Repubblica e Libero? Per The Atlantic pari sono

Repubblica e Libero? Per The Atlantic pari sono

Ci sono critiche che a un giornale danno più fastidio di altre. Se arrivano, ad esempio, da un’istituzione come The Atlantic, e sono fondate, devono essere proprio dure da digerire. Succede, qualche giorno fa, a La Repubblica. Secondo il quotidiano di Carlo de Benedetti, il signor Toba, intervistato a proposito dell’incidente nucleare di Fukushima, è un coraggioso operaio che lotta contro le radiazioni dei reattori della centrale. Ma per The Atlantic, Toba è il sindaco di Rikuzentakata, cittadina spazzata dallo tsunami dell’11 marzo scorso.

Il racconto fatto da Repubblica per spiegare cosa stava succedendo a Fukushima era carico di pathos. Il giornalista intervista diverse persone e il 19 marzo pubblica il pezzo. Da un pescatore, Totsu Kiuno, a un ciclista, Michiko Takahashi, tutti raccontano la sofferenza di vivere con una centrale nucleare in piena crisi in un panorama di desolazione provocata dall’onda anomala che ha distrutto la prefettura di Miyagi. Fra tutte, la più struggente storia era quella di Toba, operaio di 59 anni che si è immolato per cercare di fermare le fughe radioattive dentro la centrale di Fukushima. «Hanno chiesto chi conoscesse il reattore 4 e vedendo i ragazzi che avevo vicino, ho risposto che io sapevo tutto. Ho capito che il mio destino era compiuto e che dopo anni vani avevo l’occasione di dare un senso alla mia vita», ha raccontato Toba al giornalista. Il racconto è stato così toccante che anche Massimo Gramellini, vicedirettore della Stampa, l’ha ripreso durante la trasmissione Che tempo che fa. Da più parti l’intervista a Toba viene citata per definire al meglio il coraggio e la discrezione del popolo nipponico di fronte alla tragedia che lo ha colpito nel profondo. Del resto, l’immagine di un operaio che decide di sacrificarsi pur di preservare la vita dei più giovani è capace di smuovere le coscienze, specie in un momento tragico come quello che sta vivendo il Giappone.

Peccato che fosse tutto inventato. Il magazine statunitense The Atlantic, storica testata nata a Boston nel 1857, riprende l’intervista e, con una rapida ricerca su Google, spiega come Toba non sia un un operaio, bensì un sindaco. Ed ecco che nasce il caso. La testata di Boston si chiede se questa sia la consuetudine italiana, dato che uno dei più grandi casi del genere sia quello di Tommaso Debenedetti, il giornalista che intervistò Philip Roth per Libero prima che lo stesso Roth smentisse di aver mai rilasciato quell’intervista. Ma non solo, dato che il nostro disse di aver colloquiato con John Grisham, Joseph Ratzinger (quando ancora era cardinale), Mikhail Gorbachev, il Dalai Lama e Gunter Grass. Tutte frottole. Eppure, oggi Debenedetti va fiero delle sue creazioni.

In realtà, The Atlantic tenta di difendere, in modo un po’ beffardo, la scelta di Repubblica. Spiega infatti che i «i 50 eroi di Fukushima», per specifica scelta del Kantei, il governo giapponese, non hanno nome. «Perché quindi dare il nome di uno di loro?», si chiede la rivista. Semplice la risposta: «Perché a tutti piace un eroe. E ogni eroe ha bisogno di un nome». Anche a discapito della veridicità dell’informazione. 

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