incarico a ricoprire il ruolo di assessore alla Casa o a sostituire l’attuale direttore generale dell’Aler, Domenico Ippolito.
Nel primo caso la manovra sarebbe semplice: quel posto è libero, dopo che, dal 2006, lo ha occupato Giovanni Verga, area Udc, che aveva rassegnato le dimissioni (poi respinte) nel gennaio scorso, quando Casini annunciò, con Fli, la costruzione di un terzo polo a Milano. La seconda ipotesi è più ambiziosa, ma non impossibile. Ippolito siede sulla poltrona Aler dal maggio del 2000, tempo sufficiente a giustificare un ricambio. In realtà la corsa di Osnato per le amministrative comincia ben prima della costituzione delle liste. La città, intorno a marzo, appare tappezzata da manifesti in cui giganteggia la sua faccia che augura all’Italia un buon anniversario per i 150 anni dall’Unità.
A un osservatore distratto – impegnato a destreggiarsi nel quotidiano dribbling del traffico automobilistico – l’impressione pare essere quella di una candidatura per le elezioni milanesi: precisamente l’obiettivo con cui è stata concepita l’operazione. Un messaggio molto chiaro – dalla corrente larussiana – al sindaco uscente Moratti: “questo è l’uomo da infilare in lista”. Messaggio ricevuto. Osnato è nel listino e pare ora moltiplicarsi (più di altri, a dir la verità) nei cartelloni elettorali che riempiono la città, tanto che, in un’intervista rilasciata di recente, ammette: “Ho scelto di fare una campagna elettorale più di sostanza e meno di effetto. Quindi non farò megacene né megafeste in discoteca. Ho già fatto cinquanta incontri con gruppi di cittadini e comitati. Anche per dare un segnale utile per il partito, ho puntato molto sui manifesti”.
Bellunese, classe 1972, laureato in giurisprudenza, sposato con due figli, Osnato si racconta sul suo sito. Impressionante il numero di cariche ricoperte, ad appena quarant’anni: membro del Comitato Scientifico per la Sicurezza Urbana e la Polizia Locale; componente del Cts “Sviluppo della competitività”; Presidente della Commissione Mobilità, Traffico e Ambiente, dentro la Commissione Traffico dell’ACI di Milano; fondatore e vicepresidente dell’associazione culturale e formativa Laborem Excercens; Presidente dell’associazione culturale “Terre di Mezzo”; socio del Leo Club; Assessore al Bilancio, Sicurezza Urbana, Polizia Locale, Rapporti con Aziende speciali dell’Ente ed Innovazione tecnologica del Comune di Trezzano sul Naviglio dal 2001 al 2004; fondatore dell’associazione Culturale Fare Occidente, e – da ultimo – dirigente regionale e coordinatore vicario del Pdl di Milano, del quale fa parte dal marzo del 2009.
Il suo nome è in realtà citato in una questione poco trasparente relativa agli appalti e alla gestione delle case popolari dell’Aler. In un esposto depositato alla Procura della Repubblica di Milano nel marzo del 2010, Osnato viene denunciato da un dipendente dell’azienda, a proposito di un presunto reato d’abuso d’ufficio per il frazionamento di una gara di appalto. L’informatore parla di una gara per diversi milioni di euro per la manutenzione del verde negli stabili Aler e per la pulizia e lo smaltimento dei rifiuti nelle abitazioni popolari. Secondo la sua testimonianza, l’appalto sarebbe stato ripartito tra gli amici di Osnato, Luca Bellisomo e Fulvio Formenti che attraverso varie società fra cui la Gea scrl, e la Meta Lavoro, si sarebbero aggiudicati almeno 4 lotti del valore di 240mila euro ciascuno».
Alcuni tronconi dell’inchiesta sarebbero ora nelle mani del pm Robledo (dopo un primo passaggio sulla scrivania del magistrato Sangermano), alla procura della Repubblica di Milano. La presunta responsabilità di Osnato è dunque ancora tutta da accertare. L’uomo sembra comunque quello giusto per occupare il ruolo lasciato vacante da un altro ex aennino, uomo di Albertini e fedele di La Russa: Giovanni Bozzetti.
Consigliere del ministro della Difesa dal dicembre 2009 e assessore ai Grandi eventi, marketing urbano, fiera, moda, avvocatura, turismo e relazioni internazionali durante la giunta Albertini, da giugno 2006 è consigliere comunale a Palazzo Marino. Non riconfermato dalla Moratti, gli è stato assegnato il ruolo di presidente di Infrastrutture Lombarde spa: a giudicare dallo stipendio (40mila euro lordi all’anno), più un incarico formale che altro: nessun ruolo operativo, né tecnico.
Il ministro La Russa gli ha preferito un uomo di famiglia come Osnato, per gestire il ricco piatto milanese. Sull’orizzonte si profila solo una minaccia che alcun i giudicano però debole: Michele Mardegan, vice capogruppo pdl in consiglio comunale e sponsorizzato dall’Opus Dei: la campagna elettorale è però ancora lunga.